Comune di Sant’Urbano – (PD)

Informazioni

  • Codice Catastale: I375
  • Codice Istat: 28084
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 2178
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 31.84
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Lo stemma civico di Sant’Urbano si trova rappresentato in ceramica a colori nella sala della Pretura di Este ed è opera di Giovanni Capuani.

 

Esso, con l’assunzione del glorioso leone alato nella seconda partizione dello scudo “trinciato”, ricalca la storia del paese caratterizzata dalle imponenti bonifiche operate dalla Serenissima a partire dal secolo XV, con le quali le famiglie patrizie Priuli, Loredan, Gradenigo e Morosini posero a coltura vaste terre per conseguire “pubbliche et private utilità”.

 

La banda verde simboleggia la geografia locale rievocando la posizione del territorio presso l’argine sinistro del fiume Adige che per secoli rappresentò un pericolo incombente per i terreni circostanti.

 

La spiga di frumento della prima partizione evidenzia l’economia della zona che è prevalentemente basata sull’agricoltura. Le terre, sebbene fertilissime, sono state come si è detto, in possesso di latifondisti e solo di recente vengono coltivate con criteri moderni e danno abbondanti raccolti.

 

La rappresentazione del Leone di San Marco è stata introdotta anche per rievocare un fatto avvenuto nel 1513, allorché, in frazione Rotta Sabbadina, i Veneziani ruppero gli argini del fiume per frenare l’avanzata dei loro nemici (Lega di Cambrai).

 

La località citata prese appunto il nome, non tanto dal giorno di sabato in cui sarebbe avvenuta la rottura, ma dall'”inzegner” Cristoforo Sabbadin che predispose per fini bellici il sacrifico delle terre.

 

Anche la sede comunale, dislocata in frazione Ca’ Morosini, rammenta l’antico dominio della Veneta Repubblica.

 

La chiesa di Sant’Urbano, inoltre, fu istituita parrocchiale nel 1495 per interessamento del doge Agostino Barbarigo e del nobile veneziano Nicolò Querini.

 

Stemma e gonfalone sono stati portati all’ufficializzazione nel 1979.

 

La pratica, seguita da Giancarlo Scarpitta, è andata a buon fine con l’emanazione di apposito Decreto del Presidente della Repubblica, nonostante il parere contrario dell’Archivio di Stato di Padova in data 12 agosto 1981. Esso, pur mantenendo gli stessi elementi, suggeriva mutamenti negli smalti e nella disposizione delle figure.

 

Purtroppo la blasonatura predisposta dall’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio risulta generica ed errata rispetto al bozzetto fatto vidimare dallo stesso Ufficio. Negli scudi “trinciati”, infatti, si deve blasonare per il primo il campo superiore, cioè con quello argento con la spiga. Inoltre la citata descrizione araldica non riporta né il colore (al naturale) della spiga, né particolari sulla posizione e le caratteristiche del Leone di San Marco. Esso infatti risulta accovacciato, aureolato (nimbato) e tenente il libro “di bianco” al naturale.

 

 

Note di Giancarlo Scarpitta

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini


Profilo araldico


“Trinciato da una banda di verde: il primo d’azzurro al leone di San Marco in maestà; il secondo d’argento ad una spiga di grano in palo. Ornamenti esteriori da Comune”.

Colori dello scudo:
azzurro, verde
Partizioni:
troncato

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    14 Dicembre 1981