Cima

vedi Vetta.

Cimato

che ha un oggetto piantato sulla cima. Di figure che ne sostengono un’altra sulla cima. Cfr. Nodrito, Sostenente, Sostenuto, Sormontato.

Cimiero

qualsiasi figura che cima l’elmo, che serviva come abbellimento ma anche come riparo dal sole. Quando l’elmo ha una corona di grado, il cimiero si pone sempre sopra questa.
Sull’elmo, in origine un semplice casco metallico o un cilindro chiuso superiormente (detto “a bigoncia”) e libero da decorazioni, si cominciò a mettere un cimiero araldico ispirato ai colori o alle figure dello scudo, o riproducente animali ed oggetti di particolare valore simbolico. Si pensa che il popolarissimo emblema dei Visconti fosse stato in origine un cimiero e solo successivamente venisse inserito nel campo dello scudo. Più tardi venne rimpiazzato da piume di struzzo.

Cinghiale (o Cignale)

si rappresenta passante, passante, difeso (quando le zanne sono evidenti e di colore diverso dal corpo), accollato, lampassato.

Cinghiato

animale (cinghiale, porco, cavallo, elefante, pesce…) che ha una cintura in forma di fascia o cinghia nel mezzo del corpo di colore differente. Cfr. Stolato.

Cingolo

1) cintura di cuoio o di stoffa che cingeva le vesti dei soldati romani. 2) cintura in forma di fune con fiocchi alle estremità, con cui il sacerdote si cinge il camice intorno al corpo.

Cinquefoglie (anche Quinfolio, raro Quinquefolio, Pentafolio, Pentafillo)

figura convenzionale rappresentata come un fiore con cinque petali e un buco al centro che lascia intravedere il campo (se di colore differente si dice bottonata di…). Termine invariabile: pl. Cinquefoglie. Secondo alcuni rappresenterebbe il fiore di pervinca (Vinca Major). Cfr. Rosa.

Cinta

1) che gira intorno allo scudo, come la bordura, ma ridotta della metà e dista dai bordi quanto il suo spessore. Può essere dentata, merlata, merlettata, verso l’esterno o l’interno; doppia, tripla. 2) le mura che cingono una torre, un edificio, una città; possono esser merlate o meno.

Caudata

la cometa quando ha la coda di colore o metallo diverso da quello della stella. Nota: la cometa è caudata per definizione, quindi si blasona solo se di colore diverso o posizione particolare.

Caudato (di…)

quando l’animale ha la coda di colore diverso da quello del corpo.

Cavaliere

guerriero a cavallo armato di tutto punto. Cfr. Guerriero.

Cavalletto

nome antico dello Scaglione.

Cavallo

il più nobile degli animali (tanto che era raramente inserito nei Bestiarii e mai nel Medioevo rappresentato tra gli animali nell’Arca di Noè) che aveva il suo posto privilegiato accanto agli uomini. La sua posizione naturale è Passante, può essere bardato, corrente, allegro (senza finimenti), inalberato (rampante), sfrenato (senza freno, attributo specifico del cavallo inalberato e rivoltato di Arezzo), spaventato (impennato), recalcitrante (calciante con le zampe posteriori). Detto anche Puledro. Se ha la parte posteriore del corpo di pesce è un Cavallo Marino (raramente Ippocampo).

Centauro

figura mitologica, dal busto di uomo e il corpo di cavallo, di solito si raffigura saettante (con l’arco in mano in atto di scagliare un dardo).

Centrato

1) elemento, fascia o banda quando è posta in arco; ovvero “equidistante dal centro [dello scudo]”. Molti autori ritengano che sia una errata interpretazione di fasce e bande rappresentate su scudi convessi 2) attributo delle centine che cingono il Mondo, o il globo imperiale (nel quale sorreggono la crocetta).

Centro

punto nel mezzo geometrico dello scudo. Cuore.

Cerbero

animale mitologico in forma di cane con tre teste e coda di drago, eventualmente con una o più teste di serpente sul dorso, posto a guardia della porta dell’Inferno. Se porta un collare è ritenuto simbolo dell’arte medica, perché indica la missione di impedire l’accesso alla città dolente (P. Guelfi Camajani). Cfr. con Argo.

Cerchiato

1) di figure circondate o bordate da cerchi di smalto diverso: botti, tinozze, mastelli, vasi… 2) l’aquila provvista di corona (meglio coronata).

Cerchio

figura araldica circolare, come una piastra o un circolo di stoffa. Cfr. Anello, Cerchi Concentrici.

Cercine (anche Burello, meno corretto Torsello)

cerchio di strisce attorcigliate a ciambella di stoffa, nei colori delle armi, posta sull’elmo per trattenervi gli svolazzi. Cfr. Tortiglione.

Certosino (Ordine)

vedi Ordine Certosino.

Cervo (o Cervia)

animale nobile, può essere passante (posizione naturale, non si blasona), corrente (o lanciato), saliente, alato, ferito (se raffigurato colpito da un dardo), nascente (quando fuoriesce dal basso), ramoso (o ramifero se il colore delle corna è diverso). Nota: la sola testa di cervo (trofeo), vista frontalmente, si dice Rincontro, se scarnata (senza collo) si dice Massacro di Cervo. La femmina di cervo si dice anche Cervia (usata in modo “parlante” nelle armi dell’omonima città). Nota: secondo alcuni autori il suo colore “naturale” è rosso e nel caso non si dovrebbe blasonare.

Chermes (anche Kermes)

derivato dallo spagnolo Qermes, che ha originato l’aggettivo chermisi (da cui l’attuale cremisi), è un colorante estratto dalla cocciniglia e utilizzato per la preparazione di lacche, tinture per tessuti e pure come colorante alimentare. Vedi Cocciniglia.

Cherubino

testa di putto, in maestà, sostenuta da due ali speigate. Cfr. Angelo, Serafino.

Chiablese (arma)

“D’argento seminato di plinti neri, al leone dello stesso”

Chiave

normalmente posta in palo con l’ingegno verso destra, può essere di metallo o di colore, posta anche in fascia, in sbarra, in banda; spesso raffigurata accoppiata, in questo caso possono essere affrontate (quando gli ingegni sono volti l’uno verso l’altro), addossate (quando gli ingegni sono rivolti verso l’esterno), decussate (a croce di Sant’Andrea), accollate (quando sono poste dietro allo scudo).

Chiavi Pontificie (o di San Pietro)

simbolo dal V secolo di San Pietro Apostolo e contrassegno della dignità pontificia, una d’argento e una d’oro, decussate. Compaiono come simbolo della Chiesa nell’affresco restaurato da papa Innocenzo III (Lotario Conti di Segni, 1198-1216) nel catino absidale della vecchia basilica di San Pietro (del quale ci rimangono delle copie), dove una figura femminile con abiti imperiali (la Chiesa) consegna un vessillo rosso al papa, caricato da due chiavi d’argento in fascia.
Hanno sempre gli ingegni rivolti verso l’alto ad indicare il cielo, sono legate tra loro da una corda a nappe rossa: simboleggiano la potestà data da Cristo a Pietro e ai suoi successori di “legare e slegare” le cose in terra e in cielo. Hanno congegni traforati in forma di croce, a significare che non sono legate ad un uso pratico ma simbolo del potere religioso; la chiave d’oro allude al potere del pontefice nel Regno dei cieli, mentre quella d’argento al potere spirituale sulla Terra. Il primo ad usarle nelle proprie armi fu Bonifacio VIII (Benedetto Caetani, 1294-1303) il quale accollò a queste il proprio stemma, questo papa fu ideatore anche della seconda corona sulla tiara papale (la terza verrà aggiunta durante la cosiddetta Cattività Avignonese nel 1314).

Chiesa Cattolica Romana (vessillo della)

Inizialmente era un drappo rosso caricato da due chiavi d’argento poste in fascia, emblema tradizionale della Chiesa; in seguito venne mutata nella bandiera portata dal Cristo risorto, e dall’Agnus Dei, nonché da molti santi “difensori” della fede San Giorgio (e perciò scelta come simbolo dalle città di Genova e Londra), San Teodoro, San Michele e altri; si tratta essenzialmente di una croce rossa in campo d’argento (bianco) simbolo della Chiesa Universale e del Cristianesimo. Adottata come tradizionale insegna del partito guelfo è presente in mote armi di città, come Alessandria (in Piemonte), che l’adottò come chiaro segno di presa di posizione anti imperiale (il cui vessillo tradizionale è invece “rosso alla croce d’argento”), ma anche da molti Comuni “guelfi” (Milano, Vercelli, Padova, Bobbio, Reggio Emilia, Bologna; nonché dal “Popolo” di Firenze una delle due componenti della magistratura comunale medioevale). Cfr. con Chiavi Pontificie e Imperiale (Vessillo).

Capriolato

vedi Scaglionato.

Capriolo

altra denominazione dello Scaglione (dal francese Chevron, elemento di capriata).

Capro (anche Becco e Caprobecco)

maschio della capra, può essere raffigurato passante, fermo, saliente o infuriato (rampante), cozzante (quando combatte contro altro capro o picchia contro una figura). Anche Montone.

Carbonchio (propriamente Raggio di Carbonchio)

figura simboleggiante il luccichio del rubino (escarbuncle) e rappresentato come un cerchio (anello) con otto raggi cimati da un giglio. È detto anche Ruota Clevianaperché è l’emblema proprio del Ducato di Cleves(Sassonia). Rappresenta la leggenda secondo la quale questa pietra risplenderebbe di luce propria nelle tenebre.

Cardo

pianta gambuta, fogliata spinosa e fiorita. Emblema popolare della Scozia. Vedi Ordine del Cardo.

Carello

1) è il cuscinetto quadrato che sostiene il cimiero. 2) scudo araldico femminile. Dal latino Quadrellum, cioè “piccolo quadrato” cuscino, è a quest’ultimo che richiamano le armi femminili, come se fossero ricamate.

Caricato (o Carico)

scudo, pezza o figura, sulla quale è posta un’altra figura, di solito più piccola. Cfr. Sopracaricato.

Carnagione (di)

colore proprio della carni umane nude; con l’Armellino e il Vajo, sono le uniche che possono stare sia sul colore che sul metallo.

Carniola (arma)

arma propria del feudo della regione omonima oggi in Slovenia, “d’argento all’aquila spiegata d’azzurro, membrata imbeccata e coronata di rosso, caricata nel cuore di una luna scaccata d’argento e di rosso”.

Carro

figura caratteristica dell’araldica, si rappresenta in pianta, senza pianale e con il telaio formato dalla stanga, due assali con ruote, due travi collegate in triangolo. Emblema della dinastia dei Da Carrara o Carraresi di Padova.

Cartoccio (scudo)

vedi Accartocciato (scudo).