Comune di Saint-Médard-d’Eyrans – (33)

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Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Lo stemma, adottato dal Comune girondino di Saint-Médard-d’Eyrans nel 1991 e disegnato dall’araldista Jacques Lacompagne, ha una complessa figurazione, tra le altre cose è uno dei pochissimi stemmi civici ad avere due corone: una marchionale e una baronale, fatto alquanto insolito e riferito alle passate signorie delle famiglie: quella dei De Raymond, marchesi De Sallegourde, e dei Du Bernet, baroni d’Eyrans.

 

Nel primo quarto o “quartiere” è stata inserita la croce di Gerusalemme, attribuita a Goffredo di Buglione (Godefroy De Bouillon), perché Saint-Médard era la prima tappa del viaggio di pellegrinaggio verso la Terrasanta.

 

Nel secondo quarto il pastorale vescovile ricorda il patrono San Medardo, il cui attributo iconografico è l’ape giacché a questo santo è attribuito il potere di guarire le punture di questo insetto, associato al globo crociato simbolo della Cristianità dominante sul mondo e accompagnato dai “fiordalisi” del Regno di Francia, perché il luogo era feudo regio concesso alla famiglia di Eymar.

 

Nel terzo il “bordone” o bastone del pellegrino, completo di zucca (con funzione di borraccia), e le conchiglie alludono al pellegrinaggio a Santiago di Compostela, lungo il percorso del quale Saint-Médard era una importante tappa di passaggio; le raganelle ricordano (come gli iris palustri d’oro sporgenti dal margine superiore dello scudo) che la zona è umida e acquitrinosa.

 

Infine nel quarto campo una vite ricorda l’antica vocazione vinicola della zona, che risale a periodo gallico e che allude alla denominazione enologica locale del “Pessac-Léognan”.

 

 

Si blasona: « Écartelé, au premier d’azur à la croix potencée d’or cantonnée de quatre croisette d’argent ; au seconde de gueules à la barre d’argent, chargée de deux fleur-de-lys d’or dans le sens de la barre, à la crosse épiscopale mise en pal et tranchée brochante sur la barre, cette accompagnée en chef d’une abeille, le tout d’or, et en pointe d’un globe du même cintré et bordé en demi-pal d’azur sur hémisphère supérieur et croiseté d’or ; au troisième de gueules à un bourdon mis en pal auquel est suspendue une gourde accompagné en chef de deux coquilles, le tout d’argent, et en pointe de deux raines d’or ; au quatrième d’azur à un échalas en pal d’argent entouré et accolé d’un cep de vigne feuillé et fruité, le tout d’or, le cep de vigne et son échalas nourris da la champagne d’argent »

(Inquartato. Il primo d’azzurro alla croce potenziata d’oro accantonata da quattro crocette d’argento; il secondo di rosso alla sbarra d’argento caricata da due gigli posti nel senso della pezza, al pastorale posto in palo scorciato, appuntato e passante sulla sbarra, questa accompagnata in capo da un’ape, il tutto d’oro, e in punta da un globo del medesimo, cintato e bordato in mezzo-palo sull’emisfero superiore d’azzurro e crocettato d’oro; il terzo di rosso al bordone da pellegrino in palo al quale è sospesa la zucca vuota e accompagnato in capo da due conchiglie, il tutto d’argento, e in punta da due raganelle d’oro montanti; il quarto d’azzurro al sostegno d’argento in palo, accollato dalla vite fruttuosa e pampinosa d’oro nodrita dalla campagna d’argento).

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Inquartato. Il primo d’azzurro alla croce potenziata d’oro accantonata da quattro crocette d’argento; il secondo di rosso alla sbarra d’argento caricata da due gigli posti nel senso della pezza, al pastorale posto in palo scorciato, appuntato e passante sulla sbarra, questa accompagnata in capo da un’ape, il tutto d’oro, e in punta da un globo del medesimo, cintato e bordato in mezzo-palo sull’emisfero superiore d’azzurro e crocettato d’oro; il terzo di rosso al bordone da pellegrino in palo al quale è sospesa la zucca vuota e accompagnato in capo da due conchiglie, il tutto d’argento, e in punta da due raganelle d’oro montanti; il quarto d’azzurro al sostegno d’argento in palo, accollato dalla vite fruttuosa e pampinosa d’oro nodrita dalla campagna d’argento”.

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LEGENDA

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