Comune di Terenzo – (PR)

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Info
  • Codice Catastale: E548
  • Codice Istat: 34038
  • CAP: 43040
  • Numero abitanti: 1239
  • Nome abitanti: terenzini
  • Altitudine: 541
  • Superficie: 72.34
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 42.0
  • Comuni confinanti:

    Berceto, Calestano, Fornovo di Taro, Sala Baganza, Solignano

  • Santo Patrono: santo Stefano
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Si pensa che sia l’erede dell’antico luogo di mercato di Forum Druentunorum, ma alcuni vogliono derivare il toponimo di Terenzo da un insediamento o fondo di tale Terentius.

L’11 giugno 948 il re Lotario donò il feudo di Treuntio al vescovo di Parma Adeodato I, forse già con la chiesa dedicata a Santo Stefano Martire, che era certamente esistente nel 1141, anno nel quale è menzionata in una bolla di papa Innocenzo II.

Il territorio dell’attuale circoscrizione amministrativa fu governato da diversi feudatari, tra i principali i Pallavicino, i Rossi di San Secondo e i loro alleati i Palmia.

Stemmi delle famiglie Pallavicino, Rossi di San Secondo, Palmia

Nel 1294 una catastrofica frana travolse il borgo di Terentium (all’epoca più esteso di quello attuale) che venne prontamente riedificato e che, nel 1329, fu in grado di ospitare l’imperatore Ludovico il Bavaro e le sue truppe di ritorno da Roma.

Stemma di Ludovico il Bavaro

Nel 1333 anche il re Giovanni I di Boemia sostò nel villaggio insieme al figlio principe Carlo, il quale nella notte del 15 agosto (festa dell’Assunta) fece un sogno che lo sconvolse. Quando nel 1355 Carlo, nel frattempo divenuto a sua volta imperatore, si ricordò della sconvolgente visione avuta a Treuntium e ordinò la costruzione di una cappella dedicata a Santa Maria degli Angeli sul luogo dell’antica chiesa distrutta, dipendente dalla cattedrale di Praga, ricevendone l’approvazione da parte del vescovo di Parma, Ugolino de’ Rossi; l’anno seguente Carlo IV revocò l’assegnazione alla diocesi del feudo e lo assoggettò direttamente al Sacro Romano Impero.

 

 

 

 

 

 

Stemmi di Giovanni di Boemia e di Carlo IV di Lussemburgo Boemia

Il centro principale dell’attuale territorio era, nel medioevo, Bardone, sede della importante pieve dedicata all’Assunta lungo la via Francigena, che prende il nome dal Monte Bardone ovvero il “Mons Longobardorum” e che ancora conserva (oltre alla pieve dell’XI secolo) i più antichi archivi parrocchiali della Diocesi di Parma (1528).

Nel 1365, Gerardo Zily fonda a Terenzo un ospizio (xenodochio) per l’assistenza dei viandanti e pellegrini che percorrono l’antica Via di Monte Bardone (via del “Mons Longobardorum”: ‘monte dei Longobardi’), più tardi denominata Via Francigena.

Il borgo fu nuovamente distrutto nel 1552, per rappresaglia, dalle truppe imperiali, che diedero fuoco alle abitazioni per punire la popolazione; si salvarono soltanto la chiesa di Santo Stefano, ricostruita nel 1494, la casa dei frati dell’ospizio e l’osteria.

Nuovamente ricostruito, il paese fu in seguito assegnato ai conti Bajardi, che ne mantennero l’investitura fino al 1805, quando i decreti napoleonici sancirono l’abolizione dei diritti feudali.

Stemma della famiglia Baiardi

Nel 1806 venne creato il Comune di Selva del Bocchetto, ma pochi mesi dopo la sede venne stabilita a Lesignano Palmia con conseguente cambio di denominazione (donde la primitiva denominazione del Comune e della stazione ferroviaria che verrà aperta anni dopo lungo la linea Parma-La Spezia).

Nel 1811 il Municipio fu spostato a Boschi di Bardone lungo il tracciato della nuova strada carrozzabile napoleonica completata dalla Duchessa di Parma Maria Luigia d’Austria.

Nel 1814 essendo la nuova sede troppo decentrata si riportò la sede a Lesignano Palmia, infine il Regio Decreto del 30 ottobre del 1924 rinominò il Comune di Terenzo ove fu spostata definitivamente la sede municipale, più o meno centro geografico di un territorio assai aspro e boscoso (mentre la stazione assunse la denominazione della vicina, e divenuta frazione, Selva del Bocchetto).

Lo stemma comunale è composito, ma possiamo considerarlo un semi-partito troncato con una fascia riportante il nome abbreviato di “Forum Druendi” sulla linea di troncatura. Nel primo campo del partito: d’azzurro alla testa cavallo al naturale e guardante un sole d’oro orizzontale a destra con otto raggi d’oro acuti alternati ad altrettanti ondeggianti (emblema dei Bajardi). Nel secondo campo del partito di rosso al leone d’oro (emblema brisato dei conti Rossi di San Secondo). Nel campo inferiore un terrazzo verde sostenente una torre merlata di due alla ghibellina al naturale, campo di cielo: simbolo del “castello”, della libertà comunale e dell’amministrazione politica.

Note di Massimo Ghirardi

Bibliografia:
AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.

AA.VV. STEMMI DEI COMUNI E DELLE PROVINCE DELL’EMILIA-ROMAGNA, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.

Romolotti (Giuseppe) a cura di. STORIA E GUIDA AI COMUNI EMILIANI. Il Quadrato, Milano 1972

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Semi-partito troncato: alla fascia riportante il nome abbreviato di “Forum Druendi” sulla linea di troncatura. Nel primo: d’azzurro al cavallo al naturale e guardante un sole d’oro orizzontale a destra con otto raggi d’oro acuti alternati ad altrettanti ondeggianti. Nel secondo: di rosso al leone d’oro. Nel campo inferiore: un terrazzo verde sostenente una torre merlata di due alla ghibellina al naturale, campo di cielo”.

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI

Stemma della famiglia Rossi di San Secondo.

Stemma della famiglia Pallavicino

Stemma della famiglia Baiardi

Stemma di Carlo IV di Lussemburgo Boemia

Stemma di Giovanni di Boemia

Stemma di Ludovico il Bavaro

Stemma della famiglia Palmia.

Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo di azzurro…”

COLORI
ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
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