Comune di San Giovanni in Croce – (CR)

Informazioni

  • Codice Catastale: H918
  • Codice Istat: 19090
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 1880
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 16.14
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune


La figurazione dello stemma del Comune1 testimonia come il centro sorga al crocevia di due importanti strade: la Via Asolana, che collega Parma con Brescia, e la Via Giuseppina, che porta da Cremona a Mantova.

La figura della rocca, nella parte alta dello scudo, allude a quella che sorgeva presso San Zavedro ( ovvero “San Giovanni Vecchio”) l’antico borgo a levante del capoluogo, mentre il castello in punta simboleggia quello poi trasformato in villa patrizia, ancor’oggi esistente, conosciuta col nome degli antichi proprietari i Soresina-Vidoni o (più popolarmente) con quello della famiglia del marito dell’ultima proprietaria di quella stirpe il marchese Medici del Vascello. In origine si trattava di un fortilizio che è documentato dal 1264: in un atto la famiglia Ermenzoni lo vendette a Buoso da Dovara. Successivamente fu rinforzato nel 1341-45 dal signore di Milano Bernabò Visconti.

Venne distrutto nel 1406 da Cabrino Fondulo, signore di Cremona, che fece però erigere al suo posto un più grande maniero dandone incarico all’architetto Maffeo Moro, che venne completato nel 1407, proprio per il presidio delle strade e del contado contro le mire di Parma e Mantova.
Nel 1441 il castello e il suo territorio furono conquistati dai Veneziani, che li tennero fino al 1458, quando furono nuovamente ripresi dai Milanesi.
Nel 1486 il duca Galeazzo Sforza assegnò il castello e il feudo a Pietro Carminati di Brambilla, conte di Bergamino, il cui figlio Ludovico sposò Cecilia Gallerani (già favorita di Ludovico il Moro) nel 1492, che risedette saltuariamente a San Giovanni e diede vita ad una piccola corte. Fu grazie a lei che il severo castello cominciò a trasformarsi in elegante villa di campagna (alla bella Cecilia Gallerani, celebre modella di Leonardo da Vinci per “la dama con l’ermellino”, è dedicato anche il teatro civico).
Nel 1620 il feudo fu venduto (con la vicina Gussola) ad Alfonso de Pimentel; passò quindi ai Vidoni, poi creati marchesi Soresina-Vidoni, che nel 1623 aprirono il bel loggiato sul fronte meridionale della villa. Fu Giuseppe Antonio Soresina-Vidoni-Soranzo-Mocenigo, creato Principe nel 1817 dall’imperatore Francesco I d’Austria, a realizzare il grande parco monumentale della villa (circa 12 ettrari). Dal 2002 è proprietà comunale.

 

Dal 1928 il paese di SAN GIOVANNI IN CROCE (con Regio Decreto del 29 marzo 1928, n. 801) e fino al 1947 ha formato con la vicinissima Solarolo Rainerio il Comune di PALVARETO, dal nome del centro abitato più antico del territorio (noto già dall’XI secolo) che si trovava presso l’antica pieve della Natività di San Giovanni Vetero (San Zavedro) che venne soppresso dopo la II guerra mondiale per ridare autonomia ai due Comuni odierni.

(1): Correntemente il Comune usa uno stemma di campo argento, con la “croce” viaria in azzurro, anche se nella descrizione dello Statuto Comunale gli smalti risultano invertiti (e più coerenti): “Il Comune ha un proprio gonfalone ed un proprio stemma, costituito da figura geometrica che racchiude nel campo di azzurro una croce di argento di Sant’Andrea, caricata ai margini da piccoli alberi, accostata ai lati da due alberetti nodriti di verde e fondati sulla terrazza dello stesso, in capo una rocca, torricellata di due pezzi cilindrici e accostata lateralmente da due alberetti di verde sradicati e in punta da un castello torricellato di due pezzi laterali merlati alla guelfa aperti e finestrati di nero”.

Vedi anche: SOLAROLO RAINERIO (CR)

Nota di  Massimo Ghirardi

Si ringraziano Alessandro Neri e Stefano Sampaolo per la gentile collaborazione prestata

Bibliografia:

AA.VV.  DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini




Profilo araldico


Il Comune ha un proprio gonfalone ed un proprio stemma, costituito da figura geometrica che racchiude nel campo di azzurro una croce di argento di Sant’Andrea, caricata ai margini da piccoli alberi, accostata ai lati da due alberetti nodridi di verde e fondati sulla terrazza dello stesso, in capo di una rocca, torricellata di due pezzi cilindrici e accostata lateralmente da due alberetti di verde sradicati e in punta da un castello torricellato di due pezzi laterali merlati alla guelfa aperti e finestrati di nero.

Colori dello scudo:
azzurro

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune