Città di Nardò – (LE)

Informazioni

  • Codice Catastale: F842
  • Codice Istat: 75052
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 31952
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 190.48
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

NARDÒ, centro principale della Provincia di Lecce dopo il capoluogo, è un antichissimo centro di origine messapica che divenne municipio romano col nome di NERETUM , poi NERITÒN coi Bizantini (da cui il nome attuale). Nel 1055 fu conquistato dal normanno Goffredo, che vi costituì un Ducato.

Dal 1413 è sede vescovile.

Lo stemma, in uso da tempo, è stato riconosciuto con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 novembre 1952, dove si blasona: “D’argento, al toro di rosso contornato d’oro, sulla pianura erbosa, con la zampa anteriore destra sollevata, su di uno zampillo d’acqua. Sotto lo scudo su lista bifida d’argento, la scritta in nero: TAURO NON BOVI. Ornamenti esteriori da Città”.

Il toro richiama le mitiche origini greche della città: secondo la leggenda Zeus si trasformò in toro (bianco) per rapire Europa, figlia del re fenicio Agenore, dalla loro unione sull’isola di Creta nacque Minosse, il re che fece costruire a Dedalo il celebre labirinto dove segregare Minotauro. Il secondo figlio del re, Japige, sarebbe all’origine della tribù japigia, della quale Nardò (Neriton) faceva parte.

Il motto “Tauro non bovi” si traduce con “Toro, non bue”, sta anche ad indicare la fierezza della popolazione. Il toro, con la zampa anteriore, fa scaturire uno zampillo d’acqua dal terreno, il che è un riferimento all’origine del toponimo “Nardò” che deriverebbe dal termine “nar” (‘acqua’) di origine illirica in riferimento alla ricca falda acquifera del territorio(1).

Sull’origine dello stemma si raccontano anche diverse leggende: una di queste racconta degli abitanti di un casale di Nereto(2) distrutto dai Saraceni vagassero alla ricerca di un luogo dove stabilirsi. Un toro della colonna si fermò e inizio a raspare il terreno fino a far zampillare dell’acqua. L’evento convinse i profughi a fermarsi in quel luogo e a fondarvi una nuova città.

Un’altra afferma, invece, che durante una battaglia dei neretini contro i Saraceni, il valore di un toro trasformò una potenziale sconfitta in una vittoria certa perciò scelsero il toro come simbolo della città.


Note:

(1) Da notare che tutt’oggi “nerò” in greco significa “acqua”.
(2) Secondo altri: popolazioni japige dell’Epiro.

 

Nota di Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiano. UTET, Torino 1997.
www.salentoviaggi.it

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’argento, al toro di rosso coronato d’oro, sulla pianura erbosa, con la zampa anteriore destra sollevata, su di uno zampillo d’acqua. Sotto lo scudo su lista bifida d’argento, la scritta in nero: “TAURO NON BOVI”. Ornamenti esteriori da Città”.

D.P.R. 11 settembre 1952

Colori dello scudo:
argento

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo di colore rosso riccamente ornato di ricami d’oro e caricato con lo stemma civico con al centro l’iscrizione in oro “Città di Nardò””.

D.P.R. 6 ottobre 1953

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM)
    riconoscimento
    11 Novembre 1952

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    6 Ottobre 1953