Città di Vico Equense – (NA)

Informazioni

  • Codice Catastale: L845
  • Codice Istat: 63086
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 20980
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 29.30
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Secondo lo Statuto del Comune di Vico Equense (art. 5) lo stemma “è quello esistente sul portale principale del Palazzo Comunale di via Filangieri” ed è rappresentato da “un antico torrione merlato da cui si elevano altre tre torri finestrate anch’esse merlate, sovrastate da tre stelle, il tutto poggiato su un lembo di terra bagnato dal mare e contornato rispettivamente al lato sinistro da un ramo d’ulivo ed al lato destro da un ramo di quercia. Al torrione di basamento si accede attraverso una porta a due battenti di cui uno aperto”.

 

La descrizione, non proprio esatta, differisce alquanto dall’emblema realmente utilizzato anche se l’elemento principale, il “torrione” o “castello” sorgente dal mare, rimane in tutte le versioni dello stemma comunale. Nella versione in uso (derivata dal gonfalone) mancano le finestre e i battenti del portone, i rami “dentro” allo scudo sono entrambi di alloro (alloro e quercia, regolamentari, sono quelli che circondano lo scudo) e il mare non è rappresentato nel suo colore ordinario.

 

Secondo alcuni, il fortilizio simboleggerebbe il castello Giusso, costruito dal conte Sparano di Bari che fu feudatario tra il1248 e il 1289. Sotto i Carafa, alla fine del XV secolo, il castello aveva effettivamente tre torri di cui la centrale, detta “Torre Mastra”, più elevata. Ristrutturato da Ferrante Carafa, che abbatté due delle tre torri, e ancora verso il 1640 da Filippo Ravaschieri, il castello fu protagonista anche di diversi episodi bellici, tra i quali la resistenza alle incursioni piratesche del 1530 e 1636 che furono respinte grazie ai suoi cannoni. L’attuale aspetto risale agli interventi di “restauro” effettuati nel XIX secolo dal duca Luigi Giusso dal quale prese la denominazione corrente.

 

Sempre lo Statuto (art. 6) prescrive che il gonfalone si un drappo azzurro.

 

In ogni caso l’emblema simboleggia la posizione della città, che si trova su un blocco tufaceo-calcareo, sorgente dal Mar Tirreno, nella parte meridionale del golfo di Napoli, all’inizio della costiera sorrentina.

Il toponimo “Vicus” indicava un borgo abitato di un certo rilievo (più grande del “pagus”: villaggio), non munito di mura, mentre il determinante Equense deriva dal termine latino “aequa” che significa, appunto, “piana“, proprio ad indicare quest’aspetto del territorio e richiama l’antica città di Aequa, nella piana Aequana, citata da Silio Italico, nel poema “Punica” risalente al I secolo, dove cita un certo guerriero di nome Murrano, proveniente dall’Aequana, un territorio vicino Sorrento, un tratto di costa che oggi viene identificato nella frazione di Seiano.

 

Nel periodo aragonese/angioino il vecchio borgo sul pianoro si sviluppò, grazie anche ai profughi di Aequa, divenuta oggetto di razzie da parte dei pirati: per difendersi dai quali vennero costruite le mura, al cui interno fu poi edificata la cattedrale con annesso palazzo vescovile ed il castello. Con il passare degli anni intorno al centro si svilupparono, sparsi anche sui monti circostanti, spesso intorno a chiese, piccoli borghi, che costituiscono le attuali frazioni; fu tuttavia nel XIX secolo che si ebbe un totale riassetto dell’urbanistica: vennero infatti eliminate le mura e fu aperta la strada che collegava Castellammare di Stabia con Sorrento; fu in questo periodo, inoltre, che iniziò la forte vocazione turistica del paese, soprattutto durante il periodo estivo, sia come luogo balneare che termale, grazie alla presenza del complesso termale dello Scrajo.

 

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Fonte: Comune di Vico Equense

Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini



Profilo araldico


“D’azzurro, al castello merlato e torricellato di tre d’argento, murato di nero e aperto del campo, fondato sulla campagna di terreno al naturale, fiancheggiato da due rami di alloro di verde, fruttiferi d’oro, nodriti dal terreno, sormontato da tre stelle pure d’oro male ordinate. Ornamenti esteriori da Città”.

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Reperito da: Luigi Ferrara

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo Araldico


“Drappo di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    29 Maggio 2002