Città di Comacchio – (FE)

Informazioni

  • Codice Catastale: C912
  • Codice Istat: 38006
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 23122
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 283.81
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Comacchio sorge su un piccolo arcipelago di 13 isolotti, separati da canali e collegati da ponti, nell’ampia area umida che dalla stessa città prende nome con un proprio porto. Da ciò una delle ipotesi etimologiche proposte per il toponimo: dal latino “commeatu” attraverso “commeatulus” che significava “[piccolo] raduno di navi o di alture” un “conventus navium minor” rispetto al più vicino porto di Classe, che successivamente sostituirà in seguito all’insabbiamento del porto ravennate.

Secondo altri l’origine è da ricercare nel greco “kuma” (‘onda’), da cui il tardo antico “cumaculum” (‘piccola onda’). In ogni caso il riferimento è alla posizione tra le acque.

La fondazione risale al periodo tardo-imperiale romano intorno al III secolo a.C., dopo la decadenza della etrusca Spina (fondata nel VI sec. a.C.) che sorgeva poco distante, e si sviluppò fino ad avere una propria flotta, che andò in soccorso di Ravenna all’epoca dell’assedio di Alarico.

Fece parte dell’Esarcato bizantino, come importante centro strategico. Nell’VIII secolo divenne sede vescovile e nell’844 l’imperatore Ludovico II la diede in feudo ad Ottone d’Este; nel 971 passò sotto il dominio della Chiesa quindi di Ravenna nel 1254. Dal 1299 ritorna agli Estensi, divenne libero comune nel 1325 quando gli abitanti fecero un atto di “dedizione” ai Duchi d’Este, che da quel momento governarono e gestirono i profitti delle valli, ma la locale importante produzione di sale era ostacolata da Venezia. Resterà ai signori di Ferrara fino alla “devoluzione” forzata del Ducato al papa nel 1597. Nella prima metà del XVII secolo lo Stato Pontificio promosse la ristrutturazione urbanistica trasformando il modesto borgo in una vera città.

Lo stemma storico di Comacchio si blasona “D’oro, alla passera di mare posta in palo al naturale” come compare negli antichi Statuti; è assai caratteristico e porta la figura di un pesce solitamente identificato colla ” passera di mare” (Platichthys flesus) che vive su fondi sabbiosi e fangosi, a basse profondità, in allusione all’attività della pesca che la città da sempre esercita nelle sue valli; esempi dell’arma comunale, incisi o scolpiti, adornano il duomo locale, ristrutturato in epoca gotica mentre la prima versione a colori, con il campo dello scudo d’oro, si trova su uno statuto miniato della città databile tra il 1476 e il 1494; in questa versione la passera è trattenuta in un canestro e lo stemma ha un uomo e una donna quali tenenti. Attualmente il Comune lo porta con il campo azzurro (anche sul gonfalone, entro uno scudo sannitico, in luogo dell’elaborato cartiglio risalente ai primi del XIX secolo).

Lo stemma, secondo il “censimento” promosso nel 1851 dal card. Gaetano Bedini, Legato Pontificio, dovrebbe essere timbrato da una corona ducale, come dichiara il Comune stesso nella relazione di accompagnamento: “… porta nel mezzo un pesce denominato Passera che è uno dei più nobili prodotti di queste valli, e che perciò appunto deve essere stato scelto a stemma della Comunità […]. È ignota l’epoca della sua assunzione o concessione. Quanto al colore di fondo […] non saprebbe meglio desumersi che da quello posto in fronte allo Statuto Comunale che è in oro, e così pure da due altri posti lateralmente all’altare di questa cattedrale eretta nel 1739 pure in oro”.


Il gonfalone civico si presenta come un drappo di rosso-porpora; prima di questo ne è esistito uno “paonazzo” che «risale, se non andiamo errati, appena ai tempi dello Stato pontificio» è il cui colore sarebbe, curiosamente, da mettere in relazione con il colore dei «prelati della Camera Apostolica che sovraintendevano alle nostre valli»1.

Note di Massimo Ghirardi, Alessandro Savorelli e Giovanni Giovinazzo

Si ringraziano Alessandro Neri e Paolo Corghi per la cortese collaborazione

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.
AA.VV. STEMMI delle Province e dei Comuni dell’ Emilia Romagna, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.
Plessi (Giuseppe) GLI STEMMI DEI COMUNI DELLE QUATTRO LEGAZIONI. Forni, Bologna 1999.
Il gonfalone civico di Comacchio, a cura della redazione, «Anecdota», pp. 5-12, anno XIV, n.1-2, 2004.

1Il gonfalone civico di Comacchio, pp. 6-7

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’azzurro al pesce passera al naturale posto in palo”.

Colori dello scudo:
azzurro

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo di rosso…”

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune