Comune di Dnipro – (DP)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Dnipro (Dnipró / Дніпро in ucraino; Dnepr / Днепр  in russo) fino al 2016 si denominava ufficialmente Dnipropetrovs’k (Дніпропетровськ in ucraino; Dnepropetrovsk / Днепропетровск in russo): il toponimo venne modificato in funzione anti-sovietica e di derussificazione.

Capoluogo dell’Oblast (provincia) e del Distretto, si trova sulle rive del fiume Dnepr a sud di Kiev.

 

Lo stemma della città di Dnipro (Герб Дніпра́) è il simbolo araldico ufficiale della città, adottato con decisione del consiglio comunale del 6 settembre 2001.

 

Si compone di uno scudo arrotondato inferiormente, definito nel documento “slavo”, e raccomandato dalla Società Araldica Ucraina (Ukrayinsʹkym heralʹdychnym tovarystvom /  Українським геральдичним товариством.)

 

L’azzurro, tradizionale colore dei cosacchi, simboleggia le acque del fiume Dnepr, fondamentale per la vita della città, ma richiama anche lo smalto dell’emblema nazionale e lo stemma della antica città di Ekaterinoslav, precorritrice di Dnipro.

 

Nella parte superiore sono rappresentate le tre stelle d’argento a sette raggi, che incarnano diversi concetti: le stelle – un simbolo di grandi aspirazioni, ideali duraturi, indica il percorso verso il sublime, il maestoso, l’ideale. Simboleggiano anche le origini cosacche in omaggio al sigillo del Palanchino di Kodak (Kodatska Palanka), una delle unità amministrativo-territoriali dell’esercito cosacco della pianura di Zaporozhian nel XVIII secolo. Il centro del palanchino era la città di Novy Kodak (ora parte di Dnipro). In numero di tre vuole significare la combinazione di passato, presente e futuro; le tre parti della città, formate dai fiumi Dnepr e Samara (Sponda Destra, Sponda Sinistra, Ferrovia Prydniprovsky).

 

Le stelle inoltre richiamano gli schizzi di metallo fuso, le fonderie sono la principale industria della città, e che tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo contribuì alla trasformazione di un piccolo paese di provincia in grande centro industriale. Le stelle sono anche un richiamo allo spazio, all’Universo e alla locale industria aerospaziale.

Le tre stelle sono disposte nella forma della “V” latina, che significa “Victoris” (Vittoria) e riflette il desiderio della gente della città di nuovi traguardi.

 

La figura centrale dello stemma del Dnepr è formata da una sciabola e da una freccia incrociate d’argento, una combinazione che riflette l’origine cosacca e il sigillo del Palanchino di Kodak.

Come simbolo moderno, la freccia simboleggia il movimento, il desiderio di nuove altezze, e simboleggia l’industria aerospaziale, che si è attivamente sviluppata nel Dnepr dalla metà del XX secolo.

La sciabola è un antico simbolo di protezione, forza, potere riferito alla nazione Ucraina.

 

Lo stemma è circondato da un serto di quercia, simbolo di forza, legato da un nastro di quattro colori che riflettono epoche diverse: cremisi – cosacco, blu – Ekaterinoslav, giallo-blu – moderno.

 

I primi insediamenti nell’area risalgono a 150.000 anni fa. Nel I secolo giunsero nell’area le prime tribù slave. sull’isola Monastyrs’kyj nel IX secolo fu fondato un monastero da un monaco bizantino (il nome attuale dell’isola significa “del monastero”), che resistette fino al 1240 e venne distrutto dai Tatari. Il fiume Dnepr rappresentò per lungo tempo un confine fra popolazioni diverse, sulle sue rive vi furono frequenti battaglie tra i nomadi asiatici e slavi. Questa situazione continuò fino al XV secolo quando apparì un’altra forza, i cosacchi provenienti dall’area di Zaporižžja (letteralente: “oltre le rapide”), una provincia a sud di Prydniprovye.

 

La storia della città di Dnipro ebbe inizio in seguito all’espansione dell’Impero russo nei territori dell’attuale Ucraina a seguito del trattato di Küçük Kaynarca del 1774. Un primo insediamento venne fondato nel 1777 presso la confluenza del fiume Samara nel Dnepr per volontà del governatore di Azov Vasilij Cherthov su ordine del Principe Grigorij Aleksandrovič Potëmkin, governatore della Nuova Russia, al quale venne dato il nome celebrativo di Ekaterinoslav, (“la gloria di Caterina”) in onore alla zarina Caterina II.

 

Questo villaggio, che corrisponde oggi al paese di Novomoskovs’k, non riuscì tuttavia a svilupparsi a causa della sua posizione esposta alle alluvioni primaverili. Un atto ufficiale della zarina Caterina II, del 20 gennaio 1784, sancì la nascita di una nuova Ekaterinoslav, posta sulla sponda destra del Dnepr, nei pressi dell’antico insediamento cosacco di Polovytsia. Il 20 maggio 1787 il nuovo insediamento fu proclamato capoluogo dell’omonimo vicereame. Vennero poi chiamati per volontà di Potëmkin alcuni illustri architetti russi per poter dotare Ekaterinoslav di nuove e moderne infrastrutture e costruzioni. La morte del Principe e della zarina, insieme allo scoppio di un nuovo conflitto con gli Ottomani e la carenza di manodopera fecero tuttavia naufragare l’ambizioso futuro della città.

 

Nel 1794 aprì ad Ekaterinoslav la prima manifattura tessile. Dal 1797 al 1802 la città fu ribattezzata Novorossyisk per volontà dello zar Paolo I e proclamata capitale del governatorato della Nuova Russia. Dal 1820 al 1925 fu capoluogo della Gubernija di Ekaterinoslav. Per tutta la prima metà del XIX secolo la città rimase un centro di modeste dimensioni. La scoperta di grandi giacimenti di carbone a Juzovka(l’attuale Donec’k), di ferro a Kryvyj Rih e di manganese a Nikopol’, diede l’impulso a costruire una ferrovia che collegasse le località minerarie. Ekaterinoslav divenne il punto di passaggio sul Dnepr della nuova tratta ferroviaria, aperta al transito nel 1884, e di conseguenza la sua importanza strategica crebbe enormemente. Da piccolo centro di provincia la città divenne in pochi decenni un grande centro industriale e commerciale con nuovi quartieri operai sorti ai margini della città.

 

Nel 1917, dopo lo scoppio della Rivoluzione di febbraio, i bolscevichi cercarono invano di prendere il possesso della città. Con la ratifica del trattato di Brest-Litovsk del 1918 Ekaterinoslav fu assegnata al territorio della neonata Repubblica Popolare Ucraina. Il 5 aprile dello stesso anno la città fu occupata dalle truppe degli Imperi centrali in appoggio all’etmano Pavlo Petrovyč Skoropads’kyj. Per tutta la durata della guerra d’indipendenza ucraina Ekaterinoslav fu conquistata più volte dalle varie fazioni in lotta, come le truppe anarchiche di Nestor Machno o l’Armata dei Volontari del generale Denikin. In questa situazione estremamente instabile si verificarono nuovi violenti attacchi e saccheggi, compiuti sia dall’Armata Rossa che da quella Bianca oltre che da bande locali, contro la locale comunità ebraica.

 

Nel 1919 i bolscevichi presero definitivamente il controllo della città, che nel 1926 assunse il nome Dnepropetrovsk, dalla combinazione del fiume Dnepr (Dnipro in ucraino) con il cognome del leader sovietico Grigorij Petrovskij. 

 

Il 19 maggio 2016 il parlamento ucraino ha deciso di cambiare il nome della città in Dnipro, come parte del processo di decomunistizzazione.

 

Dnipro in epoca sovietica era uno dei centri-chiave della produzione di armi nucleari e dello sviluppo del programma spaziale dell’Unione Sovietica. Per questo motivo la città è rimasta per lungo tempo inaccessibile, infatti fino agli anni 1990 l’accesso era consentito solo con un apposito permesso del governo.

 

Il 20 maggio 1976 alla città di Dnepropetrovsk venne concessa la medaglia dell’Ordine di Lenin.

 

È gemellata con Lexington (Massachusetts, USA), Ploiești (Romania), Xi’an (Cina), Herzliya (Israele) e Wałbrzych (Polonia).

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Bozzetto originale acs/Pdc


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Profilo Araldico


Non ancora una blasonatura

Colori dello scudo:
azzurro
bandiera ridisegnata

Disegnato da: Bruno Fracasso

bandiera Ufficiale
no bandiera
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LEGENDA

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