Comune di Oyonnax – (01)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Oyonnax è una cittadina francese del Dipartimento dell’Ain, nella Regione RhôneAlpes.

Lo stemma della città, formalmente adottato nel 1938, si blasona: “Parti d’or et de sable au sapin de l’un à l’autre ; au chef de gueules chargé de trois peignes d’or”

In italiano: “Partito di nero e d’oro, al pino dell’uno all’altro; al capo di rosso caricato di tre pettini d’oro”.

Le pecore ricordano la storia antica d’Oyonnax, il cui toponimo significa “penisola delle pecore” (dal greco: Oyo Naxos).

I pettini e il pino rappresentano le ricchezze della regione. Ad essi è legato un aneddoto: nel 630, Clovis II (Clodoveo II), figlio del re dei Franchi Dagobert I, si recò a Ginevra per incontrare il re dei Burgundi. Colà incontrò una giovane schiava, figlia di un re sassone fatta prigioniera, se ne innamorò e chiese il permesso di sposarla al re suo padre. Dagobert I inviò quindi una delegazione ufficiale ai Burgundi, tra i cui membri figurava Léger d’Autun, per la richiesta formale. Nei pressi di Oyonnax, nella località di Sous-Nierme, la lettiga di Léger si ruppe, ferendo il capo-scorta. Alcuni abitanti del luogo si occuparono di riparare il veicolo. Dopodiché il corteo riprese il cammino, portando anche alcuni doni ricevuti dalla popolazione d’Oyonnax. In segno di gratitudine, Léger, divenuto vescovo e consigliere della regina Bathilde, accordò alla città il privilegio dell’esclusiva di fabbricazione dei pettini in legno per la corte. Divenuto santo, Léger d’Autun, venne adottato da Oyonnax come patrono.

Il pino si riferisce al fatto che, nel XIX secolo, la città divenne un importante centro di produzione della cellulosa, ricavata dalla foreste del luogo.

L’11 Novembre 1943, venticinquesimo anniversario dell’armistizio del 1918, mentre il governo collaborazionista del maresciallo Philippe Pétain aveva vietato tutte le commemorazioni della vittoria alleata sull’Impero germanico, il leader dei Maquis (Partigiani) dell’Ain, capitano Henri Romans-Petit, decise di organizzare una sfilata per contrastare l’accusa di “terroristi” che il maresciallo Pétain aveva attribuito ai partigiani (la città d’Oyonnax era stata segnalata per intensa attività clandestina dell’esercito di liberazione locale) i partigiani attraversarono le vie della città, nonostante la vicina presenza dell’occupante, per dimostrare agli Alleati la determinazione alla Resistenza; Giunti al monumento ai caduti deposero un covone in forma di Croce di Lorena con la scritta: “I vincitori di domani a quelli del 1914-18”; grazie a questo fatto, Oyonnax è stata insignita della Medaglia della Resistenza.

Infatti, dallo scudo pendono la Croix de Guerre e la Médaille de la Résistance concesse  alla città. Dopo che, il 16 gennaio 1947, venne concessa la Medaglia della Resistenza, il sindaco chiese la modifica delle armi araldiche, per poter mostrare questa decorazione prestigiosa (che andò a sostituire la precedente Légion d’Honneur), al celebre disegnatore-araldista Robert Louis venne conferito l’incarico di realizzare un nuovo bozzetto. Lo stemma, quindi, oggi si blasona: « Parti d’or et de sable, au sapin de l’un en l’autre, au chef de gueules chargé de trois peignes d’or. L’écu timbré d’une couronne murale d’or et soutenu par deux brebis au naturel. Le tout posé sur un listel d’argent chargé de la devise de sable : “Improbo fabrum labore ascendit”. Médaille de la Résistance et Croix de Guerre appendues à l’écu ».

In italiano: “Partito d’oro e di nero, al pino dell’uno all’altro, al capo di rosso caricato di tre pettini d’oro. Lo scudo timbrato da una corona murale d’oro e sostenuto da due pecore al naturale. Il tutto posato su una lista d’argento caricata del motto di nero: IMPROBO FABRUM LABORE ASCENDIT [“il lavoro incessante ha fatto crescere (la città)]. Medaglia della Resistenza e Croce di Guerra appese allo scudo)”.

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Partito d’oro e di nero, al pino dell’uno all’altro, al capo di rosso caricato di tre pettini d’oro. Lo scudo timbrato da una corona murale d’oro e sostenuto da due pecore al naturale. Il tutto posato su una lista d’argento caricata del motto di nero: IMPROBO FABRUM LABORE ASCENDIT [“il lavoro incessante ha fatto crescere (la città)]. Medaglia della Resistenza e Croce di Guerra appese allo scudo)”

Colori dello scudo:
nero, oro, rosso
Partizioni:
capo, partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune