Comune di Cingia de’ Botti – (CR)

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Info
  • Codice Catastale: C703
  • Codice Istat: 19031
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 1325
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 14.41
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Cingia de’ Botti sorge lungo la strada Giuseppina (attuale SP 87), a metà strada fra Cremona e Casalmaggiore, in una zona agricola sulla sponda sinistra del fiume Po.

Il comune conta 1.230 abitanti e comprende le frazioni di Vidiceto, Pieve Gurata, Gurata, Ca’ de’ Corti, Casaletto di Sotto.

Il toponimo deriva dal latino cingula (“piccola cintura”, nel significato di “striscia sottile di terra”); mentre la seconda parte del toponimo rimanda al nome di un casato dei cremonesi Botti, grandi proprietari terrieri del territorio dal XIII secolo (Cingle de Bottis compare per la prima volta nel 1453). È documentato come Cingla in un atto di donazione del 23 marzo 1013 col quale Lanfranco di Scandolara e i suoi figli donano al vescovo Landolfo di Cremona terre e beni situati “in plebe sancti Petri in locis Cingle […], non longe a castro Videxeto”.

Delle attuali frazioni Vidiceto e Pieve Gurata sono i più antichi e, come Ca’de’Corti, furono tutti comuni indipendenti.

Vidiceto è di origine romana, come pare suggerire il suo toponimo, dal latino vitex, (“vetrice” o “salice”, albero di cui era diffusa soprattutto la specie dai virgulti flessibili, usata per legare le viti e coltivata fino a tempi recenti).
Secondo la tradizione Pieve Gurata risale all’anno 876 e il suo campanile, se si eccettua l’aggiunta della cuspide, ha mantenuto inalterata la sua struttura ed oggi  è uno dei più antichi esempi di architettura gotica nel territorio della Diocesi di Cremona: “la sua sagoma agile e severa e il rosso vivo del cotto si stagliano sul verde e sulle basse costruzioni, tanto da assumere quasi l’evidenza di un emblema” (dal sito istituzionale del Comune), ragione per la quale è stato adottato nello stemma civico.

Nel 1757, il territorio del comune di Pieve Gurata viene unito a quello di Cingia che, nel 1868, assorbì anche quello di Vidiceto e di Ca’ de’ Corti (Regio Decreto 24 maggio 1868).

Nota di Massimo Ghirardi

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997, p. 244.

BLASONATURA

“Partito: il primo, di azzurro, alla fascia scaccata di argento e di rosso, di due tiri e di sei pezzi; il secondo, d’oro, alla torre campanaria di Pieve Gurata, di rosso, mattonata di nero, aperta con bifora del campo, fondata sulla pianura di verde, essa torre campanaria cimata da due merli ghibellini e dalla guglia centrale, cimata dalla crocetta di nero; il tutto sotto il capo di verde, caricato dall’aquila di nero, coronata dello stesso. Ornamenti esteriori da Comune”.

SMALTI
OGGETTI
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BLASONATURA

“Drappo rosso riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dallo stemma comunale con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti in metallo ed i cordoni argentati. Cravatta con nastri ricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento”.

D.P.R. 25 ottobre 1999

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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    25 Ottobre 1999

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