Comune di Saint-Médard-en-Jalles – (33)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Saint-Médard-en-Jalles (Sent-Medart-en-Jalés, in guascone) è un comune del dipartimento della Gironde, nella regione della Nouvelle-Aquitaine.

Il nome, documentato da 1099 come Sanctus Medardus in Jalesio (o de Jales, in riferimento al santo titolare della chiesa parrocchiale nel territorio dei Pays de Jalès, cioè “nei paesi della Jalle” il nome del corso d’acqua locale, e termine col quale si indica genericamente un torrente nel Médoc.

L’attuale comune è infatti attraversato dal torrente Jalle, che lo divide in due parti: una appartenente alla subregione storica del Médoc (a nord con il centro storico) e una appartenente al Graves (a sud).

Fu soggetto a diverse signorie: a nord i Tiran-Tilh, a sud la signoria di Jalèz (o d’Astignan) che pervenne ai De Grailly o Grély; che si spartivano il territorio con i Berlfort, i Mothe-Gajac, de Corbiac, i De Magudas…

Dal XIII secolo la parte a nord del torrente (divisa tra la giurisdizione di Saint-Médard e di Belfort) venne assoggettata da Bordeaux; mentre la parte a sud fu affidata ai De Veyrines che ne manterranno il possesso fino ad una data precisa, il 7 ottobre 1526, quando il Prevosto d’Eysines, la magistratura locale, verrà anch’essa nominata dai Jurats di Bordeaux.

Nel 1660 il “sire” Jéhan Dupérier acquistò un terreno da Henri De Montaigne, e costruì sei mulini per “polveri” (da sparo) in uno dei quali trovò la morte durante una delle frequenti esplosioni che caratterizzarono l’inizio di questa particolare attività. Il 7 febbraio 1671 il Commissario Generale delle Polveri, acquistò dalla vedova, Marie Reculé, i mulini che diventeranno la “Poudrerie Royale” (poi “Nationale”) uno stabilimento di primaria importanza nella produzione di polveri per l’esercito.

L’attività verrà sviluppata nel XIX secolo: verso il 1886 si comincerà a produrre la “Polvere B senza fumi”, che darà avvio all’aumento della popolazione, per via della numerosa mano d’opera legata alla fabbrica. L’attività è tutt’ora fiorente (specializzata nello studio e produzione di sistemi di propulsione a polvere, civili e militari, compresi gli “airbag” delle automobili). Oggi la cittadina è considerata come una delle prime in materia di alta tecnologia e nel settore dell’Aeronautica Spaziale.

Il 14 dicembre 1789 venne decretata l’erezione del Comune di Saint-Médard-en-Jalles, effettiva dal 1 marzo 1790), che durante il periodo rivoluzionario prenderà il nome effimero di Fulminante-en-Jalles.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, per la presenza delle polveriere, la città verrà pesantemente bombardata dopo esser diventata anche sede di un campo di concentramento nazista.

Lo stemma, che si blasona: D’or à la barre de sable chargée de trois coquilles d’argent à plomb, accompagnée, en chef, d’un léopard de gueules allumé, lampassé et viléné aussi de sable, et, en pointe, d’une salamandre du champ dans sa patience aussi de gueules, au chef d’azur chargé de cinq annelets aussi d’argent entrelacés 3 et 2.” (D’oro, alla sbarra di nero caricata da tre conchiglie d’argento a piombo, accompagnate in capo da un leopardo di rosso, allumato, lampassato e immaschito di nero, e in punta da una salmandra del campo nella sua pazienza pure di rosso, al capo d’azzurro caricato da cinque anelletti d’argento intrecciati e posti 3 e 2).

La salamandra, animale mitico che vive nelle fiamme, rappresenta la “polveriera” locale, mentre il leopardo è ripreso dallo stemma dell’Aquitania. Le conchiglie poste sulla sbarra sono un simbolo del pellegrinaggio e ricordano come la località si trovasse lungo le grandi vie di pellegrinaggio medioevali. Gli anelli olimpici rappresentano lo sport in generale e sono un riferimento alle numerose organizzazioni sportive locali e all’importanza che ha lo sport per la crescita culturale.

È gemellato con Sabaudia, dal 1990.

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’oro, alla sbarra di nero caricata da tre conchiglie d’argento a piombo, accompagnate in capo da un leopardo di rosso, allumato, lampassato e immaschito di nero, e in punta da una salamandra del campo nella sua pazienza pure di rosso, al capo d’azzurro caricato da cinque anelletti d’argento intrecciati e posti 3 e 2”.

Colori dello scudo:
azzurro, oro
Partizioni:
capo
Oggetti dello stemma:
anelletto, conchiglia, leopardo, salamandra
Pezze onorevoli dello scudo:
sbarra
Attributi araldici:
a piombo, accompagnato, allumato, caricato, immaschito, in capo, in punta, intrecciato, lampassato, nella sua pazienza, posto 3-2

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune