Comune di Carcassonne – (11)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Carcassonne [Carcassona, in occitano (pron. Karkasùno) e in italiano] è una nota città della Linguadoca patrimonio dell’UNESCO per il suo nucleo murato, capoluogo del dipartimento dell’Aude, nella regione Languedoc-Roussillon (Linguadoca-Rossiglione).

 

Di antichissima origine sorge in un luogo occupato stabilmente già dal Neolitico, nella piana dell’Aude (anticamente Atax), crocevia tra numerose vie che vanno tutt’ora dall’Atlantico al Mediterraneo e dal Massiccio Centrale ai Pirenei. Alla fine del II secolo a.C. il territorio viene stabilmente occupato dalla tribù celtica dei VolquiTectosagi che lo fortificano, nel 118 a.C. la regione viene conquistata dai Romani che creano un “oppidum” militare.

 

Il nome deriva dal celtico Carcasuna (forse: “città sull’Atax”), nominata da Plinio il Vecchio nel I secolo a.C. come Carcaso Volcarum Tectosage.

 

Nel V secolo d.C. viene conquistata dai “Goti dell’est” (Visigoti), poi dai Saraceni nell’VIII secolo, che la mantengono per circa trent’anni, fino a che non verranno cacciati dai Franchi, ai quali si deve la denominazione di Karkashuna, poi Carcasona e infine Carcassione che gli imperatori carolingi assegneranno ai baroni della famiglia de Trencavel, che la posseggono dall’XI al XIII secolo, facendo della città un centro importante e florido della Linguadoca.

 

Raimond-Roger de Trencavel, visconte di Carcassonne, proteggerà i Catari, la cui dottrina si diffonderà nella città e nel territorio. Simon de Montfort (e, dopo di lui, il Legato papale Arnaud Amaury) guiderà la triste “Crociata” contro gli “eretici” che avrà come conseguenza la caduta della città e lo sterminio degli abitanti nel 1209, dopo un assedio di due settimane. Esautorati i Trencavel il feudo passerà a Simon de Montfort, il cui figlio lo donerà al re di Francia, che lo integrerà nei domini della Corona nel 1224.

 

Nel 1240 la popolazione, guidata dal figlio del visconte di Trencavel, si ribella al potere regio e Luigi IX “il Santo” per rappresaglia caccia i residenti dalla città, permettendo però loro di stabilirsi sull’altra riva del fiume, creando così una nuova città, la Bastide (Bastia), o “Ville Basse” che sarà detta poi “de Saint Louis”, dal 1247. I due centri saranno a lungo in concorrenza. Lentamente però la Bastide prospera economicamente e si sviluppa molto di più della città vecchia. Nel 1248 la “città bassa” si dà un ordinamento consolare (con un consiglio di sei Consoli e numerosi notabili come consilieri).

 

Nel XIV secolo la città è il principale centro di produzione laniera del Regno, la cui materia prima proviene dagli allevamenti ovini della Montagne Noire e delle Corbières, e in scambio commerciale con Alessandria d’Egitto e Costantinopoli.

 

Durante la Guerra dei Cent’Anni il “Principe Nero” inglese devasta la città bassa, incendiandola nel 1355. La città vecchia è risparmiata. La Bastide verrà ricostruita, ma molto ridimensionata rispetto al passato, anche a causa della diminuzione della popolazione decimata dalla peste, e munita di fortificazioni nel 1359.

 

Dal 1351, dopo aver cacciato i Calvinisti, la città diviene un centro del Cattolicesimo: base per gli attacchi contro i villaggi protestanti della regione: Limoux, Bram e altri.

 

Lentamente la città alta, che è la sede del Parlamento degli Stati Generali della Linguadoca, perde la sua importanza politica e strategica in favore della “Città Bassa” che si arricchisce con la produzione e il commercio dei tessuti di lana. Nel 1667 il ministro di Luigi XIV, Colbert, rilancia la manifattura dei drappi (creata dai fratelli Saptes di Tuchan, provenienti da Conques, la cui ricchezza acquisita permetterà ai loro membri di abbandonare l’industria per la magistratura).

 

All’epoca della Rivoluzione l’industria tessile è in grave crisi, anche a causa della concorrenza inglese. Il 29 gennaio 1790 viene creato il Dipartimento dell’Aude, con Carcassonne capoluogo (sede di Prefettura), tra il 1790 e l’inizio del XIX secolo la città “Bassa” assorbe la “Cité” (Città Vecchia).

 

Grazie alla sollecitazione degli eruditi carcassonnais come Jean-Pierre Cros-Mayrevieille, sostenuto da personalità importanti come Prosper Mérimée (ispettore dei Monumenti Storici), si comincia a far strada l’idea di restaurare le mura e i monumenti antichi della città per riportarla allo splendore del XIII secolo, quando la città era il “…plus grand ensemble de fortifications du Moyen Âge d’Occident”. Gran merito va allo “specialista” francese del “restauro storico”, l’architetto revivalista Eugène Viollet-le-Duc.

 

Lo stemma attuale della città si blasona: “D’azur semé de fleurs de lys d’or au portail de ville flanqué de deux tours couvertes d’argent, maçonné, ajouré et ouvert de sable, la porte coulissée aussi d’argent surmontée d’un écusson de gueules chargé d’un agneau pascal d’argent à la tête contournée nimbée d’or, portant un panonceau aussi d’argent surchargé d’une croisette du champ” (D’azzurro, seminato di gigli d’oro, al portale di città fiancheggiato da due torri coperte d’argento, murato, finestrato e aperto di nero, la porta saracinescata pure d’argento, sormontata da uno scudetto di rosso caricato da un agnello pasquale d’argento con la testa rivolta e nimbata d’oro, portate un pennoncello pure d’argento sovraccaricato da una crocetta del campo).

 

È il risultato della composizione di stemmi differenti e, anticamente, distinti: quello della Città Alta e quello della Città Bassa. Se ne trovano diverse varianti.

 

Secondo lo storico Malte-Brun lo stemma della Città Alta si blasona (1882): « D’azur, à un portail de ville, accompagné de deux tours crénelées d’argent et surmonté d’un écusson d’azur à trois fleurs de lis d’or, 2 et 1 » (D’azzurro, al portale di città, accompagnato da due torri merlate d’argento e sormontato da uno scudetto d’azzurro a tre gigli d’oro).

 

La porta civica simboleggia il castello comitale e il ruolo della città come piazza-forte strategica lungo la frontiera tra i domini del Regno di Francia e quelli del Regno d’Aragona (fino al 1659 il Rossiglione non era sotto il dominio francese).

 

Mentre quello della “Città Bassa” si descrive come: « D’azur, semée de fleurs de lis d’or sans nombre, au besant d’or mis en cœur, chargé d’un tourteau de gueules, surchargé d’un agneau pascal d’argent supportant une croix d’or avec un guidon d’argent chargé d’une croix de sable. Devise : HIC OVES BENE NATÆ AGNUM COMITANTUR »1 (D’azzurro, seminato di gigli d’oro [senza numero], al bisante d’oro in cuore, caricato da un tortello di rosso, sovraccaricato da un agnello pasquale d’argento tenente una croce d’oro con banderuola d’argento caricata da una croce di nero. Motto: HIC OVES BENE NATÆ AGNUM COMITANTUR).

 

L’agnello (analogamente a Rouen) rappresenta l’industria laniera, molto potente nella Carcassonne medioevale. Il motto si può tradurre: “Qui le pecore bene allevate seguono l’Agnello” nel senso che i fedeli “ben allevati” seguono Gesù Cristo.

 

 

(1): Più correttamente: « D’azur, semée de fleurs de lis d’or, au besant du même mis en cœur, chargé d’un tourteau de gueules, surchargé d’un agneau pascal d’argent croisé d’or, le guidon aussi d’argent chargé d’une croix de sable ».

 

 

Nota di Massimo Ghirardi, Daniel Juric e Katia Violi Michelet

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’azzurro, seminato di gigli d’oro, al portale di città fiancheggiato da due torri coperte d’argento, murato, finestrato e aperto di nero, la porta saracinescata pure d’argento, sormontata da uno scudetto di rosso caricato da un agnello pasquale d’argento con la testa rivolta e nimbata d’oro, portate un pennoncello pure d’argento sovraccaricato da una crocetta del campo”.

LEGENDA

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