Comune di Zaventem – (23)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

L’antico nome della municipalità di Zaventem era Saventhem e oggi si trova nella regione del Vlaams Brabant (Brabante Fiammingo), alla periferia della città di Bruxelles, della quale è area metropolitana. La zona è anche inclusa nel territorio del Dijleland, una delle tre grandi aree ricreative che insieme formano il Groene Gordel (“cintura verde”) intorno alla regione di Bruxelles-Capitale. È un pallido ricordo della foresta di Saventerlo, riserva di caccia dei duchi di Brabante.

 

L’attuale circoscrizione amministrativa comprende anche i territori dei comuni soppressi di Nossegem, Sint-Stevens-Woluwe, Sterrebeeke.

 

Il suo nome è legato alla presenza sul suo territorio dell’aeroporto internazionale della capitale, creato in occasione della Esposizione Universale.

 

L’antico centro di Saventa è documentato dal 1117, e il nome sembra legato alla presenza di sette stagni allora utilizzati come peschiere, o alla “sabula”: l’argilla sabbiosa che caratterizza il terreno.

Altri interpretano il nome Zaventem come “zeven tommen” (che significa sette tumuli: luoghi di sepoltura gallo-romani) o “zaaivelden” (che significa “campo per la semina”).

 

Il villaggio sorse all’intersezione di due importanti vie di comunicazione, una che conduceva da Vilvoorde a Tervuren e un’altra da Bruxelles a Erps, intorno alla chiesa di San Martino di Tours, appartenente all’abbazia di Nivelles, fino al 1147, quando passò alla Diocesi di Cambrai (dal 1559 appartiene all’Arcidiocesi di Mechelen/Malines). Il territorio era frazionato tra diverse signorie: l’abbazia di Forest, quella di Kortenberg e i signori laici.

 

Nel 1112 il nobile Ricardus, vassallo di Lambertus di Craynhem, venne nominato signore di Saventem e, nel 1122, la signoria venne ceduta in parte al cavaliere Hendrik van der Meeren, la cui famiglia verrà riconosciuta come unica feudataria nel 1381, e la manterrà fino al 1605, con la residenza nel castello che si trovava accanto alla chiesa parrocchiale (definitivamente demolito negli anni ’20 del XX secolo).

 

Nel 1605 Ferdinand de Boisschot (1560-1649), Cancelliere del Duca di Brabante, divenne signore di Zaventem e nel 1621 ottenne il titolo di “barone di Zaventem” e comprese anche i territori di Nossegem, Sterrebeek, Sint-Stevens-Woluwe. La baronia verrà abolita con l’arrivo dei rivoluzionari francesi.

 

Nel XIII secolo, lungo il fiume Woluwe, vennero installati vari mulini ad acqua che furono successivamente convertiti in cartiere. Inizialmente, il fiume aveva molte curve lungo il suo percorso a Zaventem, il che rendeva piuttosto difficile l’approvvigionamento di energia dall’acqua. Nel 1208 il duca Godfrey, diede ordine di modificare ed elevare il percorso del fiume in modo che i mulini ricevessero una quantità sufficiente di acqua. Di ciò ha notevolmente beneficiato l’industria della carta, soprattutto nel XVIII e XIX secolo.

 

Lo stemma della municipalità di Zaventem fu concesso una prima volta il 24 settembre 1904, ma venne modificato con nuova concessione del 4 gennaio 1995.

 

Quello in uso mostra lo scudo derivato dagli stemmi di Zaventem e Nossegem, con i tre ferri di mulino azzurri in campo oro, accollato a due aste da parate con gli stendardi caricati dagli stemmi degli ex comuni di Sterrebek e di Sint-Stevens-Woluwe.

 

I ferri di mulino (cosiddetti perché ricordano il gancio che serviva a fermare le macine nei loro alloggiamenti) sono ripresi dalle armi dalla famiglia dei baroni Boisschot, signori di Zaventem e Nossegem che, a loro volta lo derivarono da quello della famiglia Rovere del XIII secolo. In questo contesto hanno assunto anche il valore di ricordare lo sviluppo industriale della zona grazie alla forza dei mulini e della forza idraulica in genere.

 

In fiammingo si blasona: “In goud drie molenijzers van lazuur. Het schild geplaatst voor de zilveren schachten van twee banieren, rechts: in lazuur een schildhoofd van zilver beladen met drie palen van keel, links: in goud een dwarsbalk van lazuur beladen met drie potten van goud”. (D’oro, a tre ferri di mulino d’azzurro. Lo scudo posto davanti alle aste d’argento di due stendardi, a destra: d’azzurro al capo d’argento a tre pali di rosso; a sinistra: d’oro alla fascia d’azzurro caricata da tre pentole d’oro). (Decreto Ministeriale del 4 gennaio 1996).

 

La bandiera del comune, interzata in fascia di oro, di azzurro e di bianco e riporta anche la testa di cinghiale che ricorda come in passato fosse l’area di caccia del ducato.

 

Zaventem è gemellata con il comune francese di Availles-Limouzine e con quelli tedeschi di Blankenheim e Kronberg im Taunus.

 

Curiosità: presso gli storici dell’arte la cittadina è conosciuta per la presenza nella sua chiesa parrocchiale (oggi nelle forme della ricostruzione del 1567) di un dipinto di Anton van Dyck del 1621, rappresentante San Martino e il mendicante, che l’artista realizzò durante una sua visita alla città. Il dipinto è stato di ispirazione per lo stemma del comune italiano di San Martino dall’Argine (provincia di Mantova).

 

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini



Profilo araldico


“D’oro, a tre ferri di mulino d’azzurro. Lo scudo posto davanti alle aste d’argento di due stendardi, a destra: d’azzurro al capo d’argento a tre pali di rosso; a sinistra: d’oro alla fascia d’azzurro caricata da tre pentole d’oro”.

Oggetti dello stemma:
ferro di mulino
Profilo Araldico

Drappo interzato in fascia di giallo, di azzurro e di bianco, caricato sull’azzurro della testa di cinghiale al naturale”.

bandiera ridisegnata

Disegnato da: Bruno Fracasso

bandiera Ufficiale
no bandiera
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LEGENDA

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