Comune di Bova Marina – (RC)

Informazioni

  • Codice Catastale: B099
  • Codice Istat: 80013
  • CAP: 89035
  • Numero abitanti: 3873
  • Nome abitanti: bovesi
  • Altitudine: 9
  • Superficie: 29.52
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 43.2

Storia dello stemma e del comune

Bova Marina (Jalò tu Vùa in greco di Calabria, A Marìna in calabrese) fu fondata da monsignor Dalmazio D’Andrea, vescovo di Reggio-Bova, quando attorno al 1870, comprò dal Regio Demanio una striscia di terra costeggiante il torrente Siderone in mezzo alla campagna disabitata. D’Andrea divise il terreno e lo regalò ai contadini che volevano scendere dalla montagna, formando così un piccolo agglomerato urbano. Il toponimo potrebbe derivare dal greco “boua” (gregge), accusativo analogico di “bous” (bue). Alcuni studiosi, riferendosi all’usanza tipica calabrese di conservare il grano in ‘fosse’, ipotizzano che il nome derivi dal greco “bòua” (fossa da grano, silo). Il determinante ‘Marina’ distingue questa località da Bova situata nell’entroterra.

Bova Marina, sorge su antichi insediamenti ebraici, bizantini e grecanici, i cui resti sono tutt’oggi visibili nelle zone circostanti.

Jalò tu Vùa è un territorio ricco di storia e anche uno dei più preziosi siti archeologici della Bovesìa. Vanta, infatti, i ritrovamenti di carattere archeologico venuti alla luce in località Deri, nella vallata del San Pasquale. Il sito, oltre a recare tracce di un insediamento del periodo protostorico, databile al X sec. a.C., conserva i ruderi di una villa romana, di un acquedotto e di alcune tombe, e il basamento di una struttura databile al IV sec. d.C., identificata come sinagoga soprattutto per la presenza di un pavimento musivo recante simboli della tradizione iconografica ebraica, la menorah, lo shoffar, il cedro e la foglia di palma. Essa sarebbe la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica. La sinagoga sorgeva in una località interessata da altre strutture, e si ipotizza pertanto l’esistenza di un piccolo villaggio in prossimità della zona costiera sulla strada che collegava Reggio con le altre località del litorale jonico. Tale sito è identificabile con l’antica Scyle; ciò sarebbe confermato dalla presenza del toponimo Scillàca in contrada Deri.

Sono stati trovati circo 70 insediamenti preistorici ritrovati, in particolare del neolitico, dell’età del rame e del bronzo. Tra i ritrovamenti più caratteristici sono da segnalare una deposizione rituale di contenitori ceramici e probabili strutture abitative risalenti al VI millennio a.C.

Nel 1908, con Regio Decreto, venne dichiarato comune autonomo. In quegli stessi anni arrivò la ferrovia. Già dai primi anni della sua storia, Bova Marina era un polo di attrazione commerciale: infatti ogni mese si teneva una grossa ed importante fiera del bestiame e dei prodotti realizzati dagli artigiani. Bova Marina crebbe quindi in concomitanza all’urbanizzazione della costa jonica, determinata da una serie di fattori vantaggiosi, come ad esempio la costruzione della ferrovia, della statale 106 e dalla crescente redditività derivante dalle colture nelle pianure alluvionali, progressivamente bonificate e non più preda delle invasioni turchesche che minacciarono i litorali fino ai primi ai del XIX secolo.

Durante la Seconda guerra mondiale Bova Marina fu duramente bombardata dagli americani in cerca dei tedeschi, in fuga verso le montagne.

Nel dopoguerra, con l’alluvione che colpì la zona della Bovesia molti, soprattutto gli abitanti di Roghudi Vecchio, Bova e gli altri centri dell’area, abbandonarono i propri paesi e scesero a insediarsi a Bova Marina, che vide un notevole incremento demografico.

Lo stemma, riconosciuto con Decreto del Capo del Governo il 1° settembre 1930, riprende la derivazione da “bue” su cui viaggia una donna con un bimbo in braccio. Nessun simbolo (aureola per la donna o il bimbo) giustifica l’immagine della Madonna con il bambino. Del resto la patrona del villaggio è la Madonna Stella Maris, quindi per nulla legata al bue. Certamente il bue potrebbe essere legata alla storia del paese che nasce con una vocazione contadina. la presenza del mare azzurro in fondo alla pianura sarebbe giustificata dalla necessità di giustificare il determinante “Marina”.

Il primo gonfalone era un drappo di azzurro dalla forma arrotondata. D’altra parte, il gonfalone non risulta ufficialmente concesso e, quindi, ora il Comune fa uso di un gonfalone di bianco, giustificato dal punto di vista araldico essendo presente un bue d’argento.

 

Note di Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini



Profilo araldico


“D’oro, alla pianura di verde, con fiume d’azzurro e una donna vestita di rosa e mantata di azzurro, con in braccio un bimbo nudo, seduta su una mucca di bianco. Ornamenti esteriori da Comune”.

Colori dello scudo:
oro

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini




Profilo Araldico


“Drappo di azzurro…”

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    1 Settembre 1930