Comune di Mandeure – (25)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Mandeure (oggi nel Dipartimento del Doubs, nella Franca Contea) è l’erede dell’antica città romana di Epomanduodurum, di origine celtica, il cui toponimo sembra derivato dall’unione di Epona (divinità femminile dei cavalli), Manduo (Piccolo), col latino Durum (Luogo Forte, fortificato) da cui il significato di “Fortezza del Piccolo Cavallo”.

 

Il primo insediamento sorse nel meandro del fiume Doubs, dove rimangono numerose vestigia dell’epoca imperiale.

 

Nel medioevo fu contesa tra i vescovi di Besançon (che portavano il titolo di principi di Mandeure) e i conti di Montbéliard (feudo in seguito annesso al principato del Wurttemberg): la popolazione venne quindi divisa in due comunità, ciascuna con la propria parrocchia: Beaulieu dipendente dal vescovado di Besançon e Mandeure propriamente detta e dipendente dal conte di Montbéliard; in mezzo alle quali correva la strada reale (poi Strada Nazionale 437). Ancora oggi nel mezzo si trovano poche case corrispondenti al quartiere di Courcelles.

 

Anche nel periodo della Riforma la comunità rimase separata, da una parte i cittadini di fede cattolica e dall’altra quelli di osservanza evangelica luterana.

 

Nonostante questa frattura profonda gli abitanti riuscirono ad accordarsi per ottenere una certa autonomia sia dal vescovo (riconosciuta, per parte cattolica, già con alcune “franchigie” dell’arcivescovo Antoine de Vergy del 16 febbraio 1518 e, per parte luterana, con le concessioni del principe Leopoldo Federico del 24 giugno 1656).

 

Nel XVIII secolo i titoli di arcivescovo di Besançon e principe di Mandeure erano riuniti nella persona dell’arcivescovo Raymond de Durfort, che morì in esilio in Svizzera nel 1792, mentre la Rivoluzione Francese sconvolgeva il territorio.

 

Il 15 aprile 1792 Mandeure si costituì Repubblica Autonoma adottando uno stemma azzurro con una mosca nera con il motto “Aquila non capit muscas” (L’aquila non cattura le mosche) che tutt’ora accompagna lo stemma civico; in seguito si è preferita la più nobile ape1.

 

Dal 24 ottobre 1793 Mandeure fu annessa definitivamente alla Francia, entrando a far parte del Dipartimento della Haute-Saône. In seguito fu unita al Dipartimento del Mont-Terrible nel 1797, dell’ Haut-Rhin nel 1800 e infine a quello del Doubs nel 1816, parte della Franca-Contea.

 

Anche lo stemma, con i due barbi, di due diversi metalli, ricorda questa divisione storica, le due comunità sono soggette simbolicamente all’ape d’oro, che ricorda il lavoro per il bene comune.

 

Blason : « Tiercé en pairle, au premier d’argent à une abeille d’or, au deuxième d’azur à un bar d’argent, au troisième de gueules à un bar d’or, les deux bars posés adossées. Devise : Aquila non capit muscas  ».

 

Blasone : “Interzato in pergola, il primo d’argento all’ape d’oro, il secondo d’azzurro al barbo d’argento, il terzo di rosso al barbo d’oro, i due barbi addossati. Motto: Aquila Non Capit Muscas” (l’aquila non catture le mosche).

(1): da notare che tecnicamente in Araldica la vile “mosca” non dovrebbe esser data, si dovrebbe rappresentare sempre una “ape” di smalto “nero”.

 

Nota di Massimo Ghirardi e Renzo Barbattini

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


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Profilo araldico


“Interzato in pergola, il primo d’argento all’ape d’oro, il secondo d’azzurro al barbo d’argento, il terzo di rosso al barbo d’oro, i due barbi addossati. Motto: Aquila Non Capit Muscas” (L’aquila non catture le mosche).

Colori dello scudo:
argento, azzurro, rosso
Partizioni:
interzato in calza

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
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  • motto
  • istituzione nuovo comune