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Info
- Codice Catastale: C540
- Codice Istat: 48012
- CAP: 50052
- Numero abitanti: 16200
- Nome abitanti: certaldesi
- Altitudine: 67
- Superficie: 75.23
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 47.2
- Comuni confinanti:
Barberino di Val d'Elsa, Castelfiorentino, Gambassi Terme, Montespertoli, San Gimignano, Tavarnelle Val di Pesa.
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Nella media Valdelsa il borgo di Certaldo si sviluppò fin dagli inizi del XII secolo, a valle di un castello dei conti Alberti. Assoggettata a Firenze fin dal 1198, divenne il centro del potere fiorentino nella zona a sud-ovest del Contado.
Per quanto attiene il toponimo, alcuni propongono la teoria secondo la quale il nome di Certaldo sia derivato da una forma germanica (longobarda) originata dal latino «cerretum» (bosco di cerri, varietà di querce) attraverso «certald», che include anche l’aggettivo «altus» (alto) con significato di ‘cerreto alto’.
Lo Statuto del Capitano del Popolo del 1322-25 menziona la Lega del Comune di Certaldo e dei popoli annessi, alla quale, in seguito al riassetto territoriale del decennio successivo, venne accorpata la Lega del plebato di San Lazzaro.
Nel 1415 Certaldo venne eretto a sede del Vicariato di Valdelsa, che ebbe giurisdizione su un vasto territorio che si estendeva, oltre che nella bassa Valdelsa, nel Chianti, la val di Pesa e l’area periurbana a sud-ovest di Firenze, fino al fiume Arno, con sedici Leghe o Podesterie sottoposte.
Certaldo alzò per insegna la figura di uno dei propri prodotti più tipici, la cipolla rossa, peraltro indirettamente ricordata dal Boccaccio in una novella del Decameron, attraverso il nome del protagonista frate Cipolla, per l’appunto originario di Certaldo. L’insegna con la cipolla si vede rappresentata nella cappella del locale palazzo vicariale e sulle pareti laterali del tabernacolo dei Giustiziati, inserita nel campo bianco di un partito bianco-rosso, aumentato dal Capo d’Angiò. Nei lacunari del salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio è invece posta al centro di uno scudo bianco. In quanto sede di vicariato, l’insegna di Certaldo è ben attestata in numerosi blasonari, in forme che non si discostano da quelle sopra citate.
Anche il Vicariato ebbe una propria insegna, costituita dalla figura di un leone al naturale in campo bianco che tiene nelle branche il giglio fiorentino, ben documentata presso la sede vicariale e dalle fonti iconografiche.
Le Riforme leopoldine del 1774 assegnarono alla nuova Comunità di Certaldo lo stesso territorio in precedenza soggetto alla Podesteria, rimasto pressoché immutato fino al presente.
Lo stemma con la cipolla nel 1784 parve volgare e poco nobile a un gonfaloniere, tanto da chiederne la sostituzione con quello un tempo usato dal Vicariato di Valdelsa, che a Certaldo ebbe sede, costituito da un leone al naturale che sostiene il giglio fiorentino; vennero tuttavia variati gli smalti, rappresentando il leone d’oro in campo azzurro. Nel 1867, tuttavia, venne ripristinato l’uso dello stemma tradizionale, privato del Capo d’Angiò, ricollegandosi all’antica tradizione secondo la quale dalla cipolla di Certaldo sarebbe in un certo senso «sbocciato» il giglio fiorentino, facendo riferimento alla distruzione del vicino castello di Semifonte e alla conseguente sconfitta dei potenti conti Alberti. Allo stemma fu inoltre associato un motto, ripreso dagli antichi statuti: «Doppia son per natura e forte ancora, e piaccio a chi sta e a chi lavora».
Il Capo del Governo riconobbe al Comune di Certaldo, in data 6 marzo 1953, lo stemma partito d’argento e di rosso, con la cipolla rossa al centro della prima partizione.
(Nota di Michele Turchi e Massimo Ghirardi)
Bibliografia:
– G. Boccaccio, Decameron, Sesta giornata, novella X.
– E. Repetti, Dizionario Geografico, Fisico, Storico della Toscana, Firenze 1833-46.
– L. Passerini, Le armi dei Municipj Toscani, Firenze 1864.
– G.P. Pagnini, Stemmi e gonfaloni della Toscana, in La Toscana e i suoi Comuni. Storia territorio popolazione e gonfaloni delle libere Comunità Toscane, Firenze 1985.
– Gli stemmi dei Comuni toscani al 1860, a cura di G.P. Pagnini, Firenze 1991.
– U. Muccini, Il salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, Firenze 1990.
– AA.VV., Dizionario di Toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino 1997 (prima edizione 1990).
– V. Favini, A. Savorelli, Segni di Toscana. Identità e territorio attraverso l’araldica dei comuni: storia e invenzione grafica (secoli XIII-XVII), Firenze 2006.
– C. Tibaldeschi, Gli stemmi dei Vicari di Certaldo, Firenze 2009.