Comune di Arquà Polesine – (RO)
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Info
- Codice Catastale: A435
- Codice Istat: 29003
- CAP: 45031
- Numero abitanti: 2850
- Nome abitanti: arquatesi
- Altitudine: 8
- Superficie: 20.03
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 10.4
- Comuni confinanti:
Rovigo, Costa di Rovigo, Villamarzana, Frassinelle Polesine, Polesella, Bosaro.
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Il centro si è denominato solo Arquà fino all’adozione del determinante toponomastico Polesine (per distinguersi dalla vicina Arquà Petrarca) adottato con RD del 4 giugno 1868 n. 4429.
Il toponimo è la riduzione di “arquada” e deriva dal latino “arcuata, arquata” (col significato di “curvata ad arco” dal latino “arcus”) in riferimento alla posizione presso una curva accentuata che seguiva il corso di un antico ramo del Po, denominato “Pestrina” o “Filistina”, dove sorse il castello, ancora oggi ben visibile per la sua emergenza sul piano circostante di 5 metri rispetto al livello del mare; la località compare per la prima volta in una donazione del 938 di questo ed altri territori al vescovo di Adria, da parte del feudatario marchese Almerico.
Il Castello fu costruito nel 1146 da Guglielmo III Adelardi Marcheselli, per proteggersi dagli attacchi armati delle concorrenti casate feudatarie polesane e, soprattutto, dagli Estensi che cominciarono allora la conquista di tutto il Polesine in conflitto con Venezia.
Nel 1482 la Serenissima acquisì il territorio e il suo dominio fu tuttavia tranquillo e pacifico, consentendo importanti lavori di bonifica. Il castello venne acquistato dalla nobile famiglia veneta dei Diedo, che lo ricostruì in forme residenziali e facendolo decorare con affreschi da autori di vaglio.
Dissolta la Repubblica di Venezia, nel 1797 a seguito all’invasione napoleonica, Arquà visse un lungo periodo di declino, nel 1801 il territorio fu per lungo tempo soggetto alle alluvioni dell’Adige e del Po.
Passata, con il Polesine, sotto il dominio austriaco nel 1815 non migliorò la situazione: negli anni 1815, 1816 e 1817 il Polesine fu colpito da ripetuti disastri naturali: carestia, freddo e siccità resero ancor più misere le condizioni della popolazione. Un’altra alluvione colpì il paese nel 1823.
Con il passaggio al governo italiano nel 1866 Arquà divenne un Comune indipendente.
Oggi dell’antico castello rimane la torre, mentre il resto è stato pesantemente rimaneggiato dalla famiglia Diedo e dei Mula nel corso del XVI secolo
Tra il XVII e il XIX secolo fu adibito ad edificio scolastico e, successivamente adibito a sede del Municipio.
Lo stemma riprende il toponimo (direttamente inserito in un arco azzurro) e simboleggia l’antico castello che sorge al centro del paese, lungo la strada per Ferrara. La versione attuale ha aggiunto un “terrazzo” verde che, nelle versioni precedenti, non compare: il castello è fondato solo sull’arco caricato del toponimo (come si vede nella vecchia targa del Municipio).
È gemellata con il Comune francese di Vourles.
Nota di Massimo Ghirardi
STEMMA RIDISEGNATO

Fonte: Giovanni Giovinazzo
Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

SMALTI
ALTRE IMMAGINI
Particolare del portone di entrata del Municipio.

GONFALONE RIDISEGNATO

Disegnato da: Bruno Fracasso
GONFALONE UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo di azzurro…”
COLORI
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune