Giovanni Paolo I – Luciani


Giovanni Paolo I – Luciani

Albino Luciani nacque a Forno di Canale d’Agordo il 17 ottobre 1912. Fu ordinato diacono il 2 febbraio 1935 e sacerdote il 7 luglio dello stesso anno nella chiesa rettoriale di San Pietro apostolo a Belluno (contigua al Seminario Gregoriano). Venne subito nominato vicario cooperatore di Canale d’Agordo, ma già in dicembre venne trasferito ad Agordo, dove insegnò anche religione all’istituto minerario. Presso il seminario gregoriano di Belluno fu insegnante (1937-1958) e vice-rettore (1937-1947). Il 27 febbraio 1947 si laureò in sacra teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma con una tesi su L’origine dell’anima umana secondo Antonio Rosmini: quella di Luciani e dei suoi relatori fu di certo una scelta audace, poiché si trattava di un autore con due libri messi all’Indice, all’epoca non ancora del tutto riabilitato dalla Chiesa. In novembre fu nominato da monsignor Girolamo Bortignon procancelliere vescovile della diocesi di Belluno; il mese successivo venne nominato anche cameriere segreto soprannumerario e segretario del sinodo diocesano. A queste nomine, il 2 febbraio 1948 si aggiunsero anche quelle di provicario generale della diocesi di Belluno e di direttore dell’ufficio catechistico diocesano. Durante le elezioni politiche italiane post-belliche del 1948 si schierò apertamente con la Democrazia Cristiana e contro i partiti di sinistra, descrivendo le idee marxiste come un “male terribile”, anche se ebbe sempre una pietà paterna per gli uomini dalle idee marxiste, “nostri fratelli erranti”. Nel 1954 divenne vicario generale della diocesi di Belluno; nel frattempo (1949) aveva pubblicato il volume Catechetica in briciole; del libro verranno pubblicate sei edizioni in Italia e una anche in Colombia. Il 30 giugno 1956 fu nominato canonico della cattedrale di Belluno. Luciani fu diverse volte proposto per la nomina a vescovo, ma venne respinto per due volte a causa delle sue condizioni di salute, della sua voce flebile, della sua bassa statura e del suo aspetto dimesso. [7] Dopo l’ascesa al soglio di Pietro di papa Giovanni XXIII, il 15 dicembre 1958 fu finalmente promosso vescovo di Vittorio Veneto. A tal proposito si narra che papa Giovanni XXIII, respingendo le varie perplessità riguardo ai motivi per cui fino ad allora non fosse stato promosso, legate principalmente alle sue cagionevoli condizioni di salute, sentenziò bonariamente: [7] « …vorrà dire che morirà Vescovo. » L’ordinazione episcopale avvenne nella basilica di San Pietro in Vaticano il 27 dicembre. Insieme a lui fu nominato vescovo anche monsignor Charles Msaklia, [8] originario della Tanzania: i due rimarranno amici e sarà proprio grazie a questo prelato africano che Luciani inizierà a conoscere la realtà della Chiesa cattolica in Africa. [9] Il vescovo Luciani partecipò attivamente a tutte le quattro sessioni del concilio Vaticano II (1962-1965), intervenendo e facendosi così conoscere tra i ranghi della Chiesa cattolica. Il 15 dicembre 1969 papa Paolo VI nominò Luciani Patriarca di Venezia. Neanche cinquanta giorni dopo, il 1º febbraio 1970, Luciani ricevette la cittadinanza onoraria di Vittorio Veneto. Il cardinale Luciani lasciò per l’ultima volta Venezia il 10 agosto 1978 per il conclave dal quale sarebbe uscito papa il 26 agosto, al secondo giorno di votazione. È il terzo Patriarca di Venezia del novecento, dopo Giuseppe Sarto (san Pio X) e Angelo Giuseppe Roncalli (beato Giovanni XXIII) ad essere chiamato al soglio di Pietro. Nella sua ultima messa, celebrata nella chiesa di san Marco, invitò ripetutamente i fedeli a pregare la Madre di Dio per l’elezione del Papa, per il futuro Papa. Fu eletto papa il 26 agosto 1978.

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’azzurro, al monte di sei cime d’argento uscente dalla punta, sormontato da tre stelle d’oro, disposte una e due, col capo patriarcale di Venezia: d’argento caricato di un leone passante, guardante e nimbato, tenente con la branca anteriore destra un libro recante la scritta PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS, il tutto d’oro”

Note stemma


Lo stemma di papa Giovanni Paolo I accoglie elementi degli stemmi dei due predecessori dei quali egli perpetuava i nomi, infatti subito dopo la sua elezione, il 26 agosto 1978, il pontefice espresse il desiderio di assumere alcuni simboli di Giovanni XXIII e di Paolo VI. Si blasona: “D’azzurro, al monte di sei cime d’argento uscente dalla punta, sormontato da tre stelle d’oro, disposte una e due, col capo patriarcale di Venezia: d’argento caricato di un leone passante, guardante e nimbato, tenente con la branca anteriore destra un libro recante la scritta PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS, il tutto d’oro”.
Con Giovanni XXIII condivideva il “capo di San Marco” dello scudo, in quanto entrambi ricoprirono l’incarico di Patriarca di Venezia; questa pezza è infatti riportata negli stemmi dei metropoliti veneziani (e si ritrova negli stemmi dei papi che sono stati patriarchi di quella città) ma, a differenza del “Capo della Repubblica di Venezia” (anch’esso noto come “Capo di San Marco”) che ha il campo rosso, il capo dei patriarchi ha il campo argento; araldicamente non sarebbe corretto mettere una figura di metallo (oro) su un altro metallo (argento), ma per consuetudine e antico privilegio (risalente allo stemma del Regno Latino di Gerusalemme) si fa eccezione per i prelati veneziani che testimoniano così il legame con la Santa Sede (oro e argento sono i colori del Vaticano).
Di Paolo VI riprende i monte di sei colli (che per papa Montini era un riferimento “parlante” al cognome), il quale è sormontato da tre stelle (in luogo dei gigli di Paolo VI), in campo azzurro.
Giovanni Paolo I morì dopo solo 33 giorni di pontificato, il 29 settembre 1978.

Nota di Massimo Ghirardi

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
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  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune