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Saint-Jean-d’Aulps èun comune dell’Alta Savoia (Haute-Savoie), nella regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi (Auvergne-Rhône-Alpes), il toponimo deriva dalla parola latina Alpibus (“alpi, alpeggi”), modificata in Aulph, dal quale Saint-Jean-d’Aulph e, dal 1961 Saint-Jean-d’Aulps. La sua storia è legata alla storica abbazia che sorgeva nella valle dello Chablais, fondata da Guy e Guérin de Mousson, tra i primi discepoli di san Roberto de Molesme, con lui alla fondazione di quell’abbazia nel 1075.
Intorno al 1094 essi lasciarono Molesme per fondare una nuova cella, nel territorio della diocesi di Ginevra, con l’autorizzazione del vescovo, Guy de Faucigny, che fece loro donare allo scopo un terreno da Gillion de Rovorée e Girard d’Allignes, familiari del vescovo e del conte di Moriana (Maurienne), Humbert II (1080-1103), della dinastia che assumerà poi l’agnome Savoia).
Guy sarà il primo superiore di questa particolare comunità, votata all’eremitismo (ogni monaco viveva in una cella indipendente), sostituito poi dal fratello Guérin, di una minuscola comunità, che per alcuni anni visse in casette di legno e intrattiene una corrispondenza con Bernardo di Chiaravalle.
Ebbe però un rapido sviluppo e nel corso del XII secolo, Guérin procedette a chiedere una bolla papale che lo svincolasse dalla dipendenza di Molesme, l’autonomia venne concessa da papa Pasquale II il 2 marzo 1102, erigendo il monastero in abbazia indipendente, con giurisdizione temporale sul suo territorio e che poté procedere alla fondazione di altri monasteri, come Balerne e forse la stessa Hautecombe (sepolcro dei conti di Moriana poi Duchi di Savoia). Una seconda bolla di Callisto II del 28 aprile 1119 ampliò le garanzie e le prerogative degli abati, direttamente soggetti alla Santa Sede, i quali diventarono i signori temporali del suo territorio.
Dopo una lunga crisi, dovuta anche alla nomina di “abati commendatari”, nel 1536 le truppe armate del Vallese occuparono la valle, ristabilirono la disciplina all’abbazia, con abati regolari (rifiutando la riscossione delle entrate se essi non fossero stati residenti) e ne fecero un centro importante per la regione del Chiablese (Chablais). Gli abati vennero riconosciuti dall’Ordine Cistercense, e gestirono il potere localmente, ma il papa non riconobbe il cambiamento. La situazione si fece torbida, la popolazione era divisa, i vallesani e i monaci gestivano il potere reale promiscuamente e dovettero affrontare una rivolta nel 1539.
Con la partenza degli occupanti, nel 1539, l’abbazia piombò in un torpore mortifero ma, assecondato dall’abate di Tamié, Vicario Generale dell’Ordine Cistercense in Savoia, il vescovo di Ginevra, François de Sales (meglio noto come San Francesco di Sales) cercò di riportare ordine nel monastero, il quale non aiutava certo a combattere la montante riforma calvinista del Ginevrino, il 15 agosto 1606 si portò all’abbazia ed esortò i religiosi a mutare costume, a promuovere il culto cattolico, secondo l’esempio di Saint Guérin. Fu un cocente fallimento.
Tutti gli edifici del monastero erano abbandonati e semidistrutti, i pochi religiosi vivevano in casette disseminate nel territorio, solo nel 1680-1687 alcuni priori dinamici (nominati da Abati Commendatari meno insensibili) riuscirono a ricostruire a loro spese delle celle di legno sul sito dell’antico convento. Lentamente l’abbazia risorse, letteralmente, dalle sue ceneri: l’abate commendatario Antonio di Savoia (abate dal 1646 al 1688) fece costruire la prima parte del nuovo chiostro, poi completato il 29 agosto 1687. Il successore Giovanni-Tommaso di Provana (abate dal 1689 al 1734) continuò la ricostruzione. I lavori ebbero un triste arresto sotto l’abbaziato di Louis Gros (1692-1709) personaggio disonesto, che sottrasse somme enormi alle casse abbaziali. Non fu d’aiuto nemmeno la lunga “sede vacante” dell’abbazia, tra il 1734 e il 1750, e ancora tra il 1764 e il 1779 quando non vennero nominati i prelati responsabili.
Infine nel 1779 la Mensa Abbaziale venne soppressa e unita al quella della nuova diocesi di Chambéry, appena eretta, l’ultimo abate commendatario fu mons. Joseph-Emmanuel de Blonay (1750-1764).
All’arrivo dei rivoluzionari nel 1792, all’abbazia vivevano meno di dieci monaci, che furono allontanati entro l’anno successivo, alcuni si rifugiarono presso l’abbazia svizzera di Hauterive. I beni vennero confiscati e venduti, il 4 maggio del 1794 il grande campanile venne abbattuto, ma fu il solo attentato fatto agli edifici dai rivoltosi, le autorità militari preferirono farne un alloggio per le truppe a presidio della valle, per contrastare un eventuale ritorno dei Piemontesi.
Servì da cava di pietra per la ricostruzione della chiesa del villaggio, distrutto da un incendio nella notte tra l’11 e il 12 marzo 1823, per l’edificazione dei case private e per il miglioramento delle strade, nonostante l’indignazione dell’Intendente dello Chablais e del vescovo di Annecy.
Nel 1940 il sito venne acquistato dalla Communauté des Communes de la Vallée d’Aulps, vennero intraprese scavi archeologici, e un restauro dell’esistente fattoria, la chiesa venne acquisita dal Conseil Départemental dell’Alta Savoia nel 2007.
Dal 2002 vi si tiene una pittoresca fête médiévale a metà del mese di agosto, con la proposizione di spettacoli teatrali a cura della locale Compagnie du Graal.
Dal 2007 il sito ospita il centro di accoglienza Domaine de Découverte de la Vallée d’Aulps, con il museo che racconta la storia del monastero, una spezieria, un Jardin des Simples, un frutteto con essenze antiche, nonché le vestigia dell’antico monastero (con la suggestiva facciata ormai “a vento”).
Lo stemma dell’abbazia è stato ripreso dall’attuale Comune di Saint-Jean-d’Aulps, si blasona “De sinople à la tour avec son avant-mur senestre, d’argent maçonnés de sable, à dextre et à la croix latine tréflée d’argent à senestre” (Di verde, alla torre sinistrata dal suo antimuro d’argento, murata di nero, a destra; alla croce latina trifogliata pure d’argento a sinistra).
Nel 1405 il conte di Savoia, Amedeo VIII, concede all’abbazia di Aulps il diritto di apporre sulle sue proprietà la croce trifogliata d’argento di San Maurizio, simbolo molto noto e legato all’abbazia di Agaune, nel Vallese; essa testimonia l’alta protezione della Casa di Savoia e l’intercessione del santo cavaliere martire per il benessere del monastero. Questa croce, in campo verde (e non rosso come nello stemma di Agaune) dovrebbe essere il “vero” emblema di Aulps, ad essa a un certo momento fu associata la torre.
Questo simbolo è presente in molte armi dei benefattori dell’abbazia: come la famiglia dei Langrin, dello Chablais, o i La Tour-Châtillon, potente famiglia del Vallese, legata ai Faucigny e ai vescovi di Sion. Anche i signori di La Tour-de-Thiez ebbero un emblema molto simile e furono tra i principali donatori dell’abbazia, alla quale cedettero il loro possedimento di Mégevette all’inizio dell’XI secolo. La torre dello stemma dell’abbazia di Aulps ha quindi certamente un legame con una di queste casate (come sostiene Arnaud Delerce, Responsabile scientifico del Domanine de Découverte de la Vallée d’Aulps).
Nota di Massimo Ghirardi
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“Di verde, alla torre sinistrata dal suo antimuro d’argento, murata di nero, a destra; alla croce latina trifogliata pure d’argento a sinistra”.
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