Brabante (arma)

“Di nero, al leone d’oro armato e lampassato di rosso”. Vedi anche Belgio.

Braccante

posizione tipica del cane. Vedi Bracco e Cane.

Braccio

1) ognuno dei due arti superiori del corpo umano. Se destro si dice destrocherio, se sinistro invece si chiama sinistrocherio. Può essere di carnagione (nudo), vestito (coperto da tessuto), armato (racchiuso nell’armatura). 2) ognuna delle estremità della croce e della squadra.

Bracco

dal germanico “Brakko”, cane da caccia, raffigurato rampante e privo del collare e con le orecchie cascanti. Vedi Cane.

Branca

le zampe anteriori degli animali, specificamente del leone, dell’orso, del lupo, del grifone… Può essere recisa (tagliata) o strappata, armata (se le unghie sono di smalto diverso).

Branzino

pregiato pesce di mare diffuso in Araldica, spesso rappresentato inarcato e in coppia come il barbo. Per le caratteristiche vedi Pesce.

Bretagna (arma)

arma antica del Ducato di Bretagne,“D’armellino pieno”. Derivano da quelle di Pierre Mauclerc che, nel XIII secolo sposò la figlia del Duca di Bretagna Alice di Thouars. Mauclerc aveva uno scudo scaccato d’oro e d’azzurro (proprio del padre Robert II di Dreux) ma “brisato” con un franco quartiere d’ermellino, queste furono poi le armi dei duchi di Bretagna fino al 1316, allorché Jean III, che non intendeva più mostrare armi che identificassero il suo casato come cadetto dei conti di Dreux, le mutò adottando il campo pieno d’armellino, un campo “seminato” che poteva confrontarsi con quello del re di Francia.

Breve

1) nel linguaggio burocratico identifica una lettera imperiale o papale meno solenne della Bolla. 2) striscia di carta, pergamena o stoffa svolazzante riportanti un motto, una parola. Può essere naturale, smaltata, bifida (terminante in due punte). Nastro.

Brigidino (Ordine)

vedi Ordine Brigidino.

Brisare

aggiungere una brisure ad un’arma, dal francese “briser” (rompere, spezzare). Sta ad indicare la distinzione nel disegno delle armi dei diversi rami di una famiglia. Modificazione di armi dipendenti rispetto ad una principale attraverso l’aggiunta di una pezza araldica. Una consapevole modificazione introdotta in uno stemma per distinguersi e contemporaneamente alludere ad un altro stemma, in modo che quest’ultimo sia riconoscibile.

Brisare (principali modi di)

nove modi consueti per modificare un’arma gentilizia rispetto a quella originale1. cambiare le figure dello stemma conservando gli smalti (molto antica e assai diffusa)
2. cambiare gli smalti ma conservando le stesse figure (rara)
3. permutare gli smalti tra loro (diffusa in Italia)
4. alterare il numero delle figure uguali (diminuendo o accrescendo)
5. alterare la posizione delle figure
6. alterare la forma delle figure (rara)
7. omettere qualche figure (esclusa quella che occupa il cuore dello scudo)
8. aggiungere altre figure (assai utilizzata- in particolare aggiungendo un lambello, o una bordura, o un bastone scorciato…
9. introdurre delle partizioni o delle inquartature (ad es. inquartando le armi paterne con quelle della madre).

Brisato

1) stemma modificato, variato, rispetto ad un originale o principale. 2) lo scaglione quando è spezzato nel suo vertice.

Brisure (e Brisura)

1) pezza araldica speciale introdotta nelle armi gentilizie per distinguere i rami secondari (cadetti o bastardi) di una famiglia. 2) l’operazione di brisare. In effetti la legge del maggiorascato concede solo al primogenito (maggiorasco), morto il padre, di adottare le armi pure di famiglia; gli ultrogeniti sono in obbligo di adottare delle brisure per distinguere il loro grado di parentela. Le dinastie reali hanno delle pezze particolari e tradizionali per ognuno dei propri rami cadetti. I figli naturali portavano, solitamente, una sbarra, una traversa, un filetto detti di Bastardigia. I più noti segni di brisura- lambello (vedi Angiò), bordura, bastone scorciato, cantone, filetto in sbarra, contrafiletto, una o più stelle, bisanti, anelletti, merletti, conchiglie. Al principio le figure dovevano essere molto visibili, per essere facilmente identificati nei combattimenti (specialmente nei tornei).

Broccante

termine desueto per Attraversante, si usa per una pezza corta o piccola (giglio, stella, crescente) che sta sopra un partito, ad un tagliato, ad un troncato.

Brunia

camicia di cuoio o di tela robusta protetta da rinforzi in forma di scaglie metalliche o borchie.

Brunito

così è definito dal Regolamento Tecnico-Araldico italiano l’oro delle corone nobiliari e civiche, cioè sono rappresentate come se il metallo fosse stato sottoposto a levigatura e lucidatura attraverso il procedimento della brunitura, al fine di renderle (anche simbolicamente) inalterabili.

Bruscello

voce arcaica per Alberello, piccolo albero. In taluni blasoni indica il ramo d’albero munito di foglie verdi.

Bucentauro

centauro col corpo di bue o di toro anziché di cavallo. La città di Taormina ha oggi come emblema un bucentauro femmina.

Bucranico

scudo a forma di testa di bue, simile a quello “a testa di cavallo” ma più largo.

Bucrano (Bucranio)

nome del teschio di bue scarnito, raro in araldica, di solito si trova il massacro di bue scarnito ma con gli occhi muniti di pupilla.

Bufalo

toro selvaggio, di norma porta un anello al naso (nel rincontro). Cfr. Bue e Toro.

Buglione (di, anche De Bouillon, arma)

nome improprio delle armi di Gerusalemme, adottate per primo da Geoffroy de Bouillon (Goffredo di Buglione) quando divenne re di quella città. Vedi Gerusalemme.

Bugno

alveare.

Bulgaria

arma antica del Regno di Bulgaria “di rosso cupo [sanguigno] al leone d’oro (che è di Assia-Darmstadt) coronato dello stesso”.

Bullettato

oggetto metallico rivestito di chiodi, in forma di piccole borchie.

Burella (e Fascia In Divisa)

termine desueto che indica una fascia quando è diminuita in altezza (spessore) di circa la metà, le Burelle sono sempre in numero pari, se in numero dispari si dovrebbero chiamare Trangle.

Burellato

scudo rivestito di burelle, cioè di 10 o più fasce a smalti alternati. Vedi Fasciato.

Burletto

vedi Cercine.

Cadente

la lancia e la freccia quando hanno la punta volta verso il basso. Rovesciate rispetto alla loro posizione normale..

Cadetto

ultrogenito, dal guascone “capdet” (capitano, ufficiale) perché i figli successivi al primogenito venivano
avviati alla carriera militare.

Caduceo

1) bastone al quale sono attorcigliati due serpenti affrontati, cimato da un volo spiegato, portato nella destra da Mercurio. Secondo la leggenda Mercurio, al suo arrivo in Arcadia (una regione della Grecia) vide due serpi che lottavano tra loro: gettato in mezzo il suo bastone da messaggero essi si riappacificarono avvolgendosi intorno al legno. Il suo nome greco Kerykeion, letteralmente significa “verga dell’araldo” (“Kêryx”: araldo) la quale altro non era che un bastone al quale erano legati due nastri, segno visibile dell’ufficio di chi lo presentava.

2) bastone rivestito di velluto e fiorito che identificava la figura del “Re d’Armi” o Araldo nei tornei cavallereschi. Scettro dell’Araldo. Da non confondere con la verga di Esculapio.

Calandra

1) cilindro metallico per pressare la carta e altri materiali.

2) varietà di allodola che si pensava potesse assorbirne il morbo fissando lo sguardo negli occhi degli infermi.

Calatrava (Ordine di)

Vedi Ordine di Calatrava

Calzato

partizione dello scudo che si ottiene con due linee (di uguale inclinazione) che dagli angoli del capo vanno a riunirsi nella punta dello scudo. Se le linee sono leggermente incurvate in dentro si dirà calzato ricurvo. Opposto di Incappato o Cappato. Cfr. Interzato in Calza.

Camaldolese

una delle Osservanze dell’Ordine Benedettino. Vedi Ordine Camaldolese.

Campagna

pezza formata da una linea orizzontale che delimita la terza parte inferiore dello scudo (2 moduli), quando sostiene torri, castelli, animali; può essere di qualsiasi smalto. Se diminuita della metà si dice Pianura o Piano. Per entrambi se la linea di partizione è irregolare o sinuosa si dice Terrazzo o Terreno o Riviera, a seconda che rappresentino un terreno o acqua.

Campana

1) strumento musicale. Si dice Battagliata se il batacchio è di colore differente.

2) parte terminale aperta del corno da caccia, opposta al boccaglio.

Campo

l’area circoscritta dallo scudo. Fondo dello scudo. Dal latino “campum” (luogo aperto, campagna).

Campo (del)

voce tipica nelle blasonatura per indicare che una figura ha lo stesso smalto del campo dello scudo.