Comune di Barasso – (VA)

no comune

Informazioni

  • Codice Catastale: A619
  • Codice Istat: 12008
  • CAP: 21020
  • Numero abitanti: 1751
  • Nome abitanti: barassesi
  • Altitudine: 401
  • Superficie: 4.02
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 6.1

Storia dello stemma e del comune

BARASSO è un piccolo comune montano sulle pendici del Campo dei Fiori, la montagna che domina Varese, il toponimo è documentato nel 999 come BARASI, probabilmente deriva dal celtico “bar” (‘alto’) o da “barros” (che significa ‘rovo’).

Questa zona in effetti fu abitata da popolazioni celtiche, ma fino al medioevo non abbiamo documenti certi, in quel periodo diverrà un villaggio con cappella dipendente dalla pieve di Varese. Nel XII secolo fu il luogo di nascita di Nicone, che in età adulta si fece monaco e si ritirò in eremitaggio (forse nell’abbazia di Santa Maria in Arce a Besozzo) fino alla sua morte intorno al 1180 (la leggenda dice il 17 aprile, il santo è noto anche come San Nicone confessore, San Nicone di Besozzo o Beato Nicone di Comerio).

Dal XVI il territorio secolo fu feudo dei nobili Girami, per poi passare ai Visconti-Borromeo.

Nel 1809 il comune di Barasso assorbì il territorio di quello soppresso di Luvinate, nel 1812 la sede e titolarità fu trasferita a Luvinate e Barasso divenne frazione. Nel 1927 tutto il territorio fu aggregato al comune di Comerio (Regio Decreto 16 giugno 1927, n. 1141), ridiventando autonomo solo nel 1957 (D.P.R. 23 maggio 1957, n. 597).

Lo stemma del comune, regolarmente concesso, si presenta semitroncato-partito: nel primo campo è rappresentato un albero, simbolo delle risorse boschive e della posizione geografica; nel secondo una ruota di mulino, che oltre ad essere un riferimento alle numerose macchine azionate dalla forza idraulica in passato è un richiamo al toponimo della frazione di Molina (così detta per la presenza di numerosi mulini e a lungo contesa con il vicino comune di Casciago); il compasso d’oro vuole essere un omaggio due concittadini illustri: gli architetti Emilio Alemagna (1833-1910) e Carlo Cornelio Bregonzio suo contemporaneo; mentre le due stelle, sono state poste a ricordo di due insigni personaggi storici: san Nicone da Barasso e lo storico Giacomo da Barasso.

Sotto lo scudo un nastro rosso riporta il motto: AEQUITATE ET IUSTITIA (“Equità e giustizia”, ma anche “Giustizia nell’equità”).


Nota di Massimo Ghirardi

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


Semipartito troncato: nel primo, un albero significante la caratteristica del territorio comunale coperto da boschi di piante di alto fusto; nel secondo, una ruota di mulino che rappresenta antichi mulini esistenti nella frazione Molina; nell’ultimo semipartito, un compasso accompagnato da due stelle, queste ultime, a ricordo di due insigni personaggi storici: San Nicone da Barasso e lo storico Giacomo da Barasso. Il compasso rende onore a due cittadini contraddistintisi in opere di architettura civile e cioè l’Architetto Emilio Alemagna e l’Architetto Cornelio Bregonzio.

 

Dallo statuto comunale

D.P.R. 21 dicembre 1989

Colori dello scudo:
argento, azzurro, rosso
Partizioni:
semipartito troncato

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo di bianco…”

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    21 Dicembre 1989