Città di Civitanova Marche – (MC)

Informazioni

  • Codice Catastale: C770
  • Codice Istat: 43013
  • CAP: 62012
  • Numero abitanti: 40816
  • Nome abitanti: civitanovesi
  • Altitudine: 3
  • Superficie: 45.80
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 29.0

Storia dello stemma e del comune

Su un colle presso il mare Adriatico, alla foce del fiume Chienti, sorgeva un antico insediamento piceno che prese poi il nome di CLUANA. Nel periodo altomedioevale divenne RIPA o CASTELLO DI SAN MARONE in memoria del santo martirizzato nella valle del Chienti intorno al 410; nell’XI secolo l’abitato corrispondente all’attuale CIVITANOVA ALTA si diede ordinamento comunale. Ebbe il titolo di “città” nel 1828.

L’odierno centro abitato nella parte bassa, lungo la costa, apparteneva un tempo amministrativamente a Civitanova Alta ma ne venne distaccato ed eretto in comune autonomo nel 1913 col nome di Porto Civitanova, nel 1938 mutò il nome in CIVITANOVA MARCHE assorbendo anche il territorio dell’antico capoluogo.

L’attuale disegno delle armi del Comune è stato rimodellato nel 2021, semplificando la precedente figurazione che risaliva alla seconda metà dell’Ottocento; nel bozzetto approvato dal Commissario Prefettizio nel 1940 (quindi dopo unione dei due Comuni) si prevedeva anche la figura di un drago tenuto al guinzaglio da San Marone, allusione alla nota leggenda secondo la quale egli liberò la regione da un temibile mostro uscito dal mare che tentava di divorare la giovane figlia del re di Urbisaglia appena convertita al cristianesimo, episodio derivato da una della tante versioni note fin dal XVI secolo (rilevabile sul frontespizio degli Statuti del Comune): tutte recanti la figura del santo e – quelle presenti sui sigilli – con il bastone da pellegrino (bordone) o la palma del martirio. Molte mostrano anche la torre, che era rappresentata alta su di una rupe a picco sul mare, allusiva a Civitanova Alta, ma oggi “trasferita” sulla spiaggia al livello del mare (dove si trova effettivamente il municipio).

Attualmente la mano destra del santo è libera e in gesto benedicente (è scomparsa la pietra posata sull’arenile allusiva al suo martirio: essendo stato condannato ad essere schiacciato da una grande pietra); sullo sfondo si vede un’imbarcazione a vela. Nella versione “aulica” lo scudo era contornato da foglie d’acanto, racchiuse in un elaborato “cartoccio ad orecchioni”, il tutto sormontato da una corona del rango di marchese. Quest’ultimo elemento fa riferimento alla famiglia Cesarini che fu investita del feudo nel 1551, elevato a marchesato nel 1560 da papa Pio IV; il 12 luglio 1585 papa Sisto V lo eleverà a ducato (e lo resterà per oltre duecento anni).

 

Porto Civitanova aveva proprio stemma adottato nel 1928 e ispirato ad un disegno del marchese Adriano Colocci di Jesi (1855-1941), membro della Consulta Araldica del Regno dal 1921 al 1930. Presentava una “paranza” (tipica imbarcazione adriatica) come emblema della vocazione peschereccia del porto. Successivamente fu aggiunto un campo di rosso alla ruota dentata d’argento simbolo dell’industria. Lo stemma fu approvato da Vittorio Emanuele III il 23 febbraio 1928 col blasone: “Troncato. Nel primo di rosso alla ruota d’ingranaggio d’argento, nel secondo d’azzurro al mare fluttuante d’argento con la barca da pesca navigante alla vela latina spiegata, il tutto al naturale, la vela caricata in alto di una stella di cinque raggi d’oro.       

Note di Mario Carassai, Massimo Ghirardi, Giovanni Giovinazzo, Alessandro Savorelli, Vieri Favini.

Con la collaborazione di Stefano Sampaolo e Massimiliano Montecchiari.

 

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997, p. 250.

AA.VV. LE MARCHE SUGLI SCUDI. Atlante storico degli stemmi comunali. Andrea Livi Editore, Fermo 2015, p.153-154.

Stemma Ridisegnato


Fonte: Mario Carassai

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Reperito da: Giovanni Giovinazzo

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo araldico


“Troncato: nel PRIMO, campo di cielo; nel SECONDO, ritroncato d’azzurro e d’oro, all’effigie di San Marone, rivolta, attraversante, il viso, le mani e i piedi di carnagione, capelluto e barbuto d’argento, nimbato d’oro, con il saio, il mantello e i sandali di marrone al naturale, con le braccia protese, la mano sinistra tenente il bordone di legno al naturale, la destra benedicente un castello di rosso, mattonato di nero, merlato alla ghibellina, il fastigio di otto pezzi, le due torri di tre, finestrate di due, di nero, una e una, aperto dello stesso, fondato sulla linea di partizione, detto Santo addestrato da una barca navigante con la vela latina spiegata al naturale. Ornamenti esteriori da Città.”

Gonfalone ridisegnato


Fonte: Mario Carassai

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Reperito da: Giovanni Giovinazzo

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo partito di rosso e di giallo…”

Colori del gonfalone: giallo, rosso
Partizioni del gonfalone: partito
Profilo Araldico

Drappo troncato di giallo e di rosso…”

bandiera ridisegnata
bandiera Ufficiale
no bandiera
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune


    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione

    Decreto del marzo 2020


    Bolla Papale
    concessione
    1 Gennaio 1828

    Bolla di Papa Leone XII del 1828.


    Regio Decreto (RD)
    concessione
    6 Ottobre 1927