Comune di Maenza – (LT)
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Info
- Codice Catastale: E798
- Codice Istat: 59013
- CAP: 4010
- Numero abitanti: 3169
- Nome abitanti: maentini
- Altitudine: 358
- Superficie: 42.57
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 34.0
- Comuni confinanti:
Carpineto Romano (RM), Giuliano di Roma (FR), Priverno, Prossedi, Roccagorga, Supino (FR)
- Santo Patrono: sant'Eleuterio
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Il territorio di Maenza è in gran parte collinare, e circondato da monti Lepini, il toponimo secondo alcuni deriverebbe da quello dell’eroe Magenzio o Mazentius di origine etrusca, costretto ad allontanarsi dalla patria Cære, e ricordato nel libro X dell’Eneide come alleato di Turno contro Enea, secondo altri sarebbe legato alla tedesca Mainz (Magonza), da dove arrivavano alcuni che fondarono la città alla caduta dell’Impero romano occidentale.
Secondo altri ancora, Magentia potrebbe trarsi dalla radice prelatina “mag” (crescere) che insieme a “gens” (gente) vuole significare “gente che cresce”.
La storia del popolo maentino appartiene alle antichissime popolazioni delle civiltà pastorali italiche che frequentavano questi luoghi dell’XI secolo, infatti proprio durante questo periodo la città vicina di Priverno era stata rasa al suolo e sottomessa dai Romani, quindi alcuni profughi di Priverno costretti a fuggire, fondarono Maenza, che dovette resistere anche alla dominazione da parte dei popoli germanici.
In realtà, Maenza presentava già dei nuclei abitativi prima della distruzione di Priverno, ancora più antichi.
La storia di Maenza, come quella di innumerevoli borghi medioevali, si intreccia strettamente con le vicende dei feudatari dominanti. Numerose casate ebbero in feudo Maenza e tra esse figurano gli Annibaldi, i Caetani, i da Ceccano i Borgia, gli Aldobrandini, i Doria-Pamphili, i Borghese, i de Cabannis, i Pecci, ma soprattutto è legata alla casata dei conti di Ceccano.
Dei Conti di Ceccano Berardo I (1204-1254) che scelse come residenza abituale proprio Maenza e vi fece costruire lo splendido Palazzo Baronale, che ospitò anche Tommaso d’Aquino, dove avrebbe compiuto suo primo miracolo.
Con una bolla del 28 maggio 1300 papa Bonifacio VIII, sobillato dagli Orsini, confiscò il feudo dei Conti di Ceccano, che erano schierati dalla parte dei Colonna, e lo passò direttamente sotto il dominio del cardinale Matteo Orsini.
Maenza tornò ai conti di Ceccano nel 1304 per volere di papa Benedetto XI, che pretese però da loro formale atto di sottomissione.
Con Margherita II De Cabanni (morta nel 1478) si conclude la breve signoria della sua famiglia su Maenza (una sola generazione) e sarà Francesco III Caetani di Sermoneta (1390 ca. – 1460 ca.) a subentrarvi, avendola sposata intorno al 1418.
Maenza passò quindi ai Caetani e in seguito a varie altre casate che, però, le attribuirono scarsa importanza e la trascurarono lasciandola lentamente decadere; il colpo di grazia Maenza lo ricevette nel 1520, quando fu saccheggiata e distrutta da Giovanni dalle Bande Nere, inviato da papa Leone X.
Il feudo passò alla famiglia dei conti Pecci di Carpineto Romano, che diede i natali a Gioacchino Pecci, che divenne papa Leone XIII, che amava trascorrere lunghe giornate di caccia nel ricco territorio maentino ed in paese, dove i Pecci possedevano un’abitazione con giardino posta all’ingresso del paese (Palazzo Pecci, attualmente sede del Municipio).
Nel 1930 gli eredi Pecci alienarono i loro possedimenti a favore del comm. Ercole Micozzi.
Nel 1928 il Comune fu soppresso e Maenza fu unito a Priverno; tornata sede comunale nel 1947 per le sofferenze patite dalla popolazione durante il Ventennio è stata proposta la medaglia d’argento al merito civile.
Lo stemma del Comune mostra l’aquila, che è un elemento comune a molti degli stemmi dei suoi feudatari, e la torre, simbolo dell’autonomia amministrativa. Si blasona: “Partito di rosso e di azzurro all’aquila di nero posta in ombilico, sostenente una torre d’oro merlata alla ghibellina di tre. Ornamenti esteriori di Comune.”
Nota di Massimo Ghirardi
STEMMA RIDISEGNATO

Fonte: Giancarlo Scarpitta
Reperito da: Anna Bertola
Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“Partito di rosso e d’azzurro all’aquila di nero, linguata di rosso, posta in ombilico, sostenente la torre d’oro murata di nero, merlata alla ghibellina di tre. Ornamenti esteriori di Comune”.
ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
BANDIERA RIDISEGNATA

Disegnato da: Bruno Fracasso
BANDIERA UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo partito di rosso e di azzurro caricato al centro dello stemma comunale…”
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune