Comune di Vitry-le-François – (51)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Vitry-le-François è un comune del dipartimento della Marne (Marna), nella regione Champagne-Ardenne, sulla riva destra di quel fiume. La città stata creata nel 1545 per volontà del re di Francia Francesco I Valois (che ne latinizzò il nome in Victriacum Franciscum), per sostituire il precedente borgo di Vitry-en-Perthois (a qualche distanza da esso, in seguito pure riedificato), dal nome del territorio, il Perthois, soggetto al conte di Champagne e del quale era il centro principale, distrutto durante la guerra contro Carlo V. La nuova città, progettata e realizzata secondo un piano ortogonale dall’architetto di origine italiana Girolamo Marini, ricevette dal re anche il determinante toponomastico e l’emblema della salamandra.

Nel 1542 ebbe, infatti, inizio la “IX Guerra d’Italia” e nel 1544 l’imperatore Carlo V d’Asburgo, alleato di Enrico VII d’inghilterra, entrò nello Champagne e assediò la città di Saint-Dizier, mentre una parte dell’armata di Francesco I si trovava a Vitry-en-Perthois. Carlo V ordinò l’attacco e la distruzione di Vitry costringendo alla fuga dei soldati francesi verso Châlons. Il 18 settembre 1544 Francesco I e Carlo V firmarono la Tregua detta di Crepy-en-Laonnois. Dopodiché il re francese decise la costruzione della nuova città di Vitry in “faccia” ai territori imperiali, in una posizione meglio difendibile della precedente, presso l’antico borgo di Maucourt (o Moncourt) e le concesse il proprio nome e l’emblema della salamandra, col celebre motto “Nutrisco et extinguo”.

Il territorio era di proprietà dell’Ordine dei cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme (oggi Ordine di Malta), che ne vennero espropriati e indennizzati (con 300 livres all’anno). Non senza reticenza, gli abitanti di Vitry (detta ormai “Vitry-la-Brûlée”: ‘Vitry la Bruciata’) vennero trasferiti nel nuovo centro ma e ricevettero numerosi vantaggi economici.

La posizione strategica del centro lo ha esposto a innumerevoli attacchi lungo il corso della storia, dal Medioevo in poi.

Il 3 agosto 1914 la Germania dichiarò guerra alla Francia, l’indomani il genetrale Joffre stabilì il suo Quartier Generale prorpio a Vitry e il 1 settembre la città venne conquistata dai tedeschi, ma la maggioranza della popolazione residente aveva già abbandonato le proprie case, il curato-arciprete diVitry e alcuni notabili locali vennero arrestati, ma con la loro mediazione la città evitò di essere rasa al suolo (verranno tutti citati per questo all’Ordine del Merito della Nazione), 402 cittadini perderanno la vita nei combattimenti e la città riceverà la prima Croix-de-Guerre.

Il 16 maggio 1940 l’aviazione nazista bombardò la città e il quartiere di Saint-Germani venne completamente distrutto, successivamente subirà numerosi ulteriori attacchi e il 12 giugno il “maire” Prud’homme ordinò l’evaquazione della città che verrà occupata dai nazisti. Nel giugno 1944 la città venne completamente rasa al suolo dai bombardamenti alleati e numerose furono le vittime civili. Il 29 agosto 1944 la città venne liberata dagli Americani e dai partigiani locali. Riceverà al termine del conflitto la seconda Croix-de-Guerre e la città (uno dei borghi “più belli di Francia”) sarà ricostruita abbastanza fedelmente allo stile rinascimentale originale dall’architetto Maurice Clauzier (1897-1984).

Durante il periodo rivoluzionario portò in nome di Vitry-sur-Marne.

Lo stemma cittadino, risalente all’epoca di Francesco I, si blasona: “D’azur à une salamandre d’or, la tête contournée et couronnée de même, couchée dans un bûcher ardent de gueules ; au chef d’azur soutenu d’or et chargé de trois fleurs de lys de même” (D’azzurro alla salamandra d’oro, con la testa rivoltata e coronata dello stesso, coricata su un letto di fiamme ardenti di rosso; al capo d’azzurro sostenuto da una fascia indivisa d’oro, caricato da tre gigli dello stesso). L’emblema è stato attribuito a Francesco dal suo precettore, Artus Gouffier de Boissy, e apparteneva già al padre del re, Carlo d’Angoulême e si accompagna al tradizionale motto NUTRISCO ET EXTINGUO (« Me ne nutro e lo estinguo » o « Io mi nutro [del fuoco buono] e tengo lontano [ il fuoco cattivo]» col significato di « sostenere il bene e combattere il male »).

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Oggi la città usa preferibilmente un “logo” di tipo commerciale, adottato nel 1008, si compone di un cerchio che simboleggia la coesione sociale e l’unione, aperto per non essere auto-referenzile e disponbile verso il mondo, al centro un V maiuscola richiama il toponimo ed è rappresentata “in volo” e in forma di freccia verso il futuro.

 

 

(1): L’animale è presente anche in altri emblemi civici francesi; come in quelli delle città di Le Havre, di Sarlat-La Canéda.

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Bozzetto originale acs/Pdc


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Profilo araldico


“D’azzurro alla salamandra d’oro, con la testa rivoltata e coronata dello stesso, coricata su un letto di fiamme ardenti di rosso; al capo d’azzurro sostenuto da una fascia in divisa d’oro, caricato da tre gigli dello stesso”

Oggetti dello stemma:
fiamma, giglio, salamandra, testa
Pezze onorevoli dello scudo:
fascia in divisa
Attributi araldici:
ardente, caricato, coricato, coronato, rivoltato, sostenuto

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
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  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune