Comune di Phalsbourg – (57)
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Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Phalsbourg (Pfalsburg, in tedesco) è un comune del dipartimento della Moselle (Mosella), nella regione storica della Lorraine (Lorena) e oggi Alsace-Champagne-Ardenne-Lorraine. Linguisticamente è divisa in due parti: la zona francica/lorenese ad ovest e quella germanica ad est.
Il toponimo è attestato come Pfalzburg nel 1575, con evidente derivazione dal germanico “Pfalz” (‘palazzo’ con riferimento alla dignità di “conte palatino” dell’imperatore) e “Burg” (‘borgo’), con il significato cioè di “borgo del principe/conte palatino”).
Il territorio comprende oggi anche i villaggi di Buchelberg (Bichelberj ), Les-Trois-Maisons (Drej Hiser ) e Les Baraques du Bois de Chênes (Eich-Baracken).
La città venne fondata dal conte palatino Georges-Jean de Veldenz, principe protestante, con la dote della principessa Anne-Marie Wasa, sua moglie e figlia del re di Svezia Gustav I Wasa, per accogliere le popolazioni di riformati scacciati dal Ducato di Lorena. Nella zona egli possedeva già il castello d’Einartzhausen, sede della contea della Petite-Pierre, enclave all’interno della Lorena.
La città venne edificata su un reticolo regolare di strade, secondo un preciso disegno, e la sua esistenza venne riconosciuta dall’imperatore Massimiliano II il 27 settembre 1570.
Già nel 1590 però la città venne venduta al duca di Lorena, che tentò di espellere i protestanti. Per i quali il figlio di Georges-Jean, Georges-Gustave de Veldenz, fondò la città di Lixheim nel 1608. Ma che non ebbe miglior fortuna. Le due città formarono un Principato effimero tra il 1629 e il 1660, appannaggio di Henriette, sorella del duca Charles IV di Lorena, e dei suoi successivi mariti, quello di primo rango fu Louis de Guise, baron d’Ancerville.
Durante l’occupazione francese tra il 1634 e il 1697 Vauban ne potenzierà e migliorerà le fortificazioni. Nel 1661 il comune venne annesso al Regno di Francia (Trattato di Vincennes), mutato in Prévôté (Prevostura) e assoggettato alla Généralité di Metz.
Durante l’unione all’Impero Germanico, al quale si assoggettò con riluttanza, assunse il nome germanico di Pfalzburg. Ciononostante nel 1914 gran parte dei cittadini combatterono sotto le insegne tedesche.
Nel 1918 ritorna alla Francia e il 22 agosto 1919 il presidente della Repubblica Raymond Poincaré concesse alla città la Légion d’Honneur per il comportamento eroico durante l’assedio tedesco del 1870.
Durante la Seconda Guerra mondiale venne nuovamente assoggettata dal III Reich tedesco, ma venne liberata dalla VII Armata Americana il 23 novembre 1944.
Oggi è sede della base aerea di Phalsbourg-Bourscheid, al servizio della quale è stata edificata la città militare di Clark e oggi parte del sistema difensivo francese della NATO.
Lo stemma civico si blasona: “Parti: au premier de sable à la croix d’argent, au seconde d’azur à la fleur-de-lys d’or” (Partito: al primo di nero alla croce d’argento, al secondo d’azzurro al giglio d’oro).
Unisce la croce “teutonica” al giglio dei re di Francia a testimonianza della sua storia e della sua identità linguistica.
Lo stemma è in uso dal XVIII secolo, ma è stato adottato per errore: infatti nell’Armorial de la Généralité d’Alsace nel 1696 questo stemma è attribuito alla città di Philisbourg, la vicina città, quasi omonima, sempre del dipartimento della Mosella, nei “Pays de Bitche”, che ha adottato oggi uno stemma completamente diverso.
Allo stemma è solitamente associato il motto “Pépinière des braves” (‘vivaio di coraggiosi’), guadagnato per il coraggio dimostrato dai cittadini durante tre successivi assedii (1814-1815-1870).
Inizialmente la città adottò le armi del suo fondatore, il cui blasone è. “Écartelé aux 1er et 4ème de sable, au lion d’or, armé, lampassé et couronné de gueules (Palatinat); aux 2ème et 3ème fuselé en bandes d’argent et d’azur (Bavière); sur-le-tout d’argent, au lion d’azur, armé, lampassé et couronné d’or (Veldenz)”. Che corrispondono all’italiano: “Inquartato: al primo e al quarto di nero, al leone d’oro, armato, lampassato e coronato di rosso (Palatinato); al secondo e al terzo fusato in banda d’argento e d’azzurro (Baviera); sul tutto d’argento, al leone d’azzurro, armato, lampassato e coronato d’oro (Veldenz)”.
Nota di Massimo Ghirardi
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune