Città di Portogruaro – (VE)

no comune

Informazioni

  • Codice Catastale: G914
  • Codice Istat: 27029
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 25440
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 102.30
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Fondata ufficialmente dal vescovo di Concordia, legato al patriarca di Aquileia, nel 1140 in una zona in cui già esistevano insediamenti, la città di Portogruaro scelse alla fine del XIV secolo di legarsi a Venezia, dalla quale fu governata a partire dal 1420 e nei cui domini rimase fino al 1797. In quell’anno Napoleone, con in trattato di Campoformio, cedete all’Austria il territorio dell’ex–Repubblica veneta. Rientrata nei domini francesi nel 1805, tornò agli austriaci nel 1815 rimanendo nell’Impero Austro-ungarico fino al 1866 quando, insieme al resto del Veneto, entro a far parte del Regno d’Italia.

Secondo lo storico Dario Bertolini il nome di Portogruaro verrebbe dal celtico gruarius con il significato di “guardiano o custode” indicante il punto in cui si trovava la sentinella che i celti, rifugiatesi nel bosco posto tra Gruaro e Portogruaro, posero per sorvegliare le colonie romane di Julia Concordia e quella posta ad Sextum miliare della via Julia Carnica.
In realtà è più probabile che il termine risalga al latino grava avente il significato di “zona ghiaiosa”.
Invece “Porto” (latino Portus) ricorderebbe la funzione di scalo fluviale per le merci che transitavano tra Venezia e il nord Europa. Il significato di Portogruaro sarebbe quindi “porto costruito su territorio ghiaioso”.

Sempre secondo il Bertolini lo stemma della città sarebbe nato quando il suo governo passò nelle mani dei podestà veneziani, ponendo nello scudo cittadino «il campanile del proprio duomo, accostato con due gru, che col becco toccano alla cella delle campane». Le gru poste nell’arma civica oltre ad richiamare il nome del centro si ricollegano anche al concetto di “guardia” sopra riportato, in quanto «Gli antichi naturalisti […] narrano infatti che questi uccelli nelle loro emigrazioni viaggiano in ischiera con una guida dinanzi ed in coda una direttrice, la quale colle grida mantien l’ordine della comitiva. Poi quando venuta la notte calano a riposo, una è posta in vedetta e tiene sospeso in una zampa un sasso, perchè, ove venga colta dal sonno, il sasso cadendo la richiami al suo dovere. (Plinio, Storia Naturale, lib. X, cap. XXIII)».
Dunque le due gru sono poste a guardia del campanile che per estensione rappresenta tutto il centro abitato e, per fare il modo che siano ben visibili, sono sempre rappresentate con una dimensione pari a quella del campanile.
La più antica rappresentazione esistente (1447) era quella presente presso la porta maggiore del fondaco (magazzino) posto vicino allo “sbarcatojo”; in questo stemma il campanile presenta una merlatura alla ghibellina assente negli esemplari posteriori. Attualmente questo esemplare, demolito il fondaco nel 1934, si trova murato sul lato fiume del fabbricato ex Scardellato in via A. Bon.
Gli stemmi si presentano sempre quasi sempre con il fondo dello scudo rosso e con le gru e il campanile chiari, solo in qualche opera il fondo è, probabilmente per errore, azzurro.
La città fece parte del Parlamento delle Patria del Friuli fin dal secolo XIII e perciò sicuramente utilizzava un sigillo, ma gli esemplari più antichi a noi pervenuti riportano lo stemma e risalgono al secolo XVII, sono di forma a losanga od ovale con fregi e riportano al contorno la scritta COM. PORTO. GRVER.
Eliminato l’uso dello stemma durante la dominazione francese (1805-1815) nel 1820, sotto la dominazione austriaca, veniva richiesto dalla Delegazione provinciale l’invio della riproduzione dell’emblema comunale, in conseguenza la Deputazione Comunale spediva lo «stemma del quale la cessata feudataria Comunità faceva uso in sussistenza del Veneto dominio», informando la Deputazione Provinciale che non si conosceva se e quale autorità lo avesse concesso, essendo comunque lo stesso antichissimo.
Dopo un lungo scambio di missive il Comune ottenne la facoltà di far uso del proprio stemma con decreto nº 18126 del 21 aprile 1853 comunicato il 17 febbraio 1854, lo stemma veniva però pesantemente modificato, infatti la «città di Portogruaro, provincia di Venezia, [ha] l’autorizzazione di portare come arma della città l’antico emblema fin qui usato, con un miglioramento (besserung) […], la cui descrizione è la seguente: in uno scudo azzurro, una torre rotonda, costrutta a due piani con pietre squadrate, sorge dal suolo verde che la circonda al piede; la sommità di ogni piano è guarnita di merli appuntiti, e la porta a volta tinta in nero è accostata da due gru in grandezza naturale. […] Senza speciale autorizzazione nessuna alterazione può esser fatta a tale arma.» Dunque il campanile veniva sostituito da un anonima torre e le gru molto ridotte di dimensioni.
Il Bertolini dopo aver raffrontato vari stemmi antichi presenti nella città proponeva di «adottare [nello stemma] il campanile che si vede nelle arme del secolo XVI; […] la gru […] devono essere conservate nella grandezza data loro in tutte le armi nostrali, per quanto le loro proporzioni possano apparire fuori di natura. […] cimiero una corona murale […] campo rosso, le gru d’argento, il campanile naturale […].
Nella seduta della Commissione araldica di Venezia tenutosi il 23 febbraio 1932 il relatore Bratti propose che al Comune venisse riconosciuto lo stemma «Di rosso al campanile d’argento con due gru al naturale affrontate, riposate sopra una zampa e tenenti coll’altra un sasso. Il tutto su campagna di verde» questo stemma venne riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 4 febbraio 1935 aggiungendovi la pezza del Capo del Littorio nel frattempo resa obbligatoria; pezza che ancor oggi, parzialmente abrasa, nonostante le disposizioni di legge campeggia ancora su alcune delle versioni dello stemma usati nei documenti comunali. Lo stemma fu in seguito modificato con regio decreto nº 180 del 2 agosto 1943, cambiando le descrizioni degli uccelli in «due gru al naturale, affrontate, con le zampe l’una sulla campagna, l’altra sui gradini».

Nota di Giovanni Giovinazzo

Bibliografia:

Bertolini, Dario (1874-1875). L’antico stemma e sigillo di Portogruaro. Giornale araldico-genealogico-diplomatico, tomo secondo: pp. 35-41.

Araldica civica del Friuli. pp. 198-202. a cura di Giovanni Maria Del Basso. Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone, Fagagna 1978

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini



Profilo araldico


“Di rosso, al campanile d’argento, con base a gradini dello stesso, su campagna di verde accostato da due gru al naturale, affrontate, con le zampe l’una sulla campagna, l’altra sui gradini”.

Colori dello scudo:
rosso

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Altre immagini




Profilo Araldico


“Drappo di di bianco. bordato di rosso…”

Colori del gonfalone: bianco, rosso

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    26 Novembre 1935

    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    4 Febbraio 1935

    Modificato dal R.D.L. 2 agosto 1943 n. 180