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Info
- Codice Catastale: H394
- Codice Istat: 65106
- CAP: 0
- Numero abitanti: 7462
- Nome abitanti: rocchesi
- Altitudine: 624
- Superficie: 64.29
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 0.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Anche se la zona fu abitata in età preromana è probabile che l’abitato sia sorto verso il VII secolo per l’abbandono della vicina Paestum; durante il longobardo Principato di Salerno si ha notizia che nel X secolo il centro era denominato Casavetere di Capaccio e San Nicola de Aspro, il castro de Aspro viene citato per la prima volta in un diploma del 1092 che tratta della donazione della locale chiesa a quella di S. Nicola di Capaccio; presente nei Registri angioini al tempo di Carlo I d’Angiò contava circa 750 abitanti.
Prima feudatario vi fu un tal Guglielmo della famiglia Francesca; con la figlia Filippa, sposa di Gilberto di Fasanella, la proprietà passò ai baroni di Fasanella. Nel 1309 veniva infeduata quale baronia a Tomaso di Marzano, maresciallo del Regno per pervenire poi ad Andrea del Giudice, consigliere di re Ladislao e della regina Giovanna, e, alla di lui morte, al figlio Maso. Dopo il XIII secolo il feudo passò ai Sanseverino fino alla metà del XVI secolo. Nel 1549 apparteneva già alla famiglia Filomarino, alla quale rimase fino all’eversione della feudalità, e nel 1610 venne elevata a principato.
Lo stemma risulta riconosciuto una prima volta con decreto del Capo del Governo del 28 ottobre 1935, mentre la versione attuale è stata concessa con D.P.R. del 24 febbraio 1995: D’argento, al castello di rosso, mattonato di nero, chiuso dello stesso, munito di tre torri, ognuna con finestrella tonda di nero e merlata alla guelfa di tre, la torre centrale più alta e più larga e sormontata dall’aspide di verde, posta a guisa della lettera S maiuscola, con la testa rivoltata e linguata dello stesso. Ornamenti esteriori da Comune. L’emblema unisce quindi i due elementi che, apparentemente, formano il toponimo: la rocca (Il castello) e l’aspide, si tratta quindi di un tipico stemma “parlante” (probabilmente derivato da un antico sigillo).
Con lo stesso decreto del 1995 è stato concesso un gonfalone (un drappo partito di rosso e di verde) mentre con D.P.R. dell’11 ottobre 1999 è stata concessa una bandiera avente la stessa forma del gonfalone.
Bibliografia
Ebner P., Economia e società nel Cilento medievale, vol. 4, Edizioni di storia e letteratura, Roma 1979, pp. 390 e segg.
Ebner P., Chiesa, baroni e popolo nel Cilento, vol. 2, Edizioni di storia e letteratura, Roma 1982, pp. 402 e segg.
Informazioni storiche su http://www.prolocoroccadaspide.it/?page_id=469, consultato il 14/12/2016
Nota di Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo