Corona di Principe Italiano del Sangue

secondo la norma italiana i Principi Reali i Principi del Sangue usano una corona costituita da un cerchio d’oro, gemmato, brunito ai margini, sostenete nove fioroni (5 in vista), caricati (bottonati) ciascuno di una perla nel cuore, cingente la base di un tocco di velluto color azzurro, sormontato da una croce d’oro trifogliata.

Corona Granducale di Toscana

corona specifica del Granduca di Toscana, concessa dal papa Pio V a Cosimo I de’ Medici con Bolla del 24 agosto 1564, composta da una corona all’antica radiata con 29 punte piramidali e, al centro frontalmente, sul margine superiore il giglio fiorentino rosso.

Corona Imperiale Austriaca del Sacro Romano Impero

specie di mitra metallica sostenuta da un cerchio d’oro gemmato e rialzato con quattro fioroni pure d’oro alternati a perle. Aperta nel mezzo con una fascia uscente e caricata di pietre preziose e cimata da un globo imperiale (piccolo globo crocifero) e munita di due infule, rappresentate svolazzanti.

Corona Imperiale del Sacro Romano Impero

corona che rappresentava il Sacro Romano Impero ed aveva un enorme significato simbolico, usata solo per l’incoronazione dell’Imperatore. Dal 1424 si conservava a Norimberga (per volere dell’ Imperatore Sigismondo che vi era nato nel 1368). Fu creata nel X secolo e utilizzata per l’incoronazione di Ottone I nel 962 è essenzialmente costituita da 8 piastre d’oro incastonate da pietre preziose e perle, simboliche delle 8 porte della Gerusalemme Celeste, con scene bibliche in smalto. Il cerchio di piastre è sormontato da un archetto decorato con 8 semicerchi di perle e da una croce latina sul frontale. Dal 1794 è stata trasferita con le altre insegne imperiali nella Camera del Tesoro dell’Hofburg di Vienna.

Corona Patriziale Antica (o Corona antica di Patrizio)

cerchio d’oro rabescato sostenente quattro fioroni e quattro perle alternate (3 fioroni e 2 perle in vista). Nonostante la denominazione è la più usata abitualmente in Italia.

Corona Patriziale Genovese

vedi Corona Patriziale Antica.

Corona Patriziale Veneta

denominazione di una corona simile a quella Normale di Principe, con i fioroni privi della perla nel centro. Formata da un cerchio d’oro, con margini e sostenente otto fioroni (5 in vista) alternati da perle (4 visibili).

Corona Reale di Savoia (e impropriamente Corona del Re d’Italia)

Corona reale del Re di Sardegna (poi d’Italia), è un cerchio d’oro decorato da pietre preziose e da “Nodi d’Amore” (detti Nodi Savoia), racchiudente un tocco (berretto) di velluto rosso cremisi, sostenente 4 fioroni alternati da 4 crocette patenti d’argento bordate di rosso, con otto vette moventi dalle foglie e dalle crocette riunite in doppia curvatura sulla sommità, fregiate da perle, sostenenti un globo d’oro cerchiato e cimato da una crocetta trifogliata (o di San Maurizio) movente dalla sommità del globo. La corona della Regina d’Italia si differenzia solo per la crocetta sulla sommità, che ha i bracci pomati e non trifogliati. Il Principe Ereditario (Principe di Piemonte) ha una corona simile a quella della Regina, ma con solo 4 vette (tre visibili). I Principi Reali invece hanno un solo semicerchio movente dalle foglie laterali della corona.

Corona Reale d’Italia (o Corona Ferrea, o Corona del Ferro)

conservata nel Duomo di Monza, si tratta di un cerchio di ferro (secondo la tradizione ottenuta da uno dei chiodi della croce di Gesù ritrovata da S. Elena sul monte Calvario) al quale sono applicate 6 placche rettangolari d’oro gemmate e smaltate.

Corona Tollerata

variazione della forma di una corona gentilizia riconosciuta dalla normativa, forma secondaria di corona (in genere si tratta di variazioni grafiche).

Coronato

figura o pezza munita, cimata o sormontata da una corona.

Correggio (da Correggio) arma

famiglia principesca dell’omonima città reggiana, arma antica: “di rosso alla fascia d’argento”, moderna: “di rosso (o di porpora) alla correggia di nero piegata in cerchio”.

Corrente

animale nell’atto di correre. Soprattutto i quadrupedi naturalmente si raffigurano fermi. Cfr. Galoppante, Passante, Slanciato.

Corsica (Corse)

arma dell’omonimo Regno e Isola “d’argento alla testa di moro, attorcigliata del campo”. Cfr. con Sardegna.

Corte

residenza e seguito di un sovrano, i suoi familiari e gli addetti ai vari uffici.

Cortese

la cosiddetta “arma cortese” o “di cortesia” è quella normalmente utilizzata per gli allenamenti, spuntata o munita di protezioni per “non offendere” l’antagonista.

Corvo

solitamente rappresentato fermo, posato a terra, e di colore nero, anche per non confonderlo con il merlo; nel caso sia rappresentato volante va blasonato. È considerato un simbolo bene augurante, perché annuncerebbe l’arrivo della pioggia fecondatrice, e di ingegno acuto.

Costantinopoli

città capitale del Regno Romano d’Oriente dall’11 maggio 330, già nota col nome di Bisanzio la cui denominazione fu mutata da Costantino il Grande. Il 29 maggio 1453 (dopo 1123 anni) fu conquistata dal sultano ottomano Mehmet che le mutò il nome in Istambul.
Arma (latina):“Di rosso, alla croce piana d’oro, accantonata di quattro lettere “B”(beta) grche dello stesso”. Quest’arma fu inquartata dai Paleologi, eredi del trono di Bisanzio e degli Aleramici del Monferrato, in quelle del Marchesato di Monferrato, passate poi ai Gonzaga di Mantova. Vedi anche Monferrato. Vedi anche Aquila Bicipite.

Cotissa

banda diminuita in spessore, anche Banda in Divisa. V. Banda.

Cotissato

scudo coperto di 10 (e più) bande di smalti alternati.

Cotroramponato

pezza ramponata dalle due parti, ma con i ramponi scambiati. Cfr. Tau.

Cozzante

un animale cornuto che infuria contro qualche oggetto. Due Montoni o Becchi affrontati che fanno impeto tra loro con le corna.

Cramponato

con le braccia terminanti in cramponi, la croce cramponata è simmetrica alla croce gammata.

Crampone

forma grafica in forma di squadra col braccio minore volto a destra (araldica), e simmetrica alla “gamma” greca.

Crancelino (e Crancellino e Crancelin)

banda centrata (arco molto aperto, posto in banda) e ornata con foglie di Ruta di smalto verde. Elemento caratteristico delle armi di Sassonia.

Cravatta

nome del fiocco, coi colori nazionali, legato sotto il puntale del gonfalone degli enti territoriali.

Crescente

la falce di luna, quarto di luna, mezzaluna. Può essere nella sua pozione normale: volto con le punte verso destra, montante se ha le punte verso il capo, rivolto se ha le punte verso sinistra, rovesciato o riversato se ha le punte verso il basso, in banda se ha le punte verso l’angolo destro, in sbarra se le ha verso l’angolo sinistro, figurato se ha i tratti del volto femminile. Due crescenti possono essere affrontati (se sono rivolti con le punte l’uno verso l’altro), addossati (se le punte sono rivolte verso i fianchi dello scudo), entrambe le posizioni possono essere in fascia, in palo, in sbarra, in banda. Tre crescenti possono essere addossati (o affrontati) male ordinati 1,2 oppure 2,1.

Crestato

il gallo, il serpente, il basilisco, il delfino, se hanno la cresta di colore diverso.

Crinito

1) il cavallo e il liocorno se hanno la criniera di colore differente. 2) si dice pure crinita la cometa che abbia i raggi di smalto contrastante con quello del nucleo. Nota: il capo umano se ha i capelli di colore diverso si dico capelluto.

Cristo (Ordine del)

vedi Ordine Templare.

Crivello

setaccio, vaglio, tondo o quadrato munito di buchi.

Croazia (già Croatia)

arma“scaccato d’argento e di rosso”. Lo scudo è timbrato da una corona speciale formata degli scudi di tutti i territori che sono entrati a far parte della Republika Hrvatska.

Croce

pezza onorevole di primo ordine, formata dall’unione di un palo e una fascia (croce piana), o di una sbarra e una banda (decussata o in decusse, anche croce di sant’Andrea). Nota: di alcune croci particolari possiamo offrire alcune note dettagliate (vedi le singole voci).
• Croce a Chiave, di Tolosa: con i bracci terminanti in forma di chiave antica, può essere vuota e pomettata.
• Croce a Tau (anche Tau, semplicemente), di Sant’Antonio, Commissa: mancante del braccio superiore, in forma della lettera greca “T” (tau).
• Croce Aguzza o Aguzzata: con le estremità a punta. Se ha il solo piede munito di puntasi dice Fitta (vedi).
• Croce Alzata: vedi Calvario e Latina. Col “piede” lungo.
• Croce Ancorata: con le estremità terminanti in forma di ancora. Vedi voce specifica.
• Croce Anguifera: v. Serpentifera.
• Croce Avellana: formata da 4 avellane (nocciole) moventi da una perla.
• Croce Biforcata o Forcata: patente, con le braccia terminanti in due punte aguzze divaricate, ottagona.
• Croce Bordata: munita di bordo, croce avente un bordo di smalto differente
• Croce Bordonata: con le estremità chiuse da un pomello tondo. Cfr. Pomata.
• Croce Cordonata: vedi Mulinata
• Croce Coronata: munita di corona; specificamente avente una piccola corona al termine di ogni braccio.
• Croce D’Aviz: pressoché identica alla C. Gigliata.
• Croce Decussata, Decusse: nella forma della cifra romana X (decem, del valore di 10) dalla locuzione “decem assis” (in riferimento alla moneta romana del valore di 10 Assi). Formata dall’unione di una banda e di una sbarra. Detta anche Croce di Sant’Andrea, perché secondo la tradizione l’apostolo fu crocifisso su una croce di questa foggia.
• Croce dei SS. Maurizio e Lazzaro: unione della croce trifogliata d’argento, accollata a quella patente biforcata e scorciata di verde; propria dell’omonimo Ordine Cavalleresco.
• Croce del Laterano croce d’oro gemmata rappresentata nel mosaico della Basilica di S. Giovanni in Laterano in Roma, emblema dell’Ordine dei Canonici di Sant’Agostino.
• Croce Dentata o Addentellata: aventi i bracci muniti di denti, piccoli cunei su tutti i margini.
• Croce di Calvario o Alzata o Latina: croce lunga colla traversa inferiore posta a tre quarti dell’altezza e fondata sopra un monte o una scalinata.
• Croce di Gerusalemme: potenziata e accantonata da altre 4 crocette, il tutto d’oro.
• Croce di Lorena: vedi Patriarcale.
• Croce di Malta: patente, scorciata e biforcata d’argento, talvolta bordata d’oro.
• Croce di San Lazzaro: patente di verde (anche scorciata e biforcata).
• Croce di San Maurizio: croce trifogliata d’argento.
• Croce di Sant’Andrea: v. Decussata.
• Croce di Sant’Antonio: vedi Croce a Tau. Commissa.
• Croce di Santiago, o di Sant’Jago: croce gigliata con il braccio inferiore desinente in spada, di rosso. Croce propria dell’omonimo ordine cavalleresco, simboleggia la lotta della Spagna cattolica contro i Mori musulmani (è detta anche Cruz de Santiago Matamoros: “ammazza Mori”).
• Croce di Santo Spirito: patriarcale con le estremità biforcate.
• Croce di Santo Stefano: patente, scorciata e biforcata di rosso, talvolta bordata d’oro.
• Croce di Tolosa II o Càtara: ritrinciata, vuotata, allargata in rombo e pomata.
• Croce Doppia: vedi Patriarcale.
• Croce Egizia, o Copta, anche Ansata, o Ankh: avente il braccio superiore sostituito da un ansa o occhiello. Vedi Copto.
• Croce Falcata o Falciata: con mezzelune alle estremità dei bracci.
• Croce Filettata: avente i bracci filettati esternamente di uno smalto di colore differente.
• Croce Fiorata: croce latina avente un giglio sull’estremità di ogni braccio.
• Croce Fioronata: con i bracci terminanti in forma di fiorone.
• Croce Fitta: sinonimo di Pieficcatao Dal Piede Aguzzo. Che ha il braccio inferiore acuminato come se dovesse essere piantata per terra.
• Croce Forata in Quarto o Equipollente: avente il quadrato al centro, formato dall’incrocio delle linee verticali orizzontali, di smalto differente (forata in quarto) o del colore del campo (equipollente).
• Croce Forcuta: croce biforcata con i terminali ripiegati all’indietro.
• Croce Frecciata: con le estremità desinenti in dardo.
• Croce Gammata: o Svastica, con i bracci piegati in forma di “Gamma” (?) maiuscolo.
• Croce Gemmata: si dice della croce quando è munita di gemme, pietre preziose.
• Croce Gheronata: patente e divisa in 8 pezzi triangolari da quattro linee mediane perpendicolari e diagonali intersecantisi in centro e colorati in smalti contrastanti.
• Croce Gigliata: con le estremità delle braccia terminanti in forma di giglio, “con quattro gigli nodriti alle estremità delle braccia”.
• Croce Greca (meno corretto: Svizzera): scorciata, avente i bracci di eguale lunghezza.
• Croce in Gemella: più propriamente alla gemella in croce, croce avente i bordi doppi di smalto differente.
• Croce Inquartata: suddivisa da una linea mediana verticale e una mediana orizzontale.
• Croce Inquartata a Quarti Opposti: aventi i quarti di smalto alternato: il I e il IV con il II e il III dello stesso smalto, giustapposti.
• Croce Latina (anche Lunga o Immissa): con la traversa alzata al di sopra della metà. Si dice “lunga” perché il braccio inferiore sembra allungato rispetto agli altri.
• Croce Mulinata, A Ferro di Mulino: ancorata, anche finestrata con un foro al centro che lascia vedere il campo, come fosse la chiave di fissaggio di una macina di molino.
• Croce Nodosa: con i bracci provvisti di “nodi”: monconi stilizzati di albero contrapposti.
• Croce Odulatao Ondosa: avente i bracci ondeggianti.
• Croce Ortodossa: simile alla croce Patriarcale, può avere una terza traversa obliqua in basso (in questo caso si dice anche “croce dei vecchi credenti”). Vedi voce specifica.
• Croce Ottagona: biforcata, come le croci di Malta, di Sant’Andrea…
• Croce Patente Fitta alla Radice: croce patente avente una punta aggiunta sotto il braccio inferiore.
• Croce Patente: letteralmente “aperta”, con le braccia che si allargano (aprono) verso le estremità.
• Croce Patriarcale, di Lorena, o Doppia: con una seconda traversa, più piccola sopra la prima. Se ha tutte le estremità bifide di dice anche Dello Spirito Santo.
• Croce Piana: avente i bracci di uguale spessore. Latina.
• Croce Pieficcata, o Fitta, o Dal Piede Aguzzo: avente l’estremità inferiore aguzza, appuntita.
• Croce Pisana: patente, rintrinciata, aguzzata e pomata. Cfr. Croce a Chiave.
• Croce Pomata: con i bracci terminanti in piccole sfere. Cfr. Bordonata.
• Croce Potenziata: con i bracci terminanti in una traversa, a Tau (in forma di “T”).
• Croce Prismatica: con i bracci in forma di prisma, tagliati come i diamanti, simile alla croce Gheronata.
• Croce Ramponata: sinonimo di Potenziata.
• Croce Ricrociata: con piccole traverse verso le estremità dei bracci.
• Croce Ri-trinciata: con le estremità in forma di rombo.
• Croce Scaccata: suddivisa in scacchi di smalti alternati.
• Croce Scalinata: con i bracci terminanti in scalini.
• Croce Scorciata: avente i bracci che non toccano i margini dello scudo. Cfr. Croce Greca.
• Croce Serpentifera o Anguifera: avente le estremità dei bracci desinenti in teste di serpe (o d’anguilla).
• Croce Spinata: con il contorno fittamente dentato, come formati da tanti semicerci accostati con le punte verso l’esterno.
• Croce Tagliata e Vuotata: figura ottenuta opponendo 4 squadre (figure a forma di “L”) in forma di croce, come se fosse una croce filettata scorciata.
• Croce Teutonica o Tedesca: propria dell’ordine Teutonico o Tedesco (Deutschorden). Croce patente, incavata leggermente alle estremità, di nero (anche filettata d’argento). Vedi anche Teutonico.
• Croce Traforata, Sarchiata o Vuota: che lascia vedere il colore del campo.
• Croce Trifogliata o di San Maurizio: con le estremità in forma di trifoglio.
• Croce Tri-forcata: avente le estremità terminanti in 3 punte aguzze.
• Croce Tripla o Papale: avente tre traverse decrescenti verso l’alto.
• Croce Uncinata, Svastica Perpendicolare: con le estremità piegate ad angolo retto

Croce al Merito di Guerra

alta decorazione istituita nel 1918 per premiare quei soldati o comunità esposti al pericolo. La croce può essere solo di bronzo dorato e viene portata appesa ad un nastro a righe bianche e azzurre. Alcune città la rappresentano nello stemma civico. Vedi anche Medaglia d’oro.

Croce Ancorata

avente le estremità partite in due becchi ripiegati all’indietro. Se è forata al centro su dice Mulinata o Aperta in ferro di mulino. Se la croce ha le punte delle estremità ripiegate in piccole spirali si dice Croce Accerchiellata.

Croce di Ferro

nome popolare con la quale è anche nota la croce nera bordata d’argento propria dell’Ordine Teutonico. La croce nera in campo d’argento fu il primo emblema dei Cavalieri Teutonici (Fratelli dell’Ospedale di Santa Maria dei Teutoni di Gerusalemme), fondato nel 1198. L’Ordine venne secolarizzato con l’adesione alla Riforma protestante del sua ultimo Gran Maestro Albrecht von Hohenzollern-Ansbach che trasformò i possedimenti in un Ducato ereditario (dal 1701 Regno di Prussia) e adottò la croce nera come emblema dinastico. Nel XVIII secolo re Federico III detto “il Grande” creò l’Ordine Militare della Croce di Ferro (‘Eisenkreuz’), nel 1870, il re di Prussia venne elevato a Imperatore di Germania e la Croce di Ferro ne divenne uno dei simboli più noti. Passò poi alla Repubblica di Weimar, come segno della “continuità” con l’Impero e, successivamente al Terzo Reich nazista (al quale si deve la sinistra e immeritata fama di questo simbolo) e oggi alla Repubblica Federale Tedesca. Come Croce Teutonica è tutt’ora indossata dai membri del superstite Ordine Teutonico cattolico che ha sede a Vienna.

Croce di Resurrezione (o dell’Agnus Dei)

rossa in campo d’argento, cosiddetta perché rappresentata nella figure dei Cristo Risorto e nelle immagini dell’Agnus Dei, per questo detta anche “bandiera di resurrezione” (ma anche abbinata ad alcuni santi cavalieri come san Giorgio, o l’arcangelo Michele) fu adottata in antico dalla Chiesa di Roma. Uno degli esempi più antichi è nelle armi del Comune di Milano, rappresentato in un bassorilievo del 1171, e issato sul carroccio della Lega Lombarda nella battaglia di Legnano contro le armate di Federico Barbarossa il 29 maggio 1176.

Croce di San Giovanni

locuzione che identifica l’arma dell’Ordine di Malta simbolo ancora oggi esibito dall’omonimo Ordine (formalmente Ordine Militare Cavalleresco di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta) “di rosso alla croce piana d’argento”. Pare derivi direttamente dal Vessillo Imperiale di Costantino pertanto si potrebbe desumere che le città che hanno adottato nel loro passato questa insegna crociata intendessero dichiarare la loro fedeltà alla causa imperiale (“ghibellini”).

Croce di Tolosa (o di Languedoc, o Occitana)

antichissimo simbolo solare, probabilmente precristiano, si impose nel territorio tolosano all’inizio del XIII secolo compare sui sigilli del conte Raymond VI nel 1211, per essere poi adottato dalla città e, successivamente, da tutto il territorio della Languedoc tra il XIV e il XVIII secolo. Il significato comunemente attribuito vuole che i quattro bracci simboleggio gli elementi e le stagioni, e ogni pomello un mese dell’anno e il corrispondente segno zodiacale. Lo scrittore e politico, nonché sindaco di Tolosa, Dominique Baudis (1947-2014) ne fece l’emblema della regione Midi-Pyrénées e della mairie di Toulouse.