Città di San Giuliano Milanese – (MI)
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Info
- Codice Catastale: H930
- Codice Istat: 15195
- CAP: 0
- Numero abitanti: 36871
- Nome abitanti: sangiulianesi
- Altitudine: 0
- Superficie: 30.71
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 11.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Su un preesistente insediamento celtico presso il basso corso del fiume Lambro i Romani crearono un fondo agricolo lungo il percorso della Via per Milano (prolungamento dell’Emilia proveniente da Rimini).
In epoca cristiana venne fondata una Pieve dedicata a San Giuliano, intorno alla quale si sviluppò una borgata.
Nel 1175 i monaci dell’Ordine degli Umiliati fondarono nei pressi, in località Vicus Boldonis, un’abbazia dedicata ai santi Pietro e Paolo, l’attuale Viboldone, che si svilupperà fino a dominare la vicina Pieve.
Gli Umiliati erano un Ordine religioso particolarmente dedito all’agricoltura e all’allevamento (come i cistercensi) e svilupparono la tecnica delle “marcite” (essenzialmente un’idrocoltura: grazie a risorgive d’acqua termale che garantiva diversi raccolti annui).
Nel 1571 l’Ordine venne sciolto da San Carlo Borromeo per gravi immoralità (determinate essenzialmente, dal suo immenso patrimonio) e i beni distribuiti ad altri istituti (come l’Ospedale Maggiore di Milano) o a famiglie nobili.
Nel XVII secolo i Da Brivio vennero in possesso di un ampio territorio nei dintorni di San Giuliano, dove l’antica Rocca dei Milanesi venne trasformata in sfarzosa dimora di campagna. La famiglia ebbe importanti incarichi per i Duchi di Milano, fino ad ottenere l’onore di unire il loro cognome a quello ducale degli Sforza: da cui l’attuale Brivio-Sforza.
Il 12 settembre 1515 si combatté a Marignano, tra San Donato e San Giuliano (e oggi noto come Melegnano, divenuto Comune autonomo), la storica battaglia tra le armate di Francesco I di Francia e quelle mercenarie di Massimiliano Sforza, composte per la maggior parte di Svizzeri, per il possesso del Ducato di Milano. Ci furono più di 12.000 vittime e la battaglia passò alla storia (per una frase del Maresciallo Trivulzio) come la “Battaglia dei Giganti” o “di Marignano”, terminata con la vittoria francese. Si racconta che, per lo smacco subito, fu da quel momento che gli Svizzeri adottarono la posizione di neutralità bellica.
Nel 1809, furono aggregati al Comune di Viboldone i territori dei Comuni di Civesio e Rancate, e due anni dopo anche San Donato, San Giuliano e Sesto Ulteriano. Tutti i centri recuperarono però l’autonomia nel 1816 dopo la costituzione del Regno Lombardo-Veneto.
Il governo austriaco dovette tuttavia ammettere le buone motivazioni del governo napoleonico e, nel 1841, riunì nuovamente e definitivamente a Viboldone, Civesio e Rancate con l’aggiunta di Videserto.
Ancora nel 1869 al comune di Viboldone vennero aggregati i territori dei comuni di Sesto Ulteriano, San Giuliano e Zivido, e l’anno successivo anche quello del comune di Pedriano.
Nel 1893, il comune di Viboldone assunse la denominazione ufficiale di “San Giuliano Milanese” in ragione dell’avvenuto trasferimento della sede municipale in quella borgata assorbita e che, nel frattempo, si era sviluppata.
Lo stemma del Comune di San Giuliano Milanese è relativamente recente, essendo stato formalmente concesso nel 1968 dal Presidente della Repubblica. Lo scudo è azzurro e suddiviso in due parti da una fascia diminuita d’argento. Nel campo superiore è raffigurato il campanile dell’abbazia di Viboldone (località sede fino alla fine del 1800 del municipio) e uno dei principali monumenti gotici della Lombardia. Nel secondo sono raffigurate due spade incrociate d’argento, che ricordano la celebre battaglia di Marignano/Melegnano.
Il 24 aprile 2000 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha concesso a San Giuliano Milanese il titolo di “città” conseguentemente il Comune ha adottato la corona regolamentare di rango.
Nota di Massimo Ghirardi
Si ringraziano per la gentile collaborazione Sara Rossi, Maria Grazia Bandini e Alessandro Neri
STEMMA RIDISEGNATO

STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“Troncato: d’azzurro, alla fascia in divisa d’argento sulla partizione; nel 1° alla cuspide di un campanile al naturale uscente dalla fascia;
nel 2° a due spade d’argento, decussate, manicate d’oro, con le punte all’ingiù”.
D.P.R. 19 novembre 1968
SMALTI
OGGETTI
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GONFALONE RIDISEGNATO

GONFALONE UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo di azzurro…”
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- istituzione nuovo comune