Comune di Brignoles – (83)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Brignoles è un comune del dipartimento del Var, nella regione Provence-Alpes-Côte d’Azur.

 

Il toponimo compare dal 558 in un documento di re Childebert riguardante il vicino comune di La Celle. Il Castrum Brinoniæ, che sorgeva dove oggi si trova il quartiere di Saint-Pierre, serviva da rifugio agli abitanti durante le invasioni dei Saraceni.

 

Il territorio sarà assoggettato a numerose signorie successive, tra le più importanti famiglie baronali sono da ricordare quelle dei Gualdrade e quella di Ingilran, vescovo di Cavaillon, che donano numerose terre al monastero benedettino di San Vittore di Marsiglia, i cui monaci arrivano a controllare un vasto territorio comprendente diversi villaggi (La Roque-Brussanne, Garéoult, Camps, Cabasse, Candumy, Rougiers, Flassans, Bras…) e che a Celle, fino all’XI secolo parte del territorio di Brignoles, fonderanno il monastero femminile di Sainte-Perpétue de Celle.

 

Nel 1116 il conte di Barcellona e di Provenza, Raymond Bérenger I viene al castello di Brignoles con la corte per dirimere una importante questione tra i monaci di Saint-Victor e i signori locali sulla giurisdizione su Nans e Solliès.

 

Nel 1222 i consoli di Brignoles cedono il potere a Raymond Bérenger IV, ultimo conte di Provenza della sua stirpe. La contessa Beatrice, sua moglie, rimasta vedova, dimorerà a Brignoles e la governerà in nome del genero Carlo d’Angiò, fratello di Luigi IX di Francia che aveva sposato la figlia (anch’essa di nome Beatrice) divenendo conte di Provenza. Nella regione i conti avevano numerose residenze, dove spesso si ritiravano le contesse per partorire, da questo nasce il soprannome dato a Brignoles di « nourrice et demeure des enfants de la couronne » (nutrice e dimora dei figli della corona).

 

Il 5 febbraio 1321 il re Roberto “il Saggio”, re di Napoli e conte di Provenza, accorda agli abitanti il diritto di scegliere dodici consiglieri ogni anno per gestire gli affari del Comune.

 

Con la morte della regina Giovanna I di Napoli, contessa di Provenza, si aprì la lotta per la successione tra Carlo di Durazzo e Luigi d’Angiò, che alla fine prevarrà. Luigi II d’Angiò e la moglie Yolande d’Aragon confermeranno i privilegi civici.

 

Il 15 luglio 1536 l’imperatore Carlo V conquista la città, dandole il nome di Nicopolis (“città della Vittoria”). Ciononostante nel 1538 Francesco I di Francia può prendere trionfalmente possesso della città, accolto dai cittadini festanti.

 

Lo stemma di uso corrente della città si blasona: “Écartelé : au 1er d’azur à la fleur de lis d’or surmontée d’un lambel de gueules, aux 2e et 3e d’azur à la lettre capitale B d’or, au 4e d’or à quatre pals de gueules”(Inquartato: al primo d’azzurro al giglio d’oro sormontato da un lambello di rosso; al secondo e terzo d’azzurro alla lettera maiuscola B d’oro; al quarto d’oro a quattro pali di rosso).

 

La presenza dello stesso smalto (azzurro) nei primi 3 quarti dello scudo non sarebbe corretta dal punto di vista tecnico, in alcune versioni più vecchie il secondo e il terzo campo sono di smalto rosso, secondo il blasone: “Écartelé : le premier d’azur, à une fleur de lis d’or, au lambel de trois pendants de gueules en chef ; le deuxième et le troisième de gueules, à la lettre « B » d’or ; le quatrième d’or, à quatre pals de gueules”(Inquartato: il primo d’azzurro al giglio d’oro, al lambello di tre pendenti di rosso in capo; il secondo e il terzo di rosso alla lettera B d’oro; il quarto d’oro a quattro pali di rosso), che, pur essendo anch’esso un accostamento di due smalti (azzurri e rosso) lo rende più efficace percettivamente1. Resta il fatto che oggi è la prima versione che domina.

 

Nelle versioni più antiche lo stemma era anche timbrato dalla corona comitale in ricordo del legame con i Conti di Provenza (alcune versioni tardo-medioevali portano una C in luogo della B come « Cité des Comtes de Provence »), mentre oggi porta una corona murale del rango di “città”. La “B” si riferisce sia al toponimo che all’inziale della famiglia comitale dei Bérenger di Barcellona. Anche il quarto campo si riferisce alla dinastia catalano-aragonese, lo scudo d’oro a quattro pali di rosso è, infatti, il leggendario emblema dei conti di Barcellona/Catalogna.

Da notare che, nell’Armorial Général del Regno di Francia, Charles d’Hozier assegna (d’ufficio) a Brignoles uno stemma completamente differente: “d’oro, al capo di rosso, caricato di tre crescenti d’argento”, di fatto mai adottato dalla città.

 

(1): per i “colori” una delle regole araldiche fondamentali prescriverebbe di abbinare sempre ad uno “smalto” (rosso, azzurro, verde, porpora, nero) ad un “metallo” (oro e argento); è da dire però che la coppia azzurro/rosso è assai diffusa nell’araldica, soprattutto civica (sono i colori blasonici ad esempio: della città di Guastalla e della provincia di Roma, ai quali però sovrappongono un leone d’oro la prima e un’aquila d’argento la seconda).

 

Nota di Massimo Ghirardi e Daniel Juric

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Inquartato: il primo d’azzurro al giglio d’oro, al lambello di tre pendenti di rosso in capo; il secondo e il terzo di rosso alla lettera B d’oro; il quarto d’oro a quattro pali di rosso”.

Colori dello scudo:
azzurro, oro
Partizioni:
inquartato
Oggetti dello stemma:
giglio, lambello, lettera
Pezze onorevoli dello scudo:
palo

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
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  • motto
  • istituzione nuovo comune