Comune di Polesine Zibello – (PR)

Articoli correlati

Info
  • Numero abitanti: 3385
  • Altitudine: 35
  • Superficie: 48.51
  • Distanza capoluogo: 35.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Dal 1 gennaio 2016 (con legge regionale del n.304 del 23.11.2015)  è istituito il nuovo Comune di Polesine Zibello in Provincia di Parma, creato con la fusione dei territori dei precedenti Comuni di Polesine Parmense e Zibello.

La sede del municipio è stata fissata in Zibello.

 

Dopo un controverso concorso pubblico (dove il bozzetto vincitore non ha superato l’esame del Consiglio Comunale e dell’Ufficio del Cerimoniale di Stato/Araldica) nel corso del 2022 il nuovo Comune ha intrapreso l’iter per la concessione di uno stemma definitivo, che riprende a grandi linee quello del precedente Comune di Zibello, il bozzetto definitivo è stato approntato da Sara Pagnini.

Il “nuovo” stemma si può blasonare: ““D’argento all’aquila bicipite di nero, sormontata dalla corona con cinque fioroni visibili d’oro, caricata in petto da uno scudetto partito: nel primo scaccato d’argento e di rosso di 12 punti; nel secondo scaccato d’argento e di rosso di 48 punti”.

 

 

Polesine Parmense

 

Il paese di Polesine Parmense si è sviluppato intorno alla antica cappella di San Martino, nei documenti del XIII secolo ‘Capella Sancti Martini de POLEXENO’ e alzava, abitualmente, uno scudo sagomato interzato. Nella parte alta si vede la figura del dio Eridano, personificazione del Po, che dalle fonti del Monviso versa acqua sulla pianura padana. Al centro un castello dominato dall’aquila imperiale e, nella parte bassa, una scacchiera: entrambi rimando all’arme e alla signoria dei principi Pallavicino, che ebbero piena giurisdizione con il loro Stato su questi territori fino al XVI secolo, il castello in particolare richiama quello, effettivamente esistente, detto Palazzo delle Due Torri e considerato un po’ il simbolo del paese.
Lo scudo dello stemma municipale si completava con la divisa LAESUS A PADO, riferimento all’origine alluvionale del territorio, come riporta A. Savorelli: “il nome deriva da POLECINI o POLESINI, cioè isolette formate dal fiume ad ogni piena, e che si sono dilatate fino a saldarsi con la riva. Proprio su uno di questi polesini sorse il borgo, la cui storia è disseminata da alluvioni”.

Analogamente all’omonimo territorio veneto il nome POLESINE indica ‘i depositi di melma che finiscono per emergere dall’acqua in forma di isolotti’ e derivato dal latino ‘pullus’ nel significato di ‘terreno molle’ (da cui anche l’italiano ‘polla’) e di ‘pollone, germoglio’. Si tratta quindi dei tipici banchi di sabbia portata dal fiume in piena, che si ricoprono velocemente di vegetazione spontanea.

Lo stemma, mai formalmente concesso, si blasonava: “Interzato in fascia: nel 1° d’azzurro, alla catena rocciosa al naturale, movente dal fianco destro e terminante, a sinistra, in un terreno di verde con radicati tre pioppi al naturale, posti l’uno accanto all’altro; fra la catena rocciosa emerge a mezzo busto e in maestà la figura di un mitico re di carnagione, crinito e barbuto d’argento, coronato d’oro, vestito di rosso con mantello d’azzurro, la mano destra posata sulla bocca di un’anfora lambente il terreno raggiungendo il fianco sinistro; nel 2° d’argento, al castello in raffigurazione naturalistica, le torri munite di tre merli alla guelfa, chiuso e finestrato di nero, fondato di verde, il cammino di ronda sostenente un’aquila dal piumaggio bruno al naturale e dal volo spiegato sopra le torri; nel 3° scaccato di rosso e di nero1 su tre file orizzontali, 4,4”.

Nell’uso comune si sono viste molte rappresentazioni dello stemma con lo scaccato con il nero al posto del rosso (così, ad esempio, in “Stemmi delle Province e dei Comuni dell’ Emilia Romagna”, 2003), probabilmente generato da esemplari a stampa dello stemma con una tonalità di rosso particolarmente scuro che, nelle versioni in bianco e nero in uso fino al 1996, diventava decisamente nero.

Zibello

 

Reperti archeologici testimoniano l’esistenza in loco di un insediamento d’epoca preromana.

Nel Medioevo fu soggetta al potente Comune di Cremona.

Dal IX secolo e almeno fino a tutto il XIV il centro principale del territorio fu il castello di PIEVE ALTAVILLA (l’attuale Pieve Ottoville, il cui insolito toponimo è un errato “ripristino” in italiano della traduzione francese del periodo napoleonico di HAUTEVILLE).

Pieve fu infeudata, tra X e XI secolo, dal Vescovo di Cremona, alla famiglia di origine bergamasca dei da Bariano e successivamente a quella dei da Sommo (poi Sommi).

Il feudo raggiunse il massimo della sua potenza nella prima metà del secolo XIV, quando Gregorio Sommi si fece riconoscere dal Comune di Cremona nel 1330 il diritto di controllò della sponda destra del Po dal Taro all’Arda.

Re Giovanni di Boemia ordinò la distruzione del castello di Pieve. Da quel momento ebbe inizio il suo rapido declino.

Nel 1249 Zibello passò al marchese Uberto Pallavicino detto “il Grande”.

Nel 1499 tutto l’antico “Oltrepò Cremonese”, di cui anche Zibello faceva parte, passò sotto il controllo di Parma; continuando invece a dipendere da Cremona sotto l’aspetto religioso fino al passaggio alla nuova Diocesi di Fidenza nel XVII sec.

In epoca napoleonica, divenne Mairie e capoluogo di Cantone, ma il suo territorio comunale fu ridotto a quello intorno al capoluogo, con la sola frazione di Pieveottoville.

Il Comune di Zibello aveva un suo stemma, concesso con D.P.R. 16 aprile 1953, che si blasonava: “D’argento all’aquila bicipite di nero, coronata d’oro, caricata in petto da uno scudetto scaccato d’argento e di rosso di 12 punti” e che riprendeva, con alcune lievi variazioni (soprattutto nella disposizione dello scudetto “scaccato”), lo stemma principesco dei Pallavicino (dei quali lo stemma originario era: “Scaccato di 5 punti di rosso equipollenti a 4 d’argento col capo d’oro all’aquila coronata spiegata di nero”).

 

(1): Sebbene siano esistite versioni in uso dello stemma con lo scaccato argento/nero (come nello Stemmario Ufficiale della Regione Emilia-Romagna), la versione con i colori argento/rosso è la più corretta storicamente, in questa forma è anche riportato sul gonfalone dell’ex Comune di Polesine Parmense.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi e Alessandro Savorelli

Si ringrazia Davide Maestri, già sindaco di Polesine Parmense, per la gentile collaborazione

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997 (prima edizione 1990).
AA.VV. STEMMI delle Province e dei Comuni dell’ Emilia Romagna, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.

L'ideatore è: Sara Pagnini

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“D’argento all’aquila bicipite di nero, sormontata dalla corona con cinque fioroni visibili d’oro, caricata in petto da uno scudetto partito: nel primo scaccato d’argento e di rosso di 12 punti; nel secondo scaccato d’argento e di rosso di 48 punti”.

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI

Stemma unificante ideato da Giancarlo Scarpitta nella versione di Massimo Ghirardi.

Proposta di stemma unificante.

“Scaccato d’argento e di rosso di dodici pezzi; alla bordura partita d’azzurro e di nero. Ornamenti esteriori da Comune”.

Gli scacchi argento e rosso in varie disposizioni e numero sono tratti da quelli della famiglia nobile locale, i Pallavicino, ed erano contenuti in entrambi gli stemmi dei soppressi comuni.

La bordura partita ricorda i due comuni ora fusi con i colori in esso contenuti (fiume Po e aquila).

La proposta è di Giancarlo Scarpitta.

Stemma comunale con lo scaccato di Polesine Parmense di argento e nero

L'ideatore è: Sara Pagnini

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo di bianco bordato di rosso…”

COLORI
PARTIZIONI
bordato
ALTRE IMMAGINI

Proposta di gonfalone unificante.

“Drappo di bianco…”

Per il gonfalone sceglierei il bianco in quanto sia Polesine Parmense che Zibello avevano al primo punto del partito il bianco.

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    27 Gennaio 2022

No items found