Comune di San Mango Piemonte – (SA)
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Info
- Codice Catastale: H977
- Codice Istat: 65121
- CAP: 0
- Numero abitanti: 2644
- Altitudine: 0
- Superficie: 5.93
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 0.0
- Comuni confinanti:
Castiglione del Genovesi, Salerno, San Cipriano Picentino
- Santo Patrono: san Magno martire
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
San Mango Piemonte è un Comune situato presso i Monti Picentini, che si sviluppa alle pendici del monte Tubenna in una piana delimitata dalle colline di Giovi, al confine sud-occidentale del territorio comunale dove inizia il territorio della città di Salerno.
Sono documentate presenze etrusche e sannitiche fin dal VI sec. a.C., e il centro antico deve la sua fondazione ad opera di alcuni profughi della città di Picentia (odierna Pontecagnano) costretti ad abbandonare la loro città distrutta nell’88 a.C. dai Romani ed a rifugiarsi sui monti vicini dando così origine ai diversi paesi della odierna valle picentina.
L’attuale denominazione di San Mango Piemonte deriva dal primitivo toponimo di Terrae Sancti Magni et Pedemontis, col significato di “terre di San Magno e di Piedimonte” in riferimento a due località contigue, una denominata come il santo patrono e l’altra per la posizione geografica, due antichi casali (Terrae) ai piedi del Monte Tubenna, dipendenti dall’abbazia di Santa Maria di Tubenna, sulle falde del monte, della quale oggi rimangono poche tracce.
Una radicata tradizione vuole che San Magno (185 ca. – 252 ca.), vescovo di Trani martirizzato durante le persecuzioni di Decio nel 252 d.C., per non cadere nelle mani dei persecutori, nel suo peregrinare sia passato per il territorio dell’attuale San Mango e si sia rifugiato in una grotta naturale sul monte. Dopo la sua morte sarebbe apparso ai suoi fedeli, indicando la grotta come luogo dove erigere un eremo: lo stesso al quale i fedeli ascendono processionalmente ogni 19 agosto.
I due antichi casali di San Magno e Piedimonte, per la loro scarsa rilevanza, furono inizialmente legati alle vicende della vicina città di Salerno (da cui l’altra dizione di San Magno [et] Pedemontis prope Salernum) e provvedevano al sistema difensivo orientale del Principato, ma andarono aumentando di importanza nel corso del tempo, certamente nel XIII secolo aveva già la sua Universitas e provvedeva, insieme con Salerno e Cava, al mantenimento del Castello di Salerno.
Nel XII secolo, signore di San Mango era Filippo Guarna, fratello di Romualdo, arcivescovo di Salerno, come si legge in un’antica pergamena conservata nell’Archivio Diocesano di Salerno. Ai Guarna subentrarono i De Cripta, ramo cadetto della nobilissima famiglia dei d’Aquino, i quali assunsero da allora l’agnome di Santomagno o Santomango (e il cui stemma si blasona: “d’azzurro a tre sbarre di rosso filettate d’argento”).
Stemma della famiglia Santomagno
I Santomango diedero vita alla antica e importante baronia di Santo Mango, staccatasi dal principato di Salerno, che raggiunse nel XV sec. il suo massimo splendore, quando ai suoi discendenti furono riconosciuti dall’autorità regia numerosi privilegi.
Dai Santomango, il feudo passò ai Sanseverino
Stemma della famiglia Sanseverino
e poi ai Caracciolo (1700 c.),
Stemma della famiglia Caracciolo
quindi al duca Luigi Poderigo (1728 c. stemma: “fasciato d’oro e di rosso, col capo azzurro caricato di un crescente d’oro”)
Stemma della famiglia Poderigo
quindi ai Cavaselice, che si fregiarono del titolo di “marchesi di San Mango” e ne furono signori fino all’inizio del XIX secolo.
Stemma della famiglia Cavaselice
Il loro blasone è: “d’oro, ad un ramo di spaccapietra di verde a tre foglie, nodrito sulla vetta di mezzo di una montagna di tre cime naturali pure di verde [alias: d’argento], movente dalla punta”. Lo “spaccapietre” o “cedracca” (Asplenium ceterach L.) è una felce della famiglia delle Aspleniaceae che cresce nelle fessure rocciose.
Il Comune di San Mango adottò l’attuale denominazione col determinante Piemonte a seguito del Regio Decreto n. 935 del 1862, recuperando la denominazione dell’antico casale.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 25 ottobre 1999. Il gonfalone è un “drappo di giallo…”
Rappresenta l’antico castello (e simbolicamente l’autonomia del Comune), poi palazzo baronale, dei Santomango, quindi dei Cavaselice e che oggi appartiene a famiglie locali, del quale è possibile ancora vedere le torri laterali e l’ampio arco d’accesso al cortile interno.
Nota di Massimo Ghirardi
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

SMALTI
ALTRE IMMAGINI
Stemma della famiglia Cavaselice.
“d’oro, ad un ramo di spaccapietra di verde a tre foglie, nodrito sulla vetta di mezzo di una montagna di tre cime naturali pure di verde [alias: d’argento], movente dalla punta”

Stemma della famiglia Poderigo.
“fasciato d’oro e di rosso, col capo azzurro caricato di un crescente d’oro”

Stemma della famiglia Sanseverino.

Stemma della famiglia Santomango.
“D’azzurro a tre sbarre di rosso filettate d’argento”

GONFALONE RIDISEGNATO

Disegnato da: Bruno Fracasso
GONFALONE UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo di giallo…”
COLORI
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune

