Diocesi di Pozzuoli


Diocesi di Pozzuoli

Lo stemma della Diocesi di Pozzuoli (Dioecesis Puteolana) è stato adottato nel 2014, in occasione della riapertura della cattedrale dopo i restauri necessari, ed è stato progettato e realizzato da don Antonio Pompili, sacerdote romano ed esperto di Araldica, socio ordinario dell’Istituto Araldico Genealogico Italiano (IAGI), al quale sono stati tre temi iconografici da sviluppare in un emblema araldico:

  • i sette martiri puteolani, trucidati durante l’impero di Diocleziano: Procolo, Acuzio, Desiderio, Eutiche, Festo, Gennaro (vescovo) e Sossio.
  • l’approdo di San Paolo a Pozzuoli nel corso del viaggio della prigionia (come si legge negli Atti degli Apostoli: At 28,14ss).
  • La storica città di Puteoli posta sul monte. Il cui nome “piccoli pozzi” richiama le sorgenti termali e sulfuree della regione.

 

Don Antonio ne ha realizzato due proposte di stemmi, tra le quali ha scelto il vescovo, nelle quali si associa anche la legenda latina “ECCLESIA SANCTI PROCULI PUTEOLANI EPISCOPATUS” (Chiesa di San Procolo – Vescovato di Pozzuoli) che ricorre in non poche fonti documentarie a partire dall‟Alto Medioevo e definisce in sintesi la diocesi e la sua cattedrale.

 

La comunità cristiana di Pozzuoli, dopo Roma, è una delle più antiche d’Occidente, come testimonia il fatto che l’apostolo Paolo, giunto a Pozzuoli nella primavera del 61, vi abbia trovato già dei “fratelli” che lo pregarono di trattenersi con loro una setimana. L’episodio (Atti degli Apostoli 28, 11-14) fa pensare che il messaggio cristiano sia stato portato molto presto, forse da ebrei convertiti che avevano con Puteoli (nome latino di Pozzuoli), importante porto commerciale di Roma.

Alcuni dei “fratelli” incontrati da san Paolo pagarono con il sacrificio della vita la loro fedeltà a Cristo: Artema venne giustiziato nel 250, Acuzio, Eutiche, e Proculo (Procolo) nel 305. I primi tre erano laici, il quarto diacono e erano tutti appartenenti alla Chiesa di Pozzuoli.

La serie dei suoi vescovi è storicamente documentata a partire dalla seconda metà del IV secolo con l’ariano Fiorenzo che nel 372 regge la comunità, che nel tempo era divenuta una cittadella arroccata sul promontorio, i cui abitanti vivevano di pesca e di agricoltura, dove l’antico tempio pagano dedicato a Giove venne adattato a cattedrale e dedicata a San Gennaro (che subì il martirio proprio a Pozzuoli) e al suo diacono San Procolo.

La cattedrale è stata pesantemente danneggiata da un incendio nel 1964: la cattedra episcopale venne quindi trasferita nella chiesa del Carmine che assunse il ruolo di pro-cattedrale. L’11 maggio 2014 la basilica cattedrale è stata solennemente riaperta al culto.

 

È quindi dalla seconda metà del IV secolo che si riscontra l’organizzazione della Diocesi di Pozzuoli: a quell’epoca risale la documentazione certa della sua esistenza, mentre per i secoli anteriori non vi sono testimonianze degne di fede, seppure numerose leggende, tra le quali una (non più antica del XVI secolo) indica in Patroba il nome del vescovo al tempo di San Paolo, al quale sarebbe succeduto Celso (due santi che ebbero un importante culto locale ma che a seguito degli studi compiuti da Angelo D’Ambrosio sotto il pontificato di papa Giovanni XXIII nell’ambito di un’ampia riforma del calendario delle feste liturgiche delle chiese locali, sono stati ritenuti dei santi immaginari, mai esistiti realmente, e quindi depennati durante la stesura del nuovo calendario). 

 

Inizialmente suffraganea dell’arcivescovato di Capua, dalla fine del XII secolo divenne suffraganea dell’Arcidiocesi di Napoli, oggi comprende la città di Pozzuoli, i Comuni di Quarto, Bacoli, Monte di Procida, in parte il Comune di Marano di Napoli e i quartieri occidentali della conurbazione napoletana (Forigrotta, Bagnoli, Pianura e Soccavo)-

Nel 1249 è documentata per la prima volta l’esistenza del capitolo dei canonici della cattedrale con il titolo di congregatio clericorum sanctae sedis putheolanae. Per eliminare l’intrusione dei laici nelle nomine dei vescovi, nel 1303 Giovanni Brito stabilì la norma che fossero solo i canonici della cattedrale ad eleggere il vescovo diocesano.

 

Dal 1958 al 1966 la sede di Pozzuoli fu unita in persona episcopi all’arcidiocesi di Napoli.

 

L’8 luglio 1961 papa Giovanni XXIII, con la bolla Cognitum est omnibus, concesse al cardinale Alfonso Castaldo e ai suoi successori l’uso del pallio nel territorio della diocesi puteolana, in quanto di fondazione apostolica. Il privilegio del pallio terminò alla fine del mandato di ordinario del vescovo Salvatore Sorrentino, come stabilito dal motu proprio Inter eximia promulgato da papa Paolo VI nel 1978.

 

Su richiesta dell’amministratore apostolico Salvatore Sorrentino, la Congregazione dei riti, con decreto del 1º dicembre 1967, confermò san Gennaro e san Procolo patroni principali della diocesi, a cui aggiunse come patroni secondari san Paolo e sant’Artema.

 

Dal 22 maggio 2021 è unita in persona episcopi alla diocesi di Ischia, il cui presule governa i due territori (formalmente indipendenti).

 

Nota di Massimo Ghirardi

Si ringrazia Gaetano Falanga per la gentile collaborazione

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