Città di Nola – (NA)

Informazioni

  • Codice Catastale: F924
  • Codice Istat: 63050
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 32761
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 39.00
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
  • Comuni confinanti:

    San Felice a Cancello, Roccarainola, Somma Vesuviana, Ottaviano, San Gennaro Vesuviano, Cicciano, Camposano, Cimitile, Casamarciano, Liveri, San Paolo Bel Sito, Palma Campania, Visciano, Marigliano, San Vitaliano, Saviano, Acerra, Scisciano.
    Comprende, inoltre, un'insula amministrativa denominata "Masseria De Siervo" confinante: a nord con Saviano; a sud con Somma Vesuviana; a est con Somma Vesuviana; a ovest con Saviano.

Storia dello stemma e del comune

Questo stemma rappresenta un caso araldico molto curioso. Esso porta, fin dal ‘500, un’aquila bicipite con corona reale fra le due teste e con uno scudo sul petto su cui è raffigurata una campana, intorno alla quale volteggiano cinque “insetti”. La prima figura a comparire sullo scudo cittadino è la “campana” che viene normalmente collegata a San Paolino, vescovo di Nola morto nel 431 d.C. e che la leggenda vuole inventore delle campane; anche se ciò è con tutta probabilità storicamente infondato gli si riconosce comunque un ruolo nell’introduzione questo oggetto nella liturgia cattolica; lo scudo riportante la sola campana compare in un privilegio data alla Città da re Ferdinando II nel 1496 e nel Codice Cremosano del 1673, e viene descritta quale emblema civico per la prima volta nell’opera del 1512 De Nola dello studioso nolano Ambrogio Leone.

Successivamente si aggiungono alla campana due gigli araldici (posti al di sotto), questi sono presenti in due piccoli stemmi che ne accompagnano uno grande della famiglia Orsini, feudataria della città, (databili al XIII-XIV secolo) in seguito, su un marmo del XVI-XVII secolo presente presso il palazzo dell’ex Sottoprefettura, i gigli diventano cinque disposti “in cinta” (vale a dire tutt’intorno) alla campana. Divenuta Nola nel 1529 “città regia” (era allora “Re di Napoli” Carlo V Imperatore) fu accollato lo scudo cittadino all’aquila bicipite imperiale, ciò grazie al privilegio dell’imperatore dato il 18 luglio 1535. Il nuovo stemma (ritratto in un documento del 1596) presenta per la prima volta degli insetti al posto dei gigli (questi ultimi erano simbolo del Re di Francia contro cui Carlo V combatté per buona parte della sua vita), la sostituzione non fu ancora definitiva in quanto i gigli ricompaiono in alcuni documenti del 1692.

I cinque insetti che circondano la campana vengono solitamente identificate come “cicale”, sulla loro presenza normalmente vengono fatte tre ipotesi, la prima vuole che essendo un simbolo magno-greco di armonia esse si colleghino all’armonia delle campane di San Paolino; l’altra teoria vuole che le cicale (per una sorta di contrapasso) indichino la laboriosità dei nolani (ma delle api sarebbe state di sicuro più adatte), in ultimo che compaiono in relazione al fatto che San Paolino, disturbato nelle sue «orazioni, studi e cura dell’amatissimo gregge» dal suono di questi animaletti, le scacciò dal territorio nolese grazie al suono delle sue campane. In realtà l’ipotesi più attendibile è che esse richiamino Cicala (il cui nome viene dal greco ghe kalè, “terra bella”), una collina posta nelle vicinanze della città e sui cui era presente una fortezza il cui ufficio di Castellania fu dal 1529 dato al Comune di Nola; gli abitanti del piccolo casale furono considerati cittadini nolani almeno a partire dal Cinquecento.

Nel monumento a Giordano Bruno (1867) gli insetti non assomigliano a cicale ma, essendo più slanciate, ad api, ed è come api che vengono descritte dall’araldista Goffredo di Crollalanza nella sua opera Enciclopedia araldico-cavalleresca: «d’azzurro, alla campana d’argento, manicata e battagliata di nero, accompagnata da sei api dello stesso, disposte in cinta» . Questa seconda identificazione viene sostenuta da qualche autore secondo il quale le api si collegano ad un episodio della vita di San Paolino: «L’allevamento e l’industria delle api nell’Agro nolano, oggi trascurata, ha origini molto remote, e, nei primi anni del V secolo era fiorentissima. Lo ricorda un insigne biografo di San Paolino, quando narra le pratiche fatte dal Santo Vescovo con la vicina Avella, intese ad ottenere per le esigenze del centro cristiano da lui eretto intorno al sepolcro di S. Felice, quell’acqua che Nola gli aveva negata. Egli ‹si rivolse a quella povera gente – scrive lo storico – che viveva quasi esclusivamente della coltura delle api e che certo non si sarebbe negata›»

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In ogni caso l’identificazione dei cinque insetti come “cicale” è quella prevalente sia storicamente che ufficialmente, infatti anche secondo lo Statuto comunale lo stemma comunale è: « … un’aquila bicipite con corona reale fra le due teste e portante in petto uno scudo sannitico caricato da una campana a forma molto allungata, intorno alla quale volteggiano cinque cicale».

Blasone: D’oro, all’aquila bicipite di nero, armata del campo e linguata di rosso, sormontata dalla corona pure d’oro e chiuso di rosso; accollate lo scudetto d’azzurro all’arnia accompagnata da cinque api cicale volanti, due in capo e tre in punta, il tutto d’oro.

Nota di Giovanni Giovinazzo e Massimo Ghirardi

Bibliografia

1Leonardo Avella, Origini e sviluppo iconografico dell’antica arme della fedelissima Città di Nola, Istituto Grafico Editoriale Italiano, Napoli 2006, p. 17

2Avella, op. cit., p. 20

3Avella, op. cit., p. 9

4Avella, op. cit., pp. 10-11

5Avella, op. cit., pp. 25-26

6Avella, op. cit., p. 28

7Avella, op. cit., p. 32

8Avella, op. cit., p. 37

9Avella, op. cit., p. 31

10Di Crollalanza G., Enciclopedia araldico-cavalleresca – Prontuario nobiliare, Pisa, Direz. d. Giornale Araldico, 1876-77, p. 136

11Pietro Manzi, L’arme della città di Nola in «Archivio storico di Terra di Lavoro», volume III – anni 1960-1964, p. 539

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


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Profilo araldico


“D’oro, all’aquila bicipite di nero, armata del campo e linguata di rosso, sormontata dalla corona pure d’oro e chiuso di rosso; accollate lo scudetto d’azzurro all’arnia accompagnata da cinque (api) cicale volanti, due in capo e tre in punta, il tutto d’oro”.

Colori dello scudo:
oro
Oggetti dello stemma:
aquila bicipite, arnia, cicala, corona, scudetto
Attributi araldici:
accollato, accompagnato in punta, accompagnatoin capo, armato, chiuso, linguato, sormontato, volante

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro
Profilo Araldico

“Drappo di azzurro allo stemma comunale centrato…”

bandiera ridisegnata

Disegnato da: Massimo Ghirardi

bandiera Ufficiale
no bandiera
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Regio Decreto (RD)
    concessione

    Decreto dell’1 giugno 1510.