Comune di Sarmato – (PC)

Informazioni

  • Codice Catastale: I434
  • Codice Istat: 33042
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 2868
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 26.96
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Descrizione dello stemma del Comune di Sàrmato secondo il Regio Decreto di Vittorio Emanuele III del 10 marzo 1932:
“D’oro al castello torricellato di tre di rosso, aperto e finestrato di nero, la torre centrale, più alta, banderuolata d’azurro, alla banda d’argento, accostata da due stelle dello stesso”.
Note di Massimo Ghirardi

Lo scudo d’armi del Comune di Sarmato richiama il complesso fortificato (con pianta rettangolare con mura a scarpa e posto su un luogo elevato con un mastio di 30 metri d’altezza).
Sul mastio sventola una bandiera con le armi degli Scotti (d’azzurro alla banda d’argento, accostata in alto e in basso da una stella d’oro a otto punte).

Il nome richiama un antichissimo insediamento di Sarmati del V secolo. Anche se una leggenda locale tramanda la fondazione nel 500 a.C. da parte di Sarmo, fratello di Olubro mitico signore di Piacenza, e fondatore a sua volta della vicina BURGUS OLUBRÆ (oggi Castel San Giovanni).
Nel 1376 il castello è in mano a i Visconti che ne affidano il controllo a Bartolomeo Seccamelica.
Nel 1410 passa per successione ad Alberto Scotti di Castel S.Giovanni, ma Bartolomeo e Filippo Arcelli lo rivendicano: un giorno preparano un agguato all’aperto, catturano lo Scotti e lo conducono prigioniero fin sotto le mura del castello di Sarmato, fino a quel momento difeso eroicamente dalla sorella Caterina Scotti e dal castellano Antonio Degli Oddi (a quell’episodio si riferisce la figurazione dello stemma comunale).
Gli Arcelli riescono quindi ad avere il fortilizio con la forza e a farsi riconoscere il possesso dai Visconti, che nel 1412 concederanno addirittura il titolo di Conti della Valtidone.
Già nel 1417 però i rapporti tra i turbolenti Arcelli e la casa ducale di Milano si guastano (anche per il lavoro occulto in tal senso alimentato dagli Scotti); le truppe milanesi guidate da Francesco Bussone conte di Carmagnola attaccano il castello difeso da Filippo Arcelli.
Sarmato torna quindi agli Scotti ai quali rimane, tra alterne vicende (compresa una distruzione totale da parte degli Arcelli e un assedio tenuto da Luigi Dal Verme) fino al XIX secolo, quando la famiglia dei conti Scotti-Douglas si estingue e il castello passa agli Zanardi-Landi.
Presso il paese di Sarmato, in una grotta, tutt’ora conservata e protetta da una cappella, si dice sia vissuto San Rocco di Montpellier: il celebre santo taumaturgo protettore contro la peste. Il santo si era infatti prodigato nella cura degli appestati fino ad esserne contagiato. Per non propagare il morbo si ritirò in una grotta nei pressi di Piacenza, dove una fonte venne fatta scaturire per intervento divino affinché lo dissetasse e un cane gli procurò quotidianamente un tozzo di pane per sfamarsi.
Il cane apparteneva al conte di Sarmato Gottardo Pollastrelli che, accortosi dello strano comportamento del cane, lo seguì scoprendo il penitente eremita. Lo curò e lo seguì poi pellegrino, dopo aver ceduto tutti i beni di famiglia in favore dei poveri. Morì presso il passo che da lui prese il nome, dopo avervi fondato il celebre ospizio per l’assistenza dei pellegrini.
Rocco invece, morto nei pressi di Voghera, fu sepolto in una chiesa di quella città da dove il corpo fu trafugato qualche secolo dopo, con la complicità del custode, dai Veneziani (lasciando però in loco un braccio) per essere conservato nella celebre chiesa della loro città lagunare.

Il sig. Alberto Gemelli gentilmente ci informa che Il riferimento alle origini del nome del monte San Gottardo a Gottardo Pallastrelli è assolutamente errato e fuorviante. Infatti il Gottardo Pallastrelli di cui si parla, essendo coetaneo di San Rocco morto presumibilmente dopo il 1375 (vedasi San Rocco di Montpellier ) non può essere il vero San Gottardo, oltretutto vescovo, vissuto almeno 3 secoli prima.
Vedasi Passo del San Gottardo e Santi e beati .

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Anna Bertola

Fonte: Giovanni Giovinazzo

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’oro al castello torricellato di tre di rosso, aperto e finestrato di nero, la torre centrale, più alta, banderuolata d’azzurro, alla banda d’argento, accostata da due stelle dello stesso”.

Colori dello scudo:
oro
Oggetti dello stemma:
castello, stella, torre
Pezze onorevoli dello scudo:
banda
Attributi araldici:
accostato, aperto, banderuolato, centrale, finestrato, più alto, torricellato

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    10 Marzo 1932