Città di Sondrio – (SO)

Informazioni

  • Codice Catastale: I829
  • Codice Istat: 14061
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 22365
  • Nome abitanti: sondriesi
  • Altitudine: 211
  • Superficie: 2043.00
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Capoluogo della Valtellina, deriva il suo nome dal longobardo “sunder”: “terreno riservato” e anche “luogo per i commercio”, indicante un importante luogo di transito e scambio che poi fu all’origine della città sulla Via Valeria (o Valeriana) da Colico verso i valichi alpini. Questa via non correva nel fondovalle, spesso soggetto alle alluvioni dell’Adda, ma lungo la costa dei monti. Secondo la tradizione però l’insediamento avvenne per opera di popolazioni celto-liguri sul colle di Mesegra (secondo alcuni anche gli Etruschi avrebbero avuto un loro stanziamento in questa zona). In ogni caso è dal VII secolo, con i Franchi, che la località assume una certa rilevanza, come punto di controllo per i transiti verso la Val Malenco. Intorno al 1000 si dota di un complesso difensivo comprendente tre castelli in posizioni elevate, dei quali rimane solo quello di Mesegra (nelle sue forme trecentesche) che fu la residenza dei “Capitani” della Valle, che assunsero anche il cognome Capitanei e divennero i principali feudatari della Valtellina. Nel 1325 la città ebbe una nuova cinta muraria, dopo che la precedente fu distrutta della armate imperiali. Nel 1335 passò sotto il dominio dei Visconti, che ampliano il castello di Mesegra nel 1491. Dal 1512 fu sede anche del Governatore dei Grigioni dopo che tutta la valle entrò a far parte dalla “Grauver Bund”, la Lega Grigia guidata formalmente dal vescovo di Coira (l’attuale Chur, capoluogo del Cantone Grigioni), sotto il cui dominio restò fino al 1797, quando venne forzosamente aggregata, assieme a tutta la Valtellina, la Valchiavenna e il Contado di Bormio alla Repubblica Cisalpina diventando capoluogo del Dipartimento dell’Adda. Durante la “Restaurazione” (che determinò il passaggio al Regno Lombardo-Veneto Asburgico) venne completata la strada di fondovalle, progettata dall’Amministrazione napoleonica, che determinò uno sviluppo verso il piano della città. Col passaggio al Regno d’Italia tutta l’area, compresa la Valchiavenna e Bormio, arriverà a formare la Provincia di Sondrio, tranne i Comuni di Poschiavo e Brusio che resteranno (e restano tutt’ora) nella Confederazione Elvetica. Come riporta lo Statuto Comunale: “Il Comune di Sondrio si fregia del titolo di città, ed ha il proprio gonfalone ed il proprio stemma, riconosciuti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 ottobre 1946”. Da notare che il termine “riconosciuto” denota che l’arma civica era in uso già precedentemente e che il Decreto ne conferma l’attribuzione alla città. Storicamente l’emblema più antico della città, dominata dalla fazione filo-papale, era nel 1328 composto da uno scudo azzurro seminato da gigli d’oro (forse caricato di un lambello rosso), riferimento allo stemma d’Angiò e tradizionale insegna del partito guelfo dopo che i duchi d’Anjou ebbero sconfitto gli Svevi nella lotta per il Regno di Sicilia. Da quello deriva il “capo d’Angiò” tipico dell’araldica (non solo civica) dell’Italia centrale e della Pianura Padana meridionale (vedi Provincia di Bologna). Nel Nord del nostro Paese il riferimento all’emblema Angioino si limita a una “citazione” attraverso l’inserimento nello scudo di uno o più gigli d’oro (i classici “Fleur de lys” dei re Francesi) o del solo lambello. Successivamente (prima del XVI secolo) vennero aggiunti i simboli agiografici dei protettori della città: i santi Gervasio e Protasio che, martirizzati per decapitazione, sono richiamati dalle spade e dalle palme di martirio. Pur variando di posizione nel tempo questi saranno gli elementi dello stemma di Sondrio, che verrà codificato nel 1838 dall’Imperatore Austriaco (formalmente re del Lombardo-Veneto) che concederà anche il titolo di “città regia”. Il “brevetto” (secondo le norme dell’Araldica Civica del Regno) imponeva uno scudo azzurro e una corona nobiliare a tre fioroni in vista, dalla quale era nascente un’aquila bicipite dal volo spiegato. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo comparvero illustrazioni dello stemma cittadino con lo scudo partito d’azzurro e d’argento; errore che venne ufficializzato dal formale “riconoscimento” del 28 ottobre 1946 (e già ripreso dalla concessione dello stemma alla Provincia di Sondrio del 1923). Quindi, oggi, abbiamo il contrasto tra la concessione asburgica, con il campo dello scudo completamente azzurro, e quella sabauda, con il campo partito d’azzurro e d’argento. Nell’illustrazione, seguendo Marco Foppoli, abbiamo adottato quella storicamente più corretta. Stemma: [Per maggiori informazioni vedi: Marco Foppoli “GLI STEMMI DEI COMUNI DELLA VLATELLINA E VALCHIAVENNA” Alpinia 1999] Note di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Fonte: Giovanni Giovinazzo

Fonte: Archivio Centrale dello Stato

L'ideatore è: Marco Foppoli

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Reperito da: Anna Bertola

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’azzurro alle due spade decussate d’argento manicate d’oro, con le punte rivolte verso l’alto, accollate a due rami di palma al naturale di verde pure decussate, accompagnate in capo da un giglio d’oro. Ornamenti esteriori di Città”.

Colori dello scudo:
azzurro
Oggetti dello stemma:
giglio, punta, ramo di palma, spada
Attributi araldici:
accollato, accompagnato in capo, decussato, manicato, rivolto verso l'alto

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Fonte: Giovanni Giovinazzo

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo partito d’azzurro e di bianco riccamente ornato di ricami d’oro, caricato dallo stemma sopradescritto con l’iscrizione centrata in oro: “Città di Sondrio”. Le parti di metallo ed i cordoni saranno d’orati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto azzurro con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’oro”.

Colori del gonfalone: azzurro, bianco
Partizioni del gonfalone: partito
Profilo Araldico

“Drappo partito di azzurro e di bianco…”

bandiera ridisegnata

Disegnato da: Bruno Fracasso

Reperito da: Luigi Ferrara

bandiera Ufficiale
no bandiera
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    31 Ottobre 1839

    Decreto Imperiale.


    Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM)
    riconoscimento
    28 Ottobre 1946