Comune di Castellammare di Stabia – (NA)

Informazioni

  • Codice Catastale: C129
  • Codice Istat: 63024
  • CAP: 80053
  • Numero abitanti: 64506
  • Nome abitanti: stabiesi
  • Altitudine: 6
  • Superficie: 17.71
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 33.3

Storia dello stemma e del comune

Castellamare era nota così fino a quando, col Regio Decreto di Vittorio Emanuele II n. 1140 del 22 gennaio 1863, assunse la denominazione di Castellammare di Stabia, con il determinante toponomastico riferito all’antica città romana di Stabiæ della quale è erede.

 

La prima menzione documentale pervenuta di Castrum ad Mare è del 1086 e l’attuale toponimo è chiaramente derivato della voce latina “castellum” diminutivo di “castrum” (fortezza), unita alla parola “maris” (mare). La specificazione richiama l’antica città “Stabiæ” fiorente città romana distrutta da Silla nell’89 a.C. e di nuovo dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. (“Eruzione di Pompei”) durante la quale trovò la morte anche lo storico Plinio “il Vecchio”, giunto a Stabiæ per osservare più da vicino l’eruzione, e che probabilmente morì avvelenato dai gas tossici.

 

Il “castello-presso-il-mare-di Stabia” si riferisce probabilmente alla fortezza appartenente al duca normanno di Sorrento edificata nella frazione di Pozzano (già Fogliano) che si affaccia sul golfo di Napoli dalla rupe di oltre cento metri d’altezza. Nel Medioevo, il territorio appartenne agli Svevi e, dopo di loro, agli Aragonesi i quali si deve il completamento del porto e la costruzione della residenza estiva di Quisisana (dove Giovanni Boccaccio ambienta la novella VI del X giorno del “Decamerone”).

 

L’imperatore Carlo V, re di Spagna e di Napoli, diede in feudo Castellammare ad Ottavio Farnese, II duca di Parma e di Castro, che vi costruì la propria residenza (oggi sede del Municipio).

Con la salita al trono delle Due Sicilie di Carlo III di Borbone, già anch’egli duca di Parma, la città ebbe un grande impulso, nel 1783 vi furono aperti i grandi cantieri navali, con la Corderia, le Terme e, nel 1749, presero avvio gli scavi archeologici per riportare alla luce le rovine di Stabia.

 

Lo stemma della città, in uso da tempo e riconosciuto formalmente il 22 giugno 1906, può essere considerato del genere “parlante” giacché mostra proprio un castello, in guisa di tozza torre merlata, presso il mare, sormontato dalla figura della Vergine col bambino e circondato da un nastro con la divisa POST FATA RESURGO.

 

Pare che lo stemma più antico della città, risalente al XVI secolo, fosse “d’argento a tre fasce ondate d’azzurro, sormontate nel canto sinistro del capo da un castello torricellato di rosso” che venne poi mutato nel secolo successivo con “d’azzurro, al castello torricellato uscente dal mare, il tutto al naturale, sormontato dalla figura della Vergine Maria”, come in uso dalla Università Stabiese nel 1702.

 

La figura delle Madonna col bambino richiama l’effige della Vergine del santuario di Santa Maria di Pozzano, nella frazione di Pozzano Superiore (e ha sostituito quella precedente con l’Immacolata Concezione).

 

Il motto POST FATA RESURGO è stato aggiunto con espressa deliberazione del Consiglio Comunale del 14 novembre 1864, ma era già in uso nelle versioni correnti dell’emblema; si traduce con «risorgerò dopo la morte» ed è solitamente associato alla leggenda della fenice d’Arabia, mitico uccello sacro agli antichi Egiziani: allude alle distruzioni subite dalla città nonché alla fiducia nella propria capacità di risollevarsi dalle disavventure e di vincere le avversità del destino.

 

Il gonfalone è costituito da un drappo “troncato giallo e azzurro” caricato dello stemma civico.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

 

Bibliografia:

 

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997, p.194.

 

Plaitano (Giuseppe)- Di Martino (Corrado). LO STEMMA CIVICO: UNA VICENDA INTRICATA. Castellammare di Stabia, 2011.

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Giovanni Giovinazzo

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo Araldico


Non ancora una blasonatura

Colori dello scudo:
azzurro

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo troncato di giallo e di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro, giallo
Partizioni del gonfalone: troncato
Profilo Araldico

“Drappo partito di giallo e di azzurro caricato al centro dello stemma comunale.

bandiera ridisegnata

Fonte: Roberto Breschi

Disegnato da: Bruno Fracasso

bandiera Ufficiale
Altre Immagini
Nessun'altra immagine presente nel database

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    22 Gennaio 1863

    Decreto Ministeriale (DM)
    riconoscimento
    22 Giugno 1906