Diocesi di Bolzano Bressanone


Diocesi di Bolzano Bressanone

Lo stemma dell’attuale Diocesi di Bolzano-Bressanone/ Diözese Bozen-Brixen (Dioecesis Bauzanensis-Brixinensis) è in realtà quello del Principato-Vescovile di Bressanone/Brixen, si blasona: “Di rosso all’agnello di bianco, rivoltato, nimbato d’oro, portante col piede sinistro una bandiera di bianco inquadrata da croce di rosso”.

L’agnello è simbolo di Cristo, Giovanni Battista chiama infatti Gesù “agnello di Dio” che prende su di sé i peccati del mondo. Nell’Apocalisse di Giovanni (14,1) si parla “dell’agnello trionfante ritto sul monte Sion”: si tratta quindi dell’ “agnello pasquale” che sorregge la bandiera della vittoria sulla morte. Questa è esattamente la figura ripresa dallo stemma. La versione più antica, con il solo agnello, risale al 1297.

 

La tradizione attribuisce al vescovo Cassiano la fondazione della sede vescovile della Norica/Norikum, suffraganea di Aquileia, sulla rupe di Sabiona/Säben (presso Chiusa/Klausen) intorno al IV secolo, alla quale è storicamente attestato che l’imperatore Ludovico IV dona un podere denominato Prichsna (Bressanone). Dalla sua posizione strategica l’episcopio controllava il tratto della Via Claudia Augusta che conduceva in Germania.

Nel 975, in un periodo di relativa tranquillità politica il vescovo (poi santo) Albuino decide di trasferire la sede vescovile dalla impervia Sabiona alla località di Bressanone/Brixen che il vescovo Arduico (1020-39) elevò Bressanone al rango di città, e la circondò di fortificazioni.

Nel 1004 l’Imperatore crea il Principato-Vescovile di Trento/Trient con giurisdizione sul Trentino e Tirolo: per garantire il controllo dell’area e contrastare le spinte autonomistiche dei nobili locali. Nel 1179 Federico I Barbarossa conferì una prima volta al vescovo di Bressanone il titolo di Principe del Sacro Romano Impero. Questo era una concessione in riconoscenza del fatto che, durante le controversie tra Impero e Papato, i vescovi di Bressanone avevano generalmente preso le difese dell’Imperatore. Particolarmente significativo è il caso di Altwin, durante il lungo episcopato del quale (1049-91) si tenne a Bressanone nel 1080 un sinodo, dove trenta vescovi, schierati con l’Imperatore, dichiararono papa Gregorio VII deposto, ed elevarono ad antipapa il vescovo di Ravenna, con il nome di Clemente III.

I principi-vescovi gestiscono il potere per mezzo di feudatari detti “advocati”, famiglie indigene di antico lignaggio che, lentamente, si svincolano dal potere effettivo dei vescovi.
Nella zona emergono i conti di Castel Tirolo/Schloss Tirol (antico fortilizio presso Merano, costruito nel secolo XII dai conti di Venosta) che divengono assegnatari di un ampio territorio che arriverà a comprendere il feudo della contea di Appiano/Eppan (da cui il titolo comitale), il Ducato di Carinzia/Karntern, la Boemia/Böhmen e l’Engadina/Engadin. Agli Andechs-Meranien verrà assegnata la Val Pusteria.

Il 27 giugno 1207 l’imperatore Corrado II “il Salico” per meglio controllare i feudatari crea il Principato-Vescovile di Bressanone/Hochstift Brixen, distaccando alcuni territori da quello di Trento/Trient ossia: la Contea di Bolzano, la Val Venosta (Vinschgau, già della Diocesi di Coira/Chur, oggi in Svizzera), la Valle dell’Isarco (Eisacktal), la Valle dell’Inn (Inntal); alle quali Enrico IV aggiungerà nel 1091 la Putrissa (Pusteria/Pustertal ) e Veldes (Bled, oggi in Slovenia).

Nel XIII i conti di Tirolo si impadroniscono del potere sui territori a loro affidati fino a formare quella che diviene la “Contea del Tirolo”.

 Il vescovo Bruno von Kirchberg (1249-88) ebbe notevoli difficoltà ad affermare la propria autorità contro le pretese del conte Mainardo II di Tirolo-Gorizia. Per questo motivo l’imperatore Federico I d’Asburgo concesse maggior potere ai vescovi di Bressanone. Il dissenso con il cardinale Nicola Cusano (1450-1464), nomnato da papa Niccolò V vescovo di Bressanone, e Sigismondo d’Austria ebbe conseguenze sfavorevoli: il cardinale venne imprigionato e il papa lanciò l’interdetto sulla diocesi, ma Sigismondo emerse come vincitore dello scontro.

I conti del Tirolo si estingueranno nel 1363 con Margherita Maultasch (curioso soprannome che significa “Bocca a tasca” o “Bocca larga” per il quale non si è mai chiarito il senso), lasciando i territori in eredità agli Asburgo/Absburg d’Austria.

Nel 1751 le sede patriarcale, verso la quale i vescovi di Trento e Bressanone mantenevano una formale “sudditanza” viene spostata da Aquileia a Gorizia/Görz.

Nel 1788 il Principato Vescovile di Trento dipendeva direttamente dalla Santa Sede, mentre Bressanone/Brixen era suffraganea dell’arcivescovo di Salisburgo/Salzburg.

Nel 1787 l’imperatore assegna la sede della Provincia Ecclesiastica a Gorizia, della quale Brixen viene ad essere dipendente (con giurisdizione anche sull’Ampezzano).

Giuseppe II, figlio di Maria Teresa d’Austria, decide di far coincidere i confini diocesani con quelli amministrativi: dal 1785 il Tirolo del Sud viene suddiviso: la maggior parte assegnata al principe-vescovo di Bressanone/Brixen e una piccola porzione a quello di Coira/Chur.

il 15 febbraio 1803 viene abolito dall’imperatore d’Austria Francesco II l’istituto amministrativo del Principato-Vescovile (l’ultimo principe-vescovo è Karl Franz conte Lodron 1791-1828) e nel 1805 Il Tirolo è unito al regno della Baviera di Massimiliano I Wittelsbach.

Nel 1809 entra a far parte del Regno Napoleonico d’Italia (che, per primo, istituisce il Dipartimento dell’Alto Adige).

Alla fine della I Guerra Mondiale, nel 1919, con il trattato di Saint Germain, il Südtirol/Tirolo del Sud viene annesso al Regno d’Italia che ne sancisce la denominazione italiana di Alto-Adige e istituisce la Provincia di Bolzano.
Nel 1921, in seguito all’annessione del Tirolo meridionale all’Italia dopo la prima guerra mondiale, la diocesi cedette la porzione del suo territorio che era venuta a trovarsi oltre il Brennero a vantaggio dell’erezione dell’amministrazione apostolica di Innsbruck-Feldkirch (oggi diocesi di Innsbruck), mentre il 25 aprile 1921 la diocesi di Bressanone fu separata dalla provincia ecclesiastica dell’arcidiocesi di Salisburgo e fu resa immediatamente soggetta alla Santa Sede

Dopo l’8 settembre 1943, data dell’armistizio tra Italia e USA, il territorio della Provincia di Bolzano viene aggregato al Distretto (“Gau”) dell’Alpenvorland (“Zona Prealpina”), governato dal Gauleiter (“governatore”) di Innsbruck.

Il 6 luglio 1964, in forza della costituzione apostolica Quo aptius christiani di papa Paolo VI, le parti altoatesine dell’arcidiocesi di Trento vengono aggregate alla diocesi di Bressanone, che assume il nome di Bolzano-Bressanone. La curia e la sede vescovile sono traslate a Bolzano, mentre la cattedrale ed il seminario maggiore mantengono la sede a Bressanone; la collegiata bolzanina di Santa Maria Assunta, del 1291 ma fondata nel V secolo, viene nominata concattedrale, mantenendo a quella di Bressanone un ruolo di rilievo, con la sede della cattedra episcopale, il sepolcreto dei vescovi e la sede del seminario) e la diocesi  acquisisce i territori entro i confini sudtirolesi che ancora appartenevano alla Diocesi svizzera di Coira/Chur, mentre le parti della diocesi di Bressanone in provincia di Belluno (Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana e Cortina d’Ampezzo) vennero aggregate alla diocesi di Belluno. Il 6 agosto successivo la sede vescovile di Bolzano-Bressanone divenne suffraganea dell’arcidiocesi di Trento in forza della costituzione apostolica Tridentinae Ecclesiae dello stesso Paolo VI.

Nel 1973 il vescovo Joseph Gargitter (1952-1986) trasferisce definitivamente anche la residenza vescovile a Bolzano/Bozen1.

Dal punto di vista “pratico” i vescovi bolzanini/brissinesi mantengono le due cattedrali su un piano di parità, pur avendo la residenza ufficiale a Bolzano (Il principesco Hofburg di Bressanone e la sede estiva di Velturno sono oggi due sedi museali). Ad esempio: se la messa della notte di Natale viene celebrata dal vescovo a Bolzano, quella di Pasqua viene da lui presieduta a Bressanone, e viceversa.

Oggi la diocesi è la più vasta del territorio italiano, è suffraganea dell’Arcidiocesi d Trento/Trient, nella regione ecclesiastica del Triveneto.

Note di Massimo Ghirardi, con la collaborazione di Andreas Kerschbaumer e Martin Axel Lugger.

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Utet, Torino 1997 (prima edizione 1990).
Provincia Autonoma di Bolzano-Altoadige, MANUALE DELL’ALTO ADIGE, Giunta Provinciale, Bolzano 2004.
Prünster (H.), DIE WAPPEN DER GEMEINDEN SÜDTIROLS. Etschlandbücher, Veröffentlichungen des Landesverbandes für Heimatpflege in Südtirol, Band 7, Bolzano 1972.
Tolomei (Ettore), PRONTUARIO DEI NOMI LOCALI DELL’ALTO ADIGE. Istituto di Studi per l’Alto Adige, Roma 1935.

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Di rosso all’agnello di bianco, rivoltato, nimbato d’oro, portante col piede sinistro una bandiera di bianco inquadrata da croce di rosso

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