Comune di San Demetrio Corone – (CS)

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Info
  • Codice Catastale: H818
  • Codice Istat: 78114
  • CAP: 87069
  • Numero abitanti: 3693
  • Nome abitanti: sandemetriesi
  • Altitudine: 521
  • Superficie: 57.78
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 55.0
  • Comuni confinanti:

    Terranova di Sibari, Corigliano Calabro, San Cosmo Albanese, Acri, Santa Sofia d’Epiro, Tarsia

  • Santo Patrono: San Demetrio (26 ottobre)
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

La prima attestazione di San Demetrio Corone, uno dei paesi italo-albanesi (arbëreshë) di Calabria, è del 1124 (toû aghiou Dēmētríou) e nel XIII secolo è riportata la forma Sandemetride riferita ad un piccolo centro di poche case (“casale”); il determinante Corone è stato aggiunto con R.D. n. 1196 del 4 gennaio 1863, la sua origine non è certa, anche se la derivazione dal centro di Coron nel Peloponneso, dal quale provenivano parte dei coloni, è la spiegazione preponderante, in ogni caso anche il dialettale curune, nel senso di “alture poste in cerchio”, locuzione forse già in uso, potrebbe aver contribuito. 

Pertinenza dell’Abbazia di Sant’Adriano, fondata nel 955 da san Nilo da Rossano (che si recava in una grotta della zona per pregare) e direttamente soggetta alla Santa Sede, inizialmente era abitata da contadini di Acri ma a partire dal 3 novembre 1471, forse perché spopolatosi, venne colonizzata da profughi albanesi; riguardo a ciò l’archimandrita Paolo Greco fece rogare un atto sull’accoglienza delle genti provenienti dell’Epiro e della Morea (nome medievale del Peloponneso) al seguito del Duca Teodoro Lopez nel “casale di San Demetrio”.

Nel 1533, per volere dell’imperatore Carlo V, ospitò i profughi di Corone,  piazzaforte veneziana della Morea, minacciata dai Turchi; la giurisdizione di San Demetrio fu divisa tra l’Abbazia di Sant’Adriano e i principi di Bisignano, questi ultimi cedettero in seguito i propri diritti ad altri.

Il 1º febbraio 1794 re Ferdinando IV, su richiesta del vescovo Francesco Bugliari, ordinò che vi fosse trasferito il Collegio “Corsini” di San Benedetto Ullano – istituito da Papa Clemente XII (al secolo Lorenzo Corsini) nel 1732 allo scopo di educare il clero di rito greco – che divenne possessore dei beni e della sede dell’Abbazia di Sant’Adriano che nel contempo venne soppressa; il Collegio, che venne poi aperto anche ai laici, ha nel tempo reso San Demetrio un importante centro culturale tra le colonie albanesi d’Italia.

Lo stemma comunale, concesso insieme al gonfalone, con D.P.R. 8 gennaio 1997, si blasona: D’azzurro, al San Demetrio cavalcante il cavallo d’argento, imbrigliato di nero, sellato d’oro, passante sulla pianura diminuita di verde; il Santo aureolato d’oro, con il capo coperto dall’elmo d’argento, con il viso, le braccia, le gambe di carnagione, vestito dalla tunica di verde, dalla corazza di argento e dalla cappa svolazzante di rosso, calzato dalle calighe di cuoio al naturale; il Santo tenente con la mano destra la daga d’argento, guarnita di oro, posta in banda alzata, e con la sinistra la briglia e il crocefisso d’oro posto in banda; il tutto accompagnato nel canton sinistro del capo dalle lettere maiuscole puntate S e D, d’oro. Ornamenti esteriori da Comune.

La figurazione dello stemma è ripresa da un sigillo del 1743, presente nel Catasto Onciario conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli, e riporta il patrono eponimo san Demetrio di Tessalonica megalomartire; nonostante la sua giustificazione storica l’amministrazione del sindaco sen. Cesare Marini, successiva a quella che ne aveva chiesto il riconoscimento ufficiale, con delibera consiliare n. 33 del 2000 ha ritenuto “non valido” l’emblema in quanto questo doveva invece raffigurare gli elementi qualificanti di San Demetrio, indicati nell’etnia albanese e nel Collegio di Sant’Adriano; la delibera è stata nello stesso anno, su ricorso dell’opposizione, invalidata dal Comitato regionale di controllo, ma non è stata presa in proposito nessuna nuova decisione e il Comune risulta tuttora (2017) non far uso di stemma.

Nota di Giovanni Giovinazzo e Massimo Ghirardi

Bibliografia:

Enzo Laganà, Gabriella Catalano, Calabria. Stemmario civico. Con schede storiografiche di tutti i Comuni della regione, Iiriti Editore, Reggio Calabria 2010,  p. 278.

Adriano Mazziotti, San Demetrio Corone e la questione dello stemma comunale su arbitalia.it, consultato il 10 novembre 2017.

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Reperito da: Giovanni Giovinazzo

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“D’azzurro, al San Demetrio cavalcante il cavallo d’argento, imbrigliato di nero, sellato d’oro, passante sulla pianura diminuita di verde; il Santo aureolato d’oro, con il capo coperto dall’elmo d’argento, con il viso, le gambe, le braccia di carnagione, vestito dalla tunica di verde, dalla corazza d’argento e dalla cappa svolazzante di rosso, calzato dalle calighe di cuoio al naturale; il Santo tenente con la mano destra la daga d’argento, guarnita di oro, posta in banda alzata, e con la sinistra la briglia e il crocefisso d’oro posto in banda; il tutto accompagnato nel canton sinistro del capo dalle lettere maiuscole puntate S e D, d’oro. Ornamenti esteriori da Comune”.

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI

Stemma ridisegnato precedentemente in uso.

Stemma ufficiale precedentemente in uso.

Disegnato da: Bruno Fracasso

Fonte: Giancarlo Scarpitta

BLASONATURA

“Drappo di bianco con la bordatura di verde riccamente ornata di ricami d’argento e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata d’argento recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento.”

COLORI
PARTIZIONI
bordato
ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

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