Comune di Ruffia – (CN)

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Info
  • Codice Catastale: H633
  • Codice Istat: 4198
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 365
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 7.61
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Piccola comunità di pianura, di origine medievale, l’abitato di Ruffia è posto tra numerosi corsi d’acqua in un fertile territorio. Dominato dall’imponente castello, il cui nucleo originario riale al XI-XII secolo[1] e che si caratterizza per il suo tipico impianto rurale, con le cascine che sorgono attorno al giardino cinto da mura.

Il paese è riportato una prima volta nel 998, in un diploma dell’imperatore Ottone III nel quale veniva infeudata al vescovo di Torino,[2] come Rodilphica e poi come Rodulphia, Rudulfia, Rodolfia e altre varianti; trarrebbe il proprio nome da un personaggio germanico Hrodulf forse da identificare con Rodolfo conte di Auriate.[3]

L’infeudazione al presule di Torino venne confermata dall’imperatore Federico I il 24 gennaio 1159 mentre nel 1230 passò al Comune di Savigliano, ma la sua signoria venne disputata dal marchese di Saluzzo che ne acquistò i diritti tra il 1241 e il 1253; negli anni successivi il dominio rimase conteso mentre passava ai Falletti di Alba (1325), ai del Carretto (1332), ai Cambiani (riportati anche come Cambiano) (1341), a Barnabone Visconti di Milano (1360), ma i Cambiani rimasero comunque signori di parte del territorio; nel 1363 il paese veniva occupato dai Savoia che lo tennero fino al 1390 quando fu restituito a Federico II di Saluzzo. Nel 1487 Carlo I di Savoia, in guerra con i Saluzzo, si impadronisce del saviglianese compresa Ruffia.[4] Ancora conteso dal re di Francia tra il 1536 e il 1601 il marchesato di Saluzzo dopo questa data viene annesso definitivamente ai domini sabaudi.[5] Negli anni successivi «Furono signori di Ruffia oltre ai Cambiani, ai Falletti e ai Del Carretto anche gli Oggeri, i Tapparelli di Lagnasco, i Biscaretti di Chieri, i Mercandini, i Dal Pozzo, i Taffini di Acceglio, i Vasco […]»[6].

Nel 1928 il Comune venne abolito con R.D. n. 1505 del 31 maggio, andando a formare, assieme a Scarnafigi, la nuova amministrazione di Scarnafigi-Ruffia; venne ricostituito con D.L.P. n. 345 del 29 marzo 1947.[7]

Lo stemma comunale, concesso con decreto del Presidente della Repubblica del 22 maggio 1955, ha la seguente blasonatura: “di verde, alla banda d’argento caricata di due tralci del primo, uno sull’altro, nel verso della pezza”; con lo stesso atto è stato concesso il gonfalone: “drappo partito di verde e di bianco, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dello stemma sopra descritto, con l’iscrizione centrata in argento: COMUNE DI RUFFIA. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto dai colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento”.

I primi contatti tra l’amministrazione di Ruffia e lo Studio Guelfi Camajani di Genova per dotare il Comune degli emblemi araldici risalgono al 20 marzo 1951; nel febbraio 1955 il Sottosegretario di Stato, Oscar Luigi Scalfaro, tramite lettera confermò la concessione degli emblemi. Lo scudo verde e i due tralci dello stemma vogliono alludere, probabilmente, all’economia basata (un tempo) sulle tradizionali attività agricole mentre la banda è ispirata, quasi sicuramente, a quella presente nello stemma dei Cambiani (di rosso alla banda di azzurro caricata di tre scudetti d’oro e orlata dello stesso)[8] – di cui numerosi esemplari sono presenti nella locale chiesa e sulle mura del castello –[9] e, forse, dei Falletti (d’azzurro alla banda scaccata d’oro e di rosso)[10].

Nota di Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo

Bibliografia

Giuseppe Vacchetta, Ruffia ieri, L’Artistica, Savigliano, 2008

[1] Vacchetta, cit., p. 79

[2] Vacchetta, cit., p. 13

[3] Vacchetta, cit., p. 11; AA.VV., Nomi d’Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i Comuni, Istituto Geografico De Agostini, Novara, 2006, p. 551

[4] Vacchetta, cit., pp. 15-19

[5] Vacchetta, cit., pp. 20-22

[6] Vacchetta, cit., p. 23

[7] Vacchetta, cit., p. 23

[8] Vacchetta, cit., p. 32

[9] Vacchetta, cit., p. 36

[10] Vacchetta, cit., p. 47