Comune di Cuveglio – (VA)

Informazioni

  • Codice Catastale: D238
  • Codice Istat: 12062
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 3443
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 7.70
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Cuveglio (gia Cuveglio in Valle) è il principale centro abitato della Valcuvia, nella attuale provincia lombarda di Varese, posto lungo la strada che collega Cittiglio con Luino, sulla sponda del lago Maggiore.

 

Storicamente la località più importante del territorio è l’attuale frazione di Canonica, sede castellana almeno dal XII secolo (del sistema difensivo rimane una torre merlata), della pieve e del Vicariato della diocesi di Como, che esercita giurisdizione su 16 parrocchie circonvicine.

 

Nel 1805 il territorio viene unito al comune di Vergobbio e, poco dopo, in età napoleonica, a quello di Cuvio dal quale riottenne l’autonomia nel 1853. Dopo l’Unità d’Italia assunse la denominazione di Cuveglio in Valle (Regio Decreto del 28 giugno 1863, n. 1.426)

 

Nel 1927 il comune entrò a far parte della nuova provincia di Varese, distaccata da Como, e l’anno successivo venne soppresso e unito a Cuvio (Regio Decreto del 12 gennaio 1928, n. 63). Riotterrà l’autonomia al termine della Seconda Guerra Mondiale.

 

Con Cuvio condivide anche l’etimologia del toponimo: entrambi deriverebbero dal termine latino “covus“, per indicare la particolare posizione geografica dell’antico abitato, sorto all’interno di una cavità, una conca valliva, dove si trasferirono i primitivi abitanti con il prosciugamento dei laghi glaciali.

 

L’insediamento umano nella zona risale, infatti, a tempi antichissimi, come hanno dimostrato i numerosi ritrovamenti archeologici avvenuti sul territorio comunale, che testimoniano la presenza umana dall’era palafitticola. Divenne poi un centro romanizzato di una certa importanza nella Valcuvia, dal latino “Vallis cum via”, che è appunto una valle con una strada che la percorre in tutta la sua lunghezza.

 

Lo stemma è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1973 dove è descritto (in italiano): “Semipartito troncato: nel primo di verde a sei bozzoli d’oro (3-2-1); nel secondo di rosso all’albero sradicato d’argento; nel terzo d’argento alla mucca al naturale pascente su terrazzo di verde. Ornamenti esteriori da Comune”.

 

La figurazione richiama l’identità rurale del territorio e l’economia locale ancora oggi fondamentalmente agricola, caratterizzata dall’allevamento dei bovini (ma anche di caprini) e la silvicoltura, mentre è pressoché scomparso l’allevamento dei bachi da seta, che ebbe molta importanza tra il XIX e la prima metà del XX secolo, come in gran parte della Lombardia.

 

Il gonfalone è invece descritto come un “Drappo partito di rosso e di verde…” caricato dallo stemma comunale.

 

 

 

Nota di Massimo Ghirardi, Giancarlo Scarpitta e Giovanni Giovinazzo

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini




Profilo araldico


“Semipartito troncato: nel 1° di verde a sei bozzoli d’oro (3-2-1); nel secondo di rosso all’albero sradicato di argento; nel terzo d’argento alla mucca al naturale pascente su terrazzo di verde. Ornamenti esteriori da Comune”.

Colori dello scudo:
argento, rosso, verde
Partizioni:
semipartito troncato
Oggetti dello stemma:
albero, bozzolo, mucca, terrazzo
Attributi araldici:
pascente, posto 3-2-1, sradicato

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo partito di rosso e di verde…”

Colori del gonfalone: rosso, verde
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    27 Marzo 1973