Comune di Cocullo – (AQ)

Informazioni

  • Codice Catastale: C811
  • Codice Istat: 66037
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 259
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 31.72
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Cocullo è un comune il cui capoluogo si trova sulla sommità di un colle, propaggine dei monti Catini, tra la Valle Peligna e la Marsica.

 

Il toponimo non ha una origine certa, anche se la tradizione lo identifica con l’antica Koukolon, citata da Strabone, o forse richiama il cucullum, il “cappuccio” degli abiti maschili di epoca romana e medievale, per via della posizione sulla cima del colle.

 

La località ha una certa notorietà per via della festa patronale “dei Serpari”, cerimonia della quale si fa risalire l’origine al culto marsicano della dea Angizia, che sapeva dominare il fuoco e i serpenti. La credenza e la tradizione italica era così forte che i Romani affibbiarono a questo popolo il nome di guaritori e di maghi che usavano il veleno del serpente. Probabilmente questo rito era praticato in tutti i villaggi della Marsica, compreso quello di Cocullo, e con l’arrivo del cristianesimo, la figura di San Domenico abate di Sora venne associata a questa tradizione, venendo purificata dal paganesimo per assumere un simbolico valore taumaturgico cristiano.

 

La leggenda narra che il santo lasciò agli abitanti un ferro della sua mula e un dente, un molare, tutt’ora conservati nel santuario locale. Le reliquie servirebbero per proteggersi dal morso dei serpenti velenosi, e per curare il mal di denti.

 

“… Quando, il primo giovedì di maggio di ogni anno, si festeggia il Santo patrono, con l’arrivo di “compagnie” di pellegrini e tanti, tanti devoti e turisti, uno dei momenti più intensi è proprio quello in cui la statua di San Domenico viene adornata con i serpenti raccolti pochi mesi prima nelle campagne, i quali per tutta la processione si aggrovigliano intorno all’immagine sacra, preceduta da due fanciulle che portano pani benedetti (i ciambellati). I fedeli compiono una serie di rituali, immutati certamente da centinaia d’anni: si attendono le compagnie, che con loro canti rendono ancor più suggestivo il momento religioso; poi viene raccolta la terra nella piccola grotta della cappella del Santo, per poterla spargere sul campi; si tira la campanella  vicino alla cappella per preservarsi dal mal di denti; si fanno riti propiziatori di benedizione alle persone e agli animali; infine si segue il Santo, adornato da quelle serpi così familiari e ci si prepara ad un nuovo anno di devozione, certi della Sua benevola protezione.” (Letizia Brunetti)

 

Lo stemma è in uso almeno dal XIX secolo (ne parla il sindaco G. Gentile in una relazione al Prefetto del 2 giugno 1876 nell’illustrare il disegno per il gonfalone), la versione attualmente alzata dal Comune di Cocullo è stata concesso con DPR del 29 gennaio 2003, dove è riportato il blasone: “Di azzurro, alla colonna dorica, con la sommità spezzata, di rosso, con i due serpi cervoni di oro, accollanti la colonna, la testa del cervone a destra posta all’ingiù e in banda, attraversante la colonna, la testa del cervone a sinistra posta all’ingiù e in sbarra, ugualmente attraversante, essa colonna fondata sulla campagna diminuita, di verde, e accompagnata a destra dall’arbusto di ginestra, di verde, nodrito nella campagna diminuita. Ornamenti esteriori da Comune”.

 

Contestualmente è stato concesso anche il gonfalone: “Drappo di rosso con la bordatura di azzurro”.

 

La colonna “antica” simboleggia il ruolo di “termine” di cocullo sul confine tra i territori dei Marsi e dei Peligni, con i serpenti (il cervone, Elaphe quatuorlineata, è un serpente non velenoso della famiglia dei Colubridi tipico della zona) rappresenta l’antica tradizione dei Serpari, cha hanno dato la notorietà alla località, e le origine del centro.

 

La ginestra simboleggia la caratteristica montuosa del territorio.

 

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Reperito da: Roberto Serra

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Di azzurro, alla colonna dorica, con la sommità spezzata, di rosso, con i due serpi cervoni di oro, accollanti la colonna, la testa del cervone a destra posta all’ingiù e in banda, attraversante la colonna, la testa del cervone a sinistra posta all’ingiù e in sbarra, ugualmente attraversante, essa colonna fondata sulla campagna diminuita, di verde, e accompagnata a destra dall’arbusto di ginestra, di verde, nodrito nella campagna diminuita. Ornamenti esteriori da Comune.”

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di rosso bordato di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro, rosso
Partizioni del gonfalone: bordato

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    29 Gennaio 2003