Comune di Collevecchio – (RI)

Informazioni

  • Codice Catastale: C876
  • Codice Istat: 057021
  • Numero abitanti: 1555
  • Nome abitanti: collevecchiani
  • Altitudine: 245
  • Superficie: 26,95

Storia dello stemma e del comune

Un occhio attento riconosce nei due bastoni legati in croce dello stemma di Collevecchio la croce del supplizio di Sant’Andrea apostolo, che è il patrono del Comune. Nella versione in uso (non formalmente concessa) da parte dell’Amministrazione i due elementi hanno assunto la forma di due nodose clave, ma in quella più risalenti i due bastoni sono più sottili e più simili alla notissima “croce di Sant’Andrea”.

Si può blasonare: “d’argento, a due bastoni nodosi al naturale posti in croce di Sant’Andrea, legati da un nastro d’argento”. Il gonfalone si presenta come un drappo partito di bianco e verde.

Il pittoresco centro di Collevecchio  si estende lungo la Valle del Tevere; è un centro di antichissima origine che ebbe il suo fulcro nell’attuale Poggio Sommavilla, dove sono stati ritrovati numerosi reperti archeologici di diverse epoche, dalla preistoria all’età romana, quando la città venne distrutta e rifondata nella valle dell’Aia, col nome di Forum Novum, centro dominante di un vasto territorio che comprendeva diversi agglomerati urbani tra cui il Fundus Antiquus con il casale de antiquo e la chiesa dell’attuale San Valentino, la zona di colle Mozzano, dal fundum Musiniano, ai quali si aggiungevano il Fundus Usianus (oggi Sant’Anatolia), Casalia (Casaglia), Cicinianus (Cicignano), Fundus Carpinianus(Grappignano), Thoccie (Toccia), Cuphi (Colle delle Palme), e il Castrum Summa Villa (oggi Poggio Sommavilla, già noto come Poggetto).

Papa Innocenzo IV, con breve del 10 dicembre 1253, autorizzò gli abitanti di Mozzano a trasferirsi a Castrum Vetulum, l’attuale centro storico di Collevecchio, per meglio difendersi.

Nel luglio 1283 il paese fu occupato dal Comune di Narni e nel giugno venne ratificato un accordo secondo il quale l’amministrazione giuridica passava sotto il controllo dei narnesi i quali fecero costruire una rocca con palazzo e torre, identificabile con l’attuale palazzo Cerbelli e il vicino complesso di strutture che costituiscono il rione Martavello.

Alla metà del XIV secolo, Collevecchio ritornò sotto la sovranità della curia pontificia; in quel periodo il rettore della Provincia del Patrimonio di San Pietro in Tuscia risiedeva a Toscanella (l’attuale Tuscania) mentre il vice rettore risiedeva a Tarano.

Nel 1368 il territorio fu infeudato agli Orsini, ai quali rimase fino al 1594, quando la morte del conte Valerio Orsini fece ritornare il territorio alla Camera Apostolica.

Tra il 1605 e il 1621, per volere di papa Paolo V, Collevecchio divenne sede del Governatorato Apostolico della Provincia della Sabina con il tribunale, le carceri e la cancelleria (trasferito nel 1816 per cedimenti strutturali del palazzo omonimo), annessa alla ex chiesa dei Santi Pietro e Paolo.

Nel periodo della Restaurazione post-napoleonica, nel 1816, il piccolo comune di Collevecchio (contava 475 abitanti) fu incluso nel distretto di Poggio Mirteto dove venne anche trasferita la sede del Governatorato Apostolico.

Nel novembre del 1817, il cardinale Ercole Consalvi fu incaricato di definire il nuovo assetto istituzionale dei territori dello Stato Pontificio, Collevecchio divenne appodiato di Montebuono, ma ritornò presto autonomo, ottenendo anzi come appodiati gli ex comuni di Cicignano, Poggio Sommavilla, San Polo e Foglia (oggi frazione di Magliano Sabina), dipendente dal governatorato di Calvi dell’Umbria.

A seguito del plebiscito tenutosi il 4 novembre del 1860, il territorio del comune di Collevecchio divenne parte del Regno d’Italia, inserito nella provincia umbra di Perugia. Passò nel 1923 alla Provincia di Roma e nel 1927 alla provincia di Rieti, che passò dall’Umbria al Lazio.

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini




Profilo araldico


“D’argento, a due bastoni nodosi al naturale posti in croce di Sant’Andrea, legati da un nastro d’argento”

Colori dello scudo:
azzurro
Oggetti dello stemma:
bastone, nastro
Attributi araldici:
legato, nodoso, posto in croce di sant'Andrea

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo partito di bianco e di verde…”

Colori del gonfalone: bianco, verde
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune