Comune di San Martino di Finita – (CS)

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Info
  • Codice Catastale: H992
  • Codice Istat: 78124
  • CAP: 87010
  • Numero abitanti: 1216
  • Nome abitanti: sanmartinesi
  • Altitudine: 550
  • Superficie: 23.74
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 34.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Il nome in dialetto albanese è Shën Mërtìri.

Esisteva già al 1089 poiché il Papa Urbano II,il papa della I Crociata, con Bolla del 21 settembre confermava il possesso della Terra di San Martino a un certo Pietro Abate della S. Trinità di Cava.

Il paese primitivo era quella parte che dicesi il Borgo (vurgu) e che è diviso dal resto del paese dal torrente “Perroi, i Vorguti” Distrutto dal terremoto, il paese venne ripopolato e rifondato dagli Albanesi nella seconda metà del ‘400, inizialmente, appariva come casale di San Marco.

Nel 1462 appartenne a Luca Sanseverino che l’acquistò dietro compenso di 20.000 ducati, insieme al feudo di Bisignano, di cui San Martino era parte, e che fu venduto, per far fronte ai debiti contratti da Nicolò Bernardino Sanseverino, nel 1576 a Pietro Paolo Cavalcante. Passò in seguito ai Rossi nel 1502 che lo alienano solo nel 1687 in favore degli Alimena. Costoro, nel 1730, vi hanno concesso il titolo marchesale e vi dominano fino all’eversione della feudalità. Nel 1643 il rito passò dal greco-bizantino a quello latino poiché i preti greci dovevano andare ad istruirsi fino a Corfù. Nel 1863 al nome San Martino fu aggiunto “di Finita” per l’omonimo torrente. Gli abitanti del luogo si chiamano Sanmartinesi e alcuni di essi parteciparono alle imprese di Garibaldi. Uno in particolare la tradizione popolare ne tramanda anche il nome: Lino La Valle.

Tratto dal sito dei comuni albanesi

Reperito da: Giovanni Giovinazzo

BLASONATURA

“Di azzurro, al San Martino con il viso, le braccia, le mani, le gambe di carnagione, con l’elmo d’oro, la tunica di rosso, il mantello di verde, con i calzari di cuoio al naturale, cavalcante il cavallo rivoltato, d’argento, con l’arto anteriore sinistro alzato, con i finimenti di nero, il Santo con il viso volto verso destra, nell’atto di tagliare il mantello con la spada d’argento impugnata dalla mano sinistra, la mano destra tenente alto il mantello, il tutto accompagnato dal mendico di carnagione, in piedi, visto per tre quarti di schiena, i fianchi cinti del cencio di verde, cappelluto e barbuto di argento, posto a destra, la testa e il tronco attraversanti il treno posteriore del cavallo, con le mani protese verso il Santo. Ornamenti esteriori da Comune”.

D.P.R. 20 ottobre 1998 – Trascritto nel Registro Araldico il 16 novembre 1998

SMALTI
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Reperito da: Giovanni Giovinazzo

BLASONATURA

“Drappo di giallo…”

COLORI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    20 Ottobre 1998

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