Città di Barletta – (BT)

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Info
  • Codice Catastale: A669
  • Codice Istat: 72007
  • CAP: 70051
  • Numero abitanti: 94459
  • Nome abitanti: barlettani
  • Altitudine: 15
  • Superficie: 146.91
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
  • Comuni confinanti:

    Andria, Canosa di Puglia, Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia, Trani, Trinitapoli.

Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Secondo la leggenda lo stemma di Barletta (Bardulos) sarebbe derivato dai segni lasciati sulla porta della citta’ dalle quattro dita insanguinate di un cavaliere che aveva ucciso un saraceno durante un combattimento particolarmente sanguinoso.

Stando allo Statuto: – “Il Comune ha diritto di fregiarsi del proprio stemma e gonfalone, approvati con le procedure di legge. Il Comune, per le sue tradizioni storiche e per i meriti acquisiti dalla sua comunita’, e’ stato insignito del titolo di Citta’ con decreto di riconoscimento del 9 marzo 1935 e successive modifiche ed integrazioni” nello stesso documento si stabilisce che: “Il Comune di Barletta assume il titolo di Citta’ della Disfida a ricordo della storica Sfida del 13 febbraio 1503”.  Mentre piu’ oltre riporta: “Lo stemma e’ su fondo bianco “d’argento”, a quattro burelle di rosso, sovrastato da una corona turrita e circondato da due rami di quercia e di alloro, annodati da un nastro dai colori nazionali. Ornamenti esteriori da Citta’ “

Mentre il gonfalone consiste in un “drappo rettangolare a forma di bandiera, di colore bianco, frangiato d’oro, caricato dello stemma comunale sopra descritto; il drappo attaccato ad un’asta di metallo sormontata da una freccia dorata con lo stemma del Comune. Nel drappo l’iscrizione centrata in oro: “Citta’ di Barletta”. Nastri e cravatta, tricolorati dai colori nazionali, frangiati d’oro”.

Lo stemma attuale, pur molto piu’ antico, e’ stato concesso nuovamente con Decreto del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, dell’8 settembre 2000 che ha modificato anche la forma della corona, prescrivendo quella attualmente prevista dal Regolamento Tecnico-Araldico per i Comuni del rango di Citta’.

Da notare che, nel 1327, in seguito alla distruzione della cittadina palestinese di Nazareth, gli Arcivescovi si rifugiarono a Barletta, facendo diventare questa la loro sede fino alla soppressione di quel titolo episcopale, attuata da papa Pio VII nel 1818.

Barletta ritorno’ ad essere sede episcopale con papa Pio IX nel 1860, che eresse la Diocesi di Barletta-Nazareth.

 

Nota di Massimo Ghirardi

In collaborazione con www.provanuova.myblog.it

Anticamente conosciuto come “Bardulos” o “Barulos”, il toponimo potrebbe derivare dalla base prelatina, forse illirica, “bard-” (fango). Tra l’ottavo e il nono secolo il toponimo figura sulle carte d’archivio come “Barolum” e “Varolum”; dal dodicesimo secolo cominciano le attestazioni del tipo “Barleti”, “Barleto” e, verso la fine del ‘200 come “Barlecta” e “Barletta”. 

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Fonte: Giovanni Giovinazzo

BLASONATURA

“D’argento, a quattro burelle di rosso, sovrastato da una corona turrita e circondato da due rami di quercia e di alloro, annodati da un nastro dai colori nazionali. Ornamenti esteriori da Città.” 

SMALTI
ALTRE IMMAGINI

Stemma nella versione aulica.

Disegnato da: Bruno Fracasso

Reperito da: Giovanni Giovinazzo

BLASONATURA

“Drappo rettangolare a forma di bandiera, di colore bianco, frangiato d’oro, caricato dello stemma comunale sopra descritto; il drappo attaccato ad un’asta di metallo sormontata da una freccia dorata con lo stemma del Comune. Nel drappo l’iscrizione centrata in oro: ” Città di Barletta “. Nastri e cravatta, tricolorati dai colori nazionali, frangiati d’oro”.

COLORI
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Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo di bianco caricato dello stemma comunale e sormontato dalla scritta “Comune di Barletta”…”

ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Regio Decreto (RD)
    concessione
    9 Marzo 1935

    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    9 Marzo 1935

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