Città di Bergamo – (BG)

Informazioni

  • Codice Catastale: A794
  • Codice Istat: 16024
  • CAP: 24100
  • Numero abitanti: 119551
  • Nome abitanti: bergamaschi
  • Altitudine: 249
  • Superficie: 39.60
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
  • Comuni confinanti:

    Azzano San Paolo, Curno, Gorle, Lallio, Mozzo, Orio al Serio, Paladina, Ponteranica, Seriate, Sorisole, Stezzano, Torre Boldone, Treviolo, Valbrembo.

Storia dello stemma e del comune

“Bergamo, città sopra monte excellentissime situata,
quasi miraculo che ivi fussi sì ben edificata;
…va sempre in alto, comenzia al basso:
è, veduta di sopra, mirabilissima, e ciò si vien disendendo,
et da do bande non si pol bombardar…
ergo concludendo:
BERGOMA MAGNA SATIS LAPIDOSA MONTIBUS ALTIS”

 

Marin Sanudo, 1483

La tradizione, sostenuta anche da Plinio nella “Historia Naturalis”, vuole che la città sia stata fondata genti della tribù gallica appartenente al raggruppamento dei Cenomani e che, per via della preferenza ad insediamenti montani furono detti “Orobii”. La città denominata BARRA era già abitata da tribù Etrusche e sarebbe stata poi ridenominata in BERG-HEIM (“abitazione sul monte”).
Attualmente si propende ad ipotizzare un’origine Ligure e una derivazione dall’antico accadico “parakkum” (tempio, cella, santuario) considerato all’origine anche di numerose altre città come Praga, Barga e Pergamo.

Nel 42 a.C. ottiene la cittadinanza Romana e la trasformazione in Municipium.

Nel IV secolo è sede vescovile.

Nel 568 passa sotto il dominio Longobardo, divenendo sede di uno dei più importanti “Dux” del regno nel 575.

Nel 774 i Longobardi sconfitti lasciamo il dominio ai Franchi, che trasformano il territorio in una Contea. La popolazione viene integrata con forti immigrazioni Franche e Alemanne.

Verso la fine dell’800 ha un governo autonomo al cui vertice sta il vescovo che la governa anche saggiamente, storiche (ma vane) sono le difese delle armate vescovili contro gli attacchi del re Arnolfo (futuro imperatore) dell’ 894 e degli Ungari del 902.

Nel 904 il vescovo Adalberto è riconosciuto pienamente signore (“conte”: cioè governatore civile e militare in nome del sovrano) da re Berengario.

Nel 1096 viene deposto il vescovo Arnolfo, filo imperiale, e il governo della città viene assunto da un’assemblea formata dai rappresentanti delle famiglie più prestigiose, nasce il “Comune” con le sue istituzioni: l’Assemblea (o Arengo), il Consiglio degli Anziani (o Senato), i Consoli.
Si costruisce il celebre Palazzo della Ragione al fianco della Cattedrale di Sant’Alessandro (sede delle adunanze civiche) e la Basilica di Santa Maria Maggiore (edificata secondo il “voto” fatto dalla popolazione per esser liberati da quattro anni di carestia).

Dopo la vittoriosa battaglia di Legnano del 1176 contro l’Imperatore Federico I “Barbarossa” (che non riconosceva le autonomie comunali) si stendono i primi “Statuti”, intesi come Legge del Comune di Bergamo, redatti su pergamena (dove compare una delle prime rappresentazioni dello stemma civico).

Le lotte tra le famiglie “ghibelline” (filo-imperiali e aristocratiche) capeggiate dai Suardi e quelle “guelfe” (filo-papali e “popolari”) guidate dai Rivola e Colleoni porteranno nel 1295 all’intervento dei Visconti di Milano, chiamati in aiuto dai Suardi, signori della città. Nel 1315 i Visconti, divenuti a loro volta signori, furono scacciati dalle famiglie “guelfe” che nel 1331 consegnarono la città nelle mani di Giovanni di Boemia, già signore di molte città del nord: fu l’istituzione della Signoria vera e propria.

Pochi anni dopo i Visconti costringeranno la città all’atto di “Dedizione” a Milano del 1332 e Azzone Visconti si imporrà come signore di Bergamo.

Nel 1354 venne steso un nuovo Statuto che riconobbe come guida del Comune un Podestà di nomina viscontea che presiedeva il Consiglio Generale e il Consiglio degli Anziani.

Nel 1428 la città fu sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia e, come città di confine con il Ducato di Milano, venne tenuta in alta considerazione da Venezia che la dotò delle poderose mura difensive (iniziate nel 1561) e del nuovo Statuto (1430) che principiava con un altro atto di “Dedizione” (questa volta allo Stato Veneto) e che istituì le figure di due Rettori di nomina veneta, pur garantendo una larga autonomia alla città che ebbe momenti di prosperità e di splendore soprattutto nel corso del XVI secolo (nonostante dal 1509, dopo la sconfitta veneta di Agnadello, al 1516, data del Trattato di Noyon, la città subisse ripetute occupazioni e saccheggi).

Nel 1797 Napoleone invase il Nord Italia e la città venne annoverata tra i capoluoghi della Repubblica Cisalpina, che riordinò tra le altre cose l’organizzazione e il potere dei Comuni: nel 1809 vennero soppressi numerosi Comuni limitrofi e aggregati a quello di Bergamo, con trasferimento degli archivi nella Città Alta.

Il passaggio al Regno (austriaco) del Lombardo-Veneto del 1814 fece in modo che il 12 febbraio 1816 il Comune di Bergamo fosse nuovamente smembrato e molti Comuni tornassero alla pristina autonomia.
Il Regno d’Italia nel 1859 non cambierà questa condizione.

Nel 1857 frattanto con la costruzione della ferrovia il confine urbano venne spostato dal perimetro delle mura quattrocentesche (le “Muraine”) alla linea ferroviaria, nacque così la “Città Bassa” dove: nel 1858 venne costruito il palazzo della Pretura che diverrà nuova sede del Comune nel 1873 abbandonando la storica sede di Piazza Vecchia (nel 1927 la sede fu trasferita a Palazzo Frizzoni).

Intanto l’8 giugno 1859 Giuseppe Garibaldi entrò in città alla testa dei Cacciatori delle Alpi da Porta San Lorenzo (oggi detta appunto Porta Garibaldi) mettendo fine alla dominazione Austriaca.

Nel 1860 Bergamo contribuì con il più alto numero di volontari alla spedizione di Garibaldi, fatto che le merita il titolo di “Città dei Mille” tutt’ora riportato sotto lo stemma civico sul gonfalone municipale.

Nota: Lo stemma originale della città è “partito d’oro e di rosso”, sul gonfalone e nella comunicazione pubblica il Comune usa un elegante scudo gotico, inscritto in un anello d’oro raggiato a guisa di sole con raggi ondeggianti alternati a rettilinei (ripreso dagli antichi codici membranacei) e sormontato dalla corona civica del rango di “città”, le lacune al centro dell’anello sono spesso smaltate d’azzurro (riprendendo la colorazione del drappo civico).

[si ringraziano Marco Facchinetti, Maurizio Lussana e Francesco Maida per la preziosa collaborazione

  • Toponomastica:

    L’origine del toponimo è incerta. Al nome “Bergomum” è stato attribuito un’origine indoeuropea ed è stato accostato, ad esempio, al greco “Bèrgamon” (rocca), alla base prelatina “barga” (capanna) o ancora a toponimi liguri preindoeuropei considerati dipendenti da una comune radice “bherg-” (alto).

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Fonte: Pasquale Fiumanò

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini



Profilo araldico


“Partito d’oro e di rosso, lo scudo accollato ad un cerchio azzurro con la bordura raggiante d’oro, sormontato da una corona di Città”.

Note stemma


Stemma e gonfalone fornito dalla Dottoressa Floriana Cantarella dell’Agenzia Comunicazione del Comune di Bergamo

Colori dello scudo:
oro, rosso
Partizioni:
partito
Oggetti dello stemma:
bordura, cerchio
Attributi araldici:
accollato, raggiante

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Pasquale Fiumanò

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo di rosso…”

Colori del gonfalone: rosso

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    29 Aprile 1940

    Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM)
    riconoscimento
    2 Gennaio 1947

    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    16 Maggio 1940

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    24 Aprile 1815

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    20 Gennaio 1960

    Concessione di utilizzo del motto “Bergamo città dei Mille” sul gonfalone.