Raffio

1) strumento ad uncino d’acciaio che si usa per afferrare e sostenere oggetti. 2) specie di ancora, con due o più bracci e senza stanga.

Raggiante

1) del sole quando e provvisto di raggi di smalto differente. Vedi Sole. 2) della stella se presenta dei piccoli raggi tra le punte detti “Spera”. 3) di altre figure provviste di raggi, quando non li hanno in natura o di smalto differente.

Raggio di Carbonchio

vedi carbonchio.

Ramo (di cervo)

ognuna delle corna del cervo e del daino. Abitualmente e provvista di 6 pezzi (rametti), altrimenti bisogna blasonarne il numero.

Ramoso (e Ramato)

il cervo e il daino quando e provvisto di corna di smalto differente. Cfr. Cornato.

Rampante

“arrampicante”; l’animale posto di profilo verso destra ritto sulla zampa posteriore sinistra ed avente quelle superiori alzate, delle quali quella destra più alta. Posizione “naturale” (o normale) del leone e del grifone, per cui non si blasona (quindi, se non specificato altrimenti, si intende sempre rampante). Alcuni animali in questa posizione hanno una denominazione specifica (vedi singole voci)• Cavallo: inalberato o spaventato

• Cervo, Montone e Capra: saliente

• Orso: levato o ritto

• Toro: furioso

• Lupo: rapace

• Gatto: inferocito

Ramponato (o a Tau)

linea di contorno fatta a “T” (o “a rampone” o  “a Croce di Sant’Antonio”), costituita da un piedritto con una piccola traversa.

Rangone (Arma)

1) antica “spaccato di nero e d’argento. 2) moderna “d’argento a tre fasce d’azzurro, a capo di rosso caricato di una conchiglia del campo”.

Rapace

1) volatile come l’aquila, il falco, il gufo, la poiana… 2) e la posizione del lupo quando rappresentato rampante.

Rapina (di)

sinonimo di rapace, per i volatili.

Rastrello (e Rastrello Araldico)

termine che indica un lambello con un numero di pendenti superiore a 3. Cfr. Angiò, Lambello. Specificamente sei i denti (“gocce” solo per il lambello vero e proprio) sono rettangolari e allungati.

Rastremato

che si restringe verso l’alto o verso un’estremita. Cfr. Patente.

Razionale

particolare forma antica di pallio indossato dal Primate, cioè un arcivescovo a capo di una Chiesa nazionale cattolica (o “autocefala” per gli Ortodossi) che lo distingueva dal resto degli arcivescovi metropoliti, era riccamente fregiato e di forma a Y (“pergola”); tutt’ora vi sono alcune arcidiocesi nel Nord Europa in cui è  in uso, ad esempio Paderborn (Germania) o Cracovia (Polonia). È l’attributo araldico principale dell’arcivescovo di Canterbury, in quanto primate della Chiesa d’Inghilterra. Vedi anche Pallio.

Re dei Romani

titolo che spettava tradizionalmente agli imperatori del Sacro Romani Impero prima dell’incoronazione da parte del papa.

Re d’Armi

capo degli Araldi. Custode dei registri degli stemmi di tutti i nobili del Regno e suprema autorita della Corte di Cavalleria, che predispone i decreti di concessione degli stessi e loro modifiche.

Recalcitrante

il cavallo se posa a terra le zampe anteriori e calcia con quelle posteriori.

Reciso

attributo dei tronchi d’albero segati e delle membra di animali come fossero tagliate nettamente con un colpo di lama. Cfr. Sanguinoso, Strappato.

Reggente

vedi Sostegni.

Regina d’Amore

dama che presiedeva al torneo o alla giostra e che premiava il vincitore.

Regno delle Due Sicilie

vedi Due Sicilie (Regno).

Regolamento Araldico (Italiano)

Le armi degli Enti Territoriali (Province, Comuni, Citta) che, legalmente, rientrano tra gli “Enti Morali”, sono regolate ancora oggi dal Decreto del Re d’Italia Vittorio Emanuele III del 7 giugno 1943 n. 651 dal titolo “Ordinamento della stato nobiliare italiano” e n. 652 “Regolamento per la Consulta Araldica del Regno”, che dispongono anche per l’araldica degli altri Enti Morali (Banche, Fondazioni, Monti e simili). Si fa riferimento altresi anche al vecchio “Regolamento Tecnico Araldico della Consulta Araldica del Regno d’Italia”, approvato con Decreto del 13 aprile 1905 n. 234, e stilato dal barone e senatore Antonio Manno, commissario del re presso la Consulta, da cui il nome improprio che alcuni gli attribuiscono di “Codice Manno”. Esso stabilisce che “Province, Comuni ed Enti Morali non possono servirsi dello stemma dello Stato, ma di quell’ arme o simbolo del quale avranno ottenuto la concessione o il riconoscimento”. Il termine “simbolo” ha consentito, in tempi recenti, l’adozione di disegni e composizioni grafiche diverse dalle figurazioni araldiche.

Tra gli enti territoriali rientrano anche le Regioni, anche se istituite solo nel 1948, con la Costituzione Repubblicana. Vedi anche Emblemi Civici e Regole Fondamentali.

Regolare

tutte le armi composte secondo le regole araldiche.

Regole Fondamentali

termine popolare che indica una serie di norme basilari che una “buona Araldica” dovrebbe sempre rispettare 1. Non si deve mai sovrapporre metallo su metallo e colore su colore.

2. Gli animali si devono rappresentare nella loro posizione più nobile e conveniente alla loro natura.

3. La zampa anteriore destra degli animali passanti o rampanti deve sempre precedere quella sinistra

4. Gli animali e le figure si devono rappresentare di norma rivolte verso il lato destro dello scudo

5. Le armi più semplici sono da preferire a quello complesse, le armi migliori sono quelle composte con figure araldiche o animali più nobili.

6. Il metallo deve stare nel punto più nobile dello scudo (nel campo superiore, nel primo quarto, nel primo campo a destra…).

7. Sono da preferire figure di metallo su campo di colore.

8. Sono da preferire le figure che non appoggiano sul margine inferiore ma rimangono isolate centralmente nel campo.

9. Per le figure multiple e da preferire metterne in maggior numero nella posizione del capo piuttosto che della punta (esempi: 3 figure poste 2 e 1; 5 figure poste 3,2,1…) cioe “bene ordinate”.

10. Non si devono introdurre nello scudo figure umane intere.

11. Per gli animali, tranne il leopardo, la testa va posta di profilo.

12. Gli animali da cortile sono da non utilizzare (polli, pecore, oche, porci, asini…).

13. Non si inseriscano piu di 3 figure principali di specie diversa.

14. le armi devono avere almeno due smalti e non piu di tre.

15. Nel blasonare un’arma si comincia dal campo, poi si nominano le figure, il loro smalto, la loro posizione, il loro numero, et cetera.

16. Per descrivere l’arma di una famiglia e sufficiente blasonare lo scudo.

Reich

denominazione tedesca per Impero.

Reinterzato (e Interzato Doppio)

scudo interzato 2 volte • Reinterzato in palo: scudo interzato, ciascuna delle parti divise ulteriormente in tre parti verticalmente.

• Reinterzato in fascia: scudo interzato, ciascuna delle parti divise ulteriormente in tre parti orizzontalmente.

• Reinterzato in banda-Reinterzato in fascia: come sopra ma nella direzione obliqua della banda o della sbarra.

Religione (Armi di)

vedi Ordini Religiosi.

Ri-trinciata

la croce quando le estremità terminano in rombi.

Ri-troncato

scudo troncato due volte, in guisa di due gradini, a destra o a sinistra.

Rialzata

1) la corona, che anticamente era un semplice cerchio, quando porta altre parti sul margine superiore (gigli, fioroni, punte, crocette). 2) la coda del leone e del toro quando e rialzata sulla schiena. Vedi Leone.

Riccio

si rappresenta sempre irto, cioe con gli aculei eretti, tanto che si confonde col porcospino.

Richelieu (de, arma)

“d’argento ai tre scaglioni di rosso”.

Riconoscimento

1) atto formale attraverso il quale un’Autorità competente certifica il possesso di un’arma ad una Famiglia o ad una citta (o altro Ente Territoriale) e ne autorizza l’uso. 2) In Italia le Province e i Comuni che posseggono, storicamente documentate, armi araldiche sono tenute a farsele riconoscere dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri prima di utilizzarle, in alternativa alla concessione di un emblema araldico nuovo da parte del Presidente della Repubblica. I Comuni della Regione Valle d’Aosta e della Provincia Autonoma di Bolzano possono richiedere il riconoscimento della proprie armi alla rispettiva Presidenza del Consiglio Regionale e Provinciale. Cfr. Concessione.

Ricrociata

la croce quando ognuno dei bracci e formato da una piccola croce.

Ridecussato

decussato e posto una seconda volta a foggia di decusse.

Riduzioni

pezze ridotte di proporzione • Capo: si riduce in colmo

• Palo: si riduce in verghetta

• Banda: si riduce in cotissa, bastone, filetto

• Fascia: si riduce in burella, riga (fascia in divisa), trangla

• Sbarra: si riduce in traversa, contrabastone, controfiletto

• Quarto franco: canton franco

• Bordura: filiera

• Scaglione: scaglionetto

• Campagna: piano

Riga

vedi Fascia in Divisa.

Riguardante

un animale che si guarda la coda o che mira un astro.

Rimirante

delle figure di animali, dei sostegni affrontati, con le teste rivolte all’infuori. Cfr. Pendente.

Rinchiuso

figura posta in una cinta o in un triangolo.