Ligonchio
Ligonchio
La località montana deriva probabilmente da “Lacunculus” (‘piccolo lago’) e fu ceduta nel 1076 da Beatrice di Lorena, madre della contessa Matilde di Canossa, all’Abbazia benedettina da lei fondata a Frassinoro, nel Modenese, anche se il potere inizialmente fu in realtà dai Dalli, nobili feudatari provenienti da Sillano in Toscana, che nel 1383 cederanno ai Vallisneri, che tenevano il dominio nel territorio intorno all’attuale Collagna. Nel 1431 le comunità del territorio di Minozzo, delle quali Ligonchio faceva parte, si sottomisero al duca Nicolò d’Este di Ferrara e resteranno sotto il Ducato di Modena fino all’istituzione della Repubblica Cisalpina nel 1796. Dopo la parentesi del Regno Napoleonico il territorio verrà unito al Regno d’Italia nel 1819, nel 1859 il Dittatore per le Provincie Emiliane del Regno di Sardegna, Luigi Carlo Farini, istituì con il Comune di LIGONCHIO distaccandolo da Villa Minozzo.
Lo stemma, di una certa antichità, alzato dal Comune è stato riconosciuto con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 21 agosto 1959, ed è così blasonato: “D’argento al giglio di rosso”. Non è chiaro perché si sia scelto questo simbolo, che secondo alcuni rassomiglia quello di Firenze e ricorderebbe l’insediamento di esuli guelfi provenienti da Firenze.
La particolare fora di giglio “doppio”, cioè costituito con due corolle contrapposte e “legate” al centro (forse con intento “parlante”) deriva forse da quello (semplice e bocciolato) raffigurato nel 1233 su alcune monte coniate dal vescovo Nicolò Maltraversi dal 1211 vescovo-conte di Reggio Emilia.
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune