Comune di Chiauci – (IS)

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Info
  • Codice Catastale: C620
  • Codice Istat: 94015
  • CAP: 86097
  • Numero abitanti: 273
  • Nome abitanti: chiaucesi
  • Altitudine: 868
  • Superficie: 15.71
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 19.9
  • Comuni confinanti:

    Civitella del Sannio, Pescolanciano, Pietrabbondante, Sessano del Molise.

Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Chiauci è un comune italiano della provincia di Isernia in Molise.
Paese con antiche origini feudali, basa la sua storia sull’agricoltura e la pastorizia.

I Normanni, nel 1002, la chiamavano “Clavicia” (da clava, simbolo di forza). Ai tempi degli Angioini, era nota col nome di “Castella Claviza”. Durante il dominio aragonese fu conosciuta col nome di “Clavico” o “Clavicij”.

Nei “Quinternioni” del 1477 il paese è chiamato “Chiavicas”, mentre nel secolo XVII è conosciuto come “Chiavico” o “Clauce”.

Dubbia è la derivazione del nome. Alcuni ritengono che provenga da uno dei termini latini: “Clava” (clava, bastone), “Claviger” (portatore di clava), “Cloacina” (uno degli appellativi della dea Venere).

Si ritiene più probabile la derivazione del nome di Chiauci da “Clavis” (chiave). L’ipotesi troverebbe convalida nel fatto che due chiavi maschie, incrociate a croce di S. Andrea, caricate di un’aquila con il capo rivolto a sinistra e sormontato da una corona di marchese, compaiono nello stemma del Comune. Il richiamo alle chiavi simboliche della. S. Sede è chiaro, però è certo che Chiauci non è mai appartenuta alla S. Sede e che non è stata mai feudo ecclesiastico.

In origine ne era feudatario per conto del conte di Molise, il barone Oderisio de Rigo Nigro, esponente della famiglia che ne conservò i possessi sino all’epoca degli Svevi (XIII secolo), quando Tommaso de Rigo Neigro, tra i baroni della “Terra di Lavoro”, prese dei prigionieri lombardi nel 1239.

All’epoca di Carlo I d’Angiò Chiauci fu dei Bucca che l’ebbero in feudo dal 1269, cadetti del governo di Napoli. Successivamente il feudo passò alle famiglie del Bosco, dei Montavano, dei Ferrante de Capua, le cui figlie lo cedettero ai Sanfelice di Bagnoli del Trigno nel XVI secolo. Chiauci fu data poi ai Del Greco all’epoca del viceré spagnolo Pietro da Toledo.

Comprata dai De Petra nel 1626, passò ai Capuano e ai De Mari. Il nome nei secoli cambiò in Chiavico, Clauce, e poi nell’attuale.

Nel 1807 faceva parte del distretto di Isernia, governato da Frosolone, ed era una frazione di Civitanova del Sannio.

Nel 1811 Chiauci divenne un comune autonomo, ma dal 1927 al 1935 divenne nuovamente frazione, stavolta di Pescolanciano.

Passata con il nuovo governo repubblicano alla provincia di Campobasso, dal 1970 è di nuovo nei territori di Isernia, ed ospita il Lago di Chiauci uno dei principali bacini idrici per il rifornimento dell’acqua della valle del Trigno.

Simboli

Lo stemma e il gonfalone del comune di Chiauci, per quanto non ufficialmente concessi, si possono blasonare:

«D’azzurro, all’aquila al naturale (alias d’argento), al volo abbassato, rivoltata, coronata con corona baronale d’oro, tenente tra gli artigli due chiavi anch’esse d’oro, passate in decusse. Ornamenti esteriori da Comune».

Data la mancanza di un blasone ufficiale, molto spesso le realizzazione differiscono notevolmente nella grafica e negli smalti.

 

Note di Bruno Fracasso